Ogni tanto penso che questo blog abbia esaurita la sua funzione. O la sua mission, come direbbero alcuni. E non abbia più alcuna ragione d’essere.
Era nato ai tempi d’oro di Re Sole e ora Re Sole non c’è più. Al suo posto c’è un mite – almeno mi pare – uomo di campagna, che affronta i temi dell’agricoltura (e del turismo) con competenza e sobrietà. E mi riesce difficile trovare occasioni per contestarlo.
Agli albori di Trentino Wine, la competenza prevalente sulla viticoltura trentina faceva capo all’agenzia publi-promozionale di via Romagnosi ed era facile imbracciare il Kalašnikov e sventagliarle contro raffiche micidiali. Ora tutto fa capo ad un soggetto consortile, che si muove quasi nell’ombra discretamente. E il bersaglio si è liquefatto.
Allora erano i tempi degli 8/9 milioni di pezzi di TRENTODOC che sarebbero presto dovuti diventare 10. Oggi siamo a 7 milioni di pezzi accertati e polemizzare contro le strategie promozionali (e vitivinicole) del metodo classico trentino, assomiglia a sparare sulla croce rossa.
Insomma, talvolta mi chiedo se abbia ancora senso scrivere su questo blog per dare “la sveglia” alle masse vitivinicole trentine.
Poi capitano episodi come quello che mi appresto a raccontare, e mi rispondo di sì: vale ancora la pena.
L’altro giorno uno degli uomini più influenti del vino trentino, che fra l’altro stimo per le sue competenze tecniche e per il suo carattere discreto e cortese, mi ha apostrofato così: “La sua penna fa male a me, ma soprattutto fa male al sistema. Certe cose magari sono anche vere e si possono pensare, ma lei fa male a scriverle, vederle scritte, ripeto, fa male al sistema vino trentino”. Credo che nelle sue parole ci fosse della buona fede e anche della sincera sincerità. Attenzione, però: non ha usato il verbo “danneggiare” ma “far male”. Una scelta oculata delle parole, che al concetto di danno aggiunge uno stigma morale.
Gli ho risposto: “Mi dispiace, se talvolta è capitato che le abbia fatto male, le assicuro che non era mia intenzione; in quanto al sistema: il sistema porterà pazienza”.
Nei quasi 2000 post di questo blog, infatti, non ho mai pensato una sola volta di voler “far male” alle persone, agli uomini e alle donne del vino trentino. Nè, tanto meno, al vino trentino. Non è mai stato questo l’obiettivo. L’obiettivo, fin da principio, era un altro: gambizzare il sistema, per costringerlo a cambiare rotta. Naturalmente questo non è avvenuto, se non in minima parte. E probabilmente, se qualche cambiamento c’è stato, non è stato determinato né dalla mia penna né da quella dei numerosi commentatori che frequentano assiduamente Trentino Wine.
Però, devo dire che la certezza di procurare un danno ad un “sistema” che non mi piace, e che non mi piace perché lo trovo ingiusto e sbagliato, è uno stimolo forte a continuare questa avventura.
Buona domenica a tutti!
Cosimo Piovasco di Rondò Senior
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Caro Cosimo chissà cosa penserà il tuo interlocutore leggendo gli altri blog,
sia per le piroette che i loro autori fanno, scrivendo (proprio) oggi il contrario di quello che scrivevano alcune settimane fa, sia per la pubblicità occulta che in essi è contenuta, cose queste che a Trentino WineBlog non possono essere certo rinfacciate.
Sostenere poi che: “Certe cose magari sono anche vere e si possono pensare, ma lei fa male a scriverle…” è un tantino da ingenui, suvvia siamo nella società dell'informazione, Caterina Caselli ai suoi tempi cantava: “la verità ti fa male…”
Mi chiedo cosa sarebbe l'alternativa? L'omertà, no dai…
I nuovi media hanno trasformato fortunatamente il lettore in un utente attivo che recepisce e produce informazioni, creando e condividendo opinioni, costringendo, voglia o non voglia, anche il “sistema” a dialogare, certo potrà dare fastidio ma chi ha ruoli di responsabilità deve accettare anche questo, Renzi sembra l'abbia capito prima di tutti, piano piano ci arriveranno anche i nostri, indietro non si torna.