Ha ragione il commissario unico di Expo Giuseppe Sala – dice Giampietro Comolli, ideatore del progetto UnPOxExPO2015© – quando ribadisce la totale assenza di una strategia turistica per Expo. Sala, infatti, è stato lungimirante nel 2012 quando ha concesso il patrocinio nazionale e internazionale al progetto unpoxexpo2015.org perché nato per fare aggregazione e attrazione turistica, incoming e outgoing, lungo il Grande Fiume a supporto dei flussi di visitatori di Expo. Un progetto territoriale di sistema fra imprese , vicino a Milano, espressione dell’enogastronomia e dell’agroalimentare come meta e attrazione turistica. Il percorso del fiume Po, identità “bleu” sulle mappe, facilmente identificabile. Sala ha denunciato la assenza di una strategia turistica collegata a ExpoMilano: una occasione persa, indecisioni, continue rincorse, tipo i bronzi di Riace. Expo è un motore continuo di arrivi dal Mondo. E’ dal 2010 che unpoxexpo2015.org contatta nel mondo TO, Compagnie e Agenzie e promuove una offerta turistica legata alla Food Valley Italiana. L’Italia – secondo unpoxexpo2015.org – doveva cogliere la occasione di Expo per ri-fondare la strategia turistica italiana. Il turismo era ed è il vero business durante Expo per tanti territori. Purtroppo tutti hanno pensato solo a costruire il sito Expo, mentre era d’obbligo puntare su progetti territoriali e realizzare pacchetti turistici a immagine e somiglianza dei nuovi turisti globali e mondiali, dei nuovi paesi Bric.
L’Italia sta perdendo una grande occasione. Il turismo mondiale muove flussi e sistemi diversi dallo standard operativo locale italiano. Nel 2013 gli europei hanno speso 243 mld/euro per i travel-on-line; su 21 mld/euro spesi dagli italiani sul web, solo 7,2 sono andati per viaggi e vacanze. Una % non proporzionata ai dati quantitativi del turismo in Italia che vale 160 mld/euro, seppur in calo (-5%) il numero dei pernotti rispetto al 2012. Il turismo vale il 10,3% del Pil nazionale ( pari al 17% con l’indotto), ma l’Italia figura al 101° posto per uso delle telecomunicazioni nel comparto BtoB turistico. L’Italia da 10 anni perde posizioni nelle graduatorie turistiche: oggi è al 15° posto. La bontà della regionalizzazione delle strategie, senza un riferimento nazionale, è stato vanificato. Carrozzoni burocratici e doppi ruoli hanno ingessato tutto il sistema, un Paese come l’Italia non ha rappresentanti del turismo all’estero in ambasciate, uffici Ice e Consolati che hanno un costo per lo Stato. “Un ministero e un Ministro forte è indispensabile – dice Comolli – Non si possono buttare 40 milioni in 10 anni di soldi pubblici per nulla. Enit commissariata, debiti e problemi legali per Italia.it, nessun vantaggio per le imprese turistiche. Il sistema vacanza in Italia è obsoleto, il mondo punta su HT, su dinamicità, su velocità, su tempismo, su attrazione multiforme, su identità di aree e di servizi. E’ finita la vacanza lunga, sono necessari i turismi e offerte costruite sulle domande, divise per target fruitore e paese di provenienza. Perché non pensare a uffici del Turismo italiano direttamente a casa del potenziale turista? Spenderemmo meno e avremmo prenotazioni in diretta, più numerose e gratificanti per il turista”, chiosa Comolli.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.