Non ho ben chiari i numeri attuali della produzione di Marzemino (Trentino Doc). A spanne, facendo un calcolo verosimile della materia prima disponibile (vendemmia 2013) penso che l’attuale potenzialità produttiva si aggiri fra i 3 milioni e mezzo e i 4 milioni di pezzi. Non è un granché. Ma non è neanche pochissimo. Questi numeri potrebbero far girare, prudenzialmente, 10 / 15 milioni di fatturato. Non un’enormità, ma nemmeno un’insignificanza.
Eppure il Marzemino, oggi, è messo come è messo. E non ci torno su per carità di patria.
Mi lascio andare a questa breve considerazione, perché oggi un paio di produttori (di Superiore Ziresi, la sottozona che secondo me attualmente riesce ad esprimere al meglio questa varietà), un paio di produttori, dicevo, mi hanno confessato che fra le tante bottiglie che hanno in listino, quelle di Marzemino sono quelle “che vanno di più” e che danno loro maggior soddisfazione economica. Il target dei loro clienti: turisti e ristoranti frequentati da turisti.
Mi sembra una bella notizia. Mi sembra.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
La verità è sempre rivoluzionaria…!