Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento
Ufficio Promozione
Trento, 27 ottobre 2014
La tradizione dei bordolesi trentini: dai ruggenti anni sessanta ad oggi
I BORDOLESI TRENTINI: TRE GIORNI DI DEGUSTAZIONI
Dal 30 ottobre all’1 novembre dalle 17.00 alle 22.00 palazzo roccabruna fa rivivere una grande storia enologica con tante degustazioni ed abbinamenti. sabato 1 novembre ospite il ristorante antica osteria morelli di pergine (tn)
Erano gli anni Sessanta. Il mondo era in fermento, in bilico tra il vecchio e il nuovo.
In Trentino la viticoltura cominciava ad affrancarsi dalle antiche pratiche colturali, e i vignaioli cominciavano a guardarsi intorno, a fare confronti, ad assaggiare i vini d’Oltralpe, a viaggiare.
Fu allora che due pionieri della moderna enologia, Ferdinando Tonon, dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige e Leonello Letrari, all’epoca enologo della cantina Bossi Fedrigotti, intuirono la possibilità di schiudere nuove prospettive agli orizzonti ancora angusti del vino locale.
Nacquero così – a distanza di poco l’uno dall’altro – i primi bordolesi del Trentino, il Castel San Michele dell’Istituto agrario e il Fojaneghe di Bossi Fedrigotti, due rossi di grande carattere, prodotti con un taglio di Merlot e Cabernet secondo l’uso di Bordeaux.
Fu l’inizio di una nuova epoca per la vitivinicoltura trentina. Il Fojaneghe fu un successo nazionale ed internazionale, una moda che conquistò anche i vip del tempo, in particolare Raimondo Vianello e mago Zurlì che ogni anno puntualmente ne ordinavano molte bottiglie.
Oggi quei vini sono ancora in commercio e continuano una tradizione di successo che può vantare molti altri rappresentanti, alcuni di grande fama. Col tempo i bordolesi trentini hanno saputo rinnovarsi, evolvendo insieme al gusto dei consumatori: non più solo Cabernet e Merlot, ma anche Teroldego e Lagrein in quantità adeguate a dare al vino un carattere più trentino, una nota di terroir che ne fa a pieno titolo uno degli interpreti della vocazione vitivinicola provinciale.
A questi vini Palazzo Roccabruna rende omaggio dal 30 ottobre all’1 novembre con un evento dal titolo ”I bordolesi del Trentino: dai ruggenti anni Sessanta ad oggi” che prevede la possibilità di degustare nelle sale dell’Enoteca un’ampia rappresentanza della tipologia e di partecipare ad alcuni incontri di approfondimento
Ospite della serata inaugurale, il 30 ottobre alle 18.00, sarà la cantina Endrizzi di S. Michele all’Adige che presenterà il Masetto Nero proponendo alcune fra le annate più rappresentative.
Il 31 ottobre alle 18.00 sarà la volta di Cavit (Trento)che farà degustare una selezione di annate del suo bordolese più noto il Quattro Vicariati.
Infine l’1 novembre sempre alle 18.00 sarà ospite dell’Enoteca Mario Pojer (Pojer e Sandri – Faedo) che proporrà agli ospiti diverse annate del suo Rosso Faye.
Oltre ai laboratori enogastronomici per cui è richiesta la prenotazione (tel. 0461/887101), non mancheranno gli abbinamenti con i piatti della cucina trentina in occasione dell’appuntamento con il ciclo “A tavola con la cucina trentina” (1 novembre dalle 19.00 alle 22.00). Ai fornelli di Palazzo Roccabruna troveremo il ristorante Antica Osteria Morelli di Pergine con lo chef Fiorenzo Varescoche si cimenterà in un menù dal titolo “Le carni del Trentino” pensato proprio per un abbinamento con i bordolesi trentini. Si partirà Bocconcini di pollo ruspante marinati all’aceto di mele con radicchietti autunnali e finferle seguiti da gnocchi di castagne al ragù d’agnello della Val di Fiemme, e per finire lombo di vitello in crosta di patate di Bosentino con timo e verza stufata.
Nelle sale dell’Enoteca dal 30 ottobre all’1 novembre dalle 17.00 alle 22.00 sarà disponibile la collezione dei bordolesi per tutti gli appassionati curiosi di mettere a confronto le tante espressioni di questi rossi.
(P.M.)
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Non osavo sperare tanto, in effetti è un vino meraviglioso, ma io sono di parte.
Grazie Cosimo
prego prego…. poi per completezza però devo dire che dopo quella bottiglia, passai in cantina con un amico milanese per fare qualche acquisto ma quell'annata non era più disponibile, assaggiammo l'annata in commercio e non ci convinse per niente: il vino era ancora giovane e molto vegetale. E quindi non acquistammo nulla. La bottiglia del 2009 invece ricordo di averla acquistata a prezzo scontatissimo: poco piu di quattro euro, alcuni anni prima. E questo per dire che di solito il rapporto qualità prezzo, almeno sul fronte consumatori, delle cs è imbattibile.
Questo mi era proprio scappato!! bella dimostrazione di quanto politica e convenienze vadano a braccetto.Una serata sui bordolesi trentini!
Conosco lo scarso interesse del beneamato marchese per i piccoli ritrovi trentini, ma il principe di tutti i bordolesi IL SAN LEONARDO!? troppo a Sud o troppo buono?
Se posso dire la mia…il miglior bordolese trentino bevuto nel 2014 è stato il Trentino Rosso (non ricordo se l'annata fosse 2009 o 2010) della Viticoltori in Avio. Niente da invidiare a quello del marchese.