Soave, 27 ottobre 2014
Volcanic Wines: l’Italia del Vino si presenta unita sotto il segno del Vulcano
Brand experience, marketing territoriale condiviso, promozioni in Italia e all’estero: questi gli ingredienti alla base della strategia promozionale dell’Associazione delle doc vulcaniche riunitasi a Verona per presentare alla stampa e alle istituzioni il calendario delle attività in programma, in vista dell’Esposizione Universale
Comunicato Stampa n°52/2014 del Consorzio per la tutela vini Soave e Recioto di Soave
Volcanic Wines, l’associazione delle doc di origine vulcanica di tutta Italia, nata nel 2012 e composta da consorzi di tutela, enoteche e comuni, sabato 25 ottobre all’AMO, Arena Museo Opera Restaurant di Verona, ha presentato nell’ambito dell’omonimo format “Volcanic Wines” il calendario delle attività in programma per il prossimo anno, con particolare riferimento ad Expo2015.
Emozione, suggestioni evocative, ma anche accoglienza, sviluppo della ricettività turistica, coordinamento territoriale, condivisione di obiettivi in chiave promozionale sono le mete che la rete delle doc di origine vulcanica, di cui è capofila il Consorzio del Soave, si propone di raggiungere attraverso una strategia promozionale condivisa, valida sia per l’Italia che per l’estero.
Il Vulcano in questo senso, oltre a rappresentare una vera e propria “spina dorsale” in grado di collegare tutta l’Italia del vino, si è rivelata una chiave di comunicazione chiara e vincente in grado di fare breccia tra i consumatori, sia esperti che neofiti, superando così barriere linguistiche e confini territoriali.
«Volcanic Wines è una intuizione felice – ha sottolineato Giuseppe Castiglione, sottosegretario alle Politiche Agricole Alimentai e Forestali, presente all’incontro – dal momento che attorno ai vulcani crescono prodotti unici. Avere un marchio unico segna un grande successo soprattutto per l’estero. Si tratta di una chiave di comunicazione molto forte che è nello stesso tempo garanzia di salubrità e di qualità».
E di estero si è parlato molto dal momento che proprio la rete delle doc vulcaniche darà vita il prossimo anno ad un calendario di eventi collettivi sotto il segno del Vulcano, a cominciare proprio da Expo. «Il Padiglione Vino ad Expo – ha sottolineato Giovanni Mantovani, direttore generale di Verona Fiere – punta a dare un messaggio d’insieme. Vorremmo che fosse un grande strumento di comunicazione per tutto il patrimonio enologico italiano». Si tratta di un padiglione indipendente di duemila metri quadrati, contiguo all’area della Comunità Europea e proprio di fronte a Palazzo Italia e al Padiglione delle Regioni. Il fil-rouge sarà un percorso emozionale che conduce il visitatore alla conoscenza storica, ambientale e di produzione del vino. Questo perché dei due milioni di visitatori previsti del Padiglione (sui 20 milioni di presenze totali stimate da Expo 2015), molti non conoscono, o conoscono poco, il prodotto vino e la cultura millenaria che lo accompagna.
Vino stretto a filo doppio col turismo. «Il Veneto si propone come porta d’accesso per i visitatori di Expo che arriveranno da Est, e Venezia sarà la porta d’accesso privilegiata. La Regione – ha sottolineato Marino Finozzi, assessore al Turismo del Veneto – sarà a fianco di Verona Fiere durante Expo e avrà anche un suo specifico spazio. Lungo la linea Milano-Venezia sarà proprio il vino ad agire come comun denominatore dato che il comparto turistico e quello vitivinicolo sono due eccellenze inscindibili».
Diventa quindi indispensabile una strategia di marketing territoriale che punti sulla “brand experience”. «Il vino è territorio – ha notato Gianni Dal Moro, Commissione Agricoltura alla Camera – ed il territorio è vino. In tal senso dobbiamo vendere una esperienza ma dobbiamo anche chiederci come farla durare oltre Expo. Dobbiamo cioè far arrivare i turisti sul territorio perché il territorio e i prodotti tipici sono il primo souvenir che si portano a casa».
Il Vulcano, sotto l’egida del marketing territoriale condiviso, ha di fatto unito l’Italia del vino che si presenta compatta e pronta per il fitto calendario promozionale. Erano infatti presenti alla conferenza Arturo Stocchetti, presidente del Consorzio del Soave, Bruno Trentini, presidente del Consorzio Lessini Durello, Edoardo Ventimiglia, presidente del Consorzio Bianco di Pitigliano e Rosso di Sovana, Leonardo Belcapo, presidente Enoteca provinciale della Tuscia, Enzo Barbi, presidente del Consorzio dell’Orvieto, Giuseppe Zonin, presidente del Consorzio del Gambellara, Emanuele Calaon, presidente Consorzio Colli Euganei.
«Per il sistema del vino italiano – ha evidenziato Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave – c’è la possibilità di superare le barriere legate ai singoli territori e dare così un’immagine unica dal Nord, al Sud fino alle isole. Parliamo di vini che sono spesso poco conosciuti e di vitigni autoctoni, raccontando tante storie di persone e di aziende veramente nuove».
«Come la lava che avanza, per usare un’immagine legata al vulcano – ha notato Edoardo Ventimiglia, presidente del Consorzio del Bianco di Pitigliano e Rosso di Sovana – così anche il progetto di Volcanic Wines ha raggiunto gradualmente tutta l’Italia enologica. Intanto è stata la volta dei produttori, ma presto verranno coinvolti i consumatori».
«Siamo l’ultimo consorzio ad aver aderito in ordine di tempo – ha evidenziato Enzo Barbi, presidente del Consorzio dell’Orvieto – e possiamo dire che due sono stati gli elementi che ci sono piaciuti di più: una comunicazione nuova verso il consumatore, più fresca e valida per tutta Italia; la capacità di fare squadra tra zone produttive diverse».
«Siamo di fronte ad un modo nuovo di fare promozione del vino – ha sottolineato Leonardo Belcapo dell’Enoteca Tuscia – .Oggi servono queste emozioni per raccontare le persone, il luoghi, i paesaggi. Ora grazie alla presenza delle istituzioni possiamo chiudere il cerchio».
Volcanic Wines – il format
Calendario degli eventi 2015
26 gennaio 2015 – Roma, in collaborazione con AIS
27 gennaio 2015 – Milano, in collaborazione con AIS
Febbraio 2015 – Volcanic Wines Tasting for The Institute of Masters of Wine – Londra
23 marzo 2015 – Italian, indigenous, volcanic – Vinitaly, Verona
Maggio – Ottobre 2015 – EXPO 2015 Milano – Milano
1-3 maggio 2015 – Volcanic Wines per Concours Mondial de Bruxelles – Soave
20-22 maggio 2015 – Soave Preview 2014 – Soave
23-24 maggio 2015 – Montefiascone, Pitigliano – Orvieto
15 giugno 2015 – Italian, indigenous, volcanic – Vinexpo, Bordeaux
19-21 giugno 2015 – Mogoro, Terralba, Sardegna
1 settembre 2015 – ViniMilo – Milo (Catania)
Volcanic Wines – l’associazione
Volcanic Wines nasce nel 2012 ed è una associazione, di cui è capofila il Consorzio del Soave, che raccoglie al suo interno le doc italiane di origine vulcanica, assieme ad enoteche e a comuni che sono accomunati dal “fattore vulcano”. Ne fanno parte Consorzio del Soave, Consorzio Tutela Bianco di Pitigliano, Consorzio Tutela Vini Lessini Durello, Consorzio per la Tutela dei Vini Orvieto, Consorzio Tutela Vini di Gambellara, Enoteca Provinciale della Tuscia, Consorzio Vini doc Colli Euganei, Cantina di Mogoro (Sardegna), Consorzio Tutela Vini dei Campi Flegrei, Comune di Milo, Consorzio di Tutela Vini del Vesuvio, Comune di Pantelleria, Consorzio Tutela Vini Etna doc, Consorzio di Tutela Vini d’Ischia.
I numeri del Vulcano
I suoli costituiti o originati da vulcanoclasti ricoprono circa 124 milioni di ettari nel mondo. in termini di paragone, rappresentano 4 volte la superficie dell’Italia e 20.000 volte la superficie di vigneto iscritta alla DOC Soave.
Questa tipologia di suoli ricopre quindi circa l’1% della superficie della Terra, fornendo però sostentamento al 10% della popolazione mondiale: questo dato meglio di molte parole esprime in maniera chiara il concetto di “fertilità” spesso attribuito alla terra dei vulcani in tutto il mondo.
I suoli vulcanici sono distribuiti prevalentemente lungo i bordi delle placche tettoniche o in loro prossimità. Tra le principali zone vitivinicole mondiali costituite quasi interamente da questo tipo di suoli possiamo elencare Napa Valley (California), Casablanca Valley (Cile), Santorini (Grecia), Rias Baixas (Spagna), Isole Azzorre (Portogallo), Alture del Golan (Israele), Yarra Valley (Australia). In Italia i principali distretti produttivi di questo tipo si trovano nel Soave, nella zona del Vesuvio e dei Campi Flegrei in Campania, sull’Etna e a Pantelleria in Sicilia, oltre che nella zona del Frascati e del viterbese nel Lazio.
Per quanto concerne l’Italia, presa nel suo complesso, la superficie vitata su cui insistono le doc di origine vulcanica ammonta a 17.050 ettari, per una capacità produttiva di 1.262.923 ettolitri di vino, che in termini di bottiglie corrispondo a 150 milioni di bottiglie.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.