Domenica prossima, il 28 dicembre alle quattro del pomeriggio, Chef Rubio, il volto televisivo di DMAX, sulla piazza del Mart di Rovereto, incontrerà i cuochi trentini e il vino autoctono lagarino (Marzemino, Enantio, Casetta). Uno show cooking per stomaci forti, ha già scritto qualcuno in rete. A questo evento aderisce convintamente anche Trentino Wine, così come ha fornito il suo apporto al festival enoico delle Giornate del Marzemino e degli autoctoni lagarini, che si è appena concluso.
La scelta di essere parte di questo evento nasce da lontano. E soprattutto nasce dalla convinzione che possa essere utile affidare l’immagine dei vini popolari del trentino, gli autoctoni, ad un volto, ad una voce, ad una modalità di comunicare il territorio, declinati dentro un mood popolare e di massa, come quelli incarnati da Gabriele Rubini AKA Chef Rubio.
L’idea di affidare al Re della Griglia e al protagonista di Unti e Bisunti, il compito di valorizzare, per un giorno e in un luogo prestigioso, i vini poveri – o i poveri vini, vedete voi – del Trentino, coincide con lo spirito di questo blog. Che ha fatto della comunicazione territoriale agita sempre con toni forti, toni da unti e bisunti, il suo stile.
Ma non solo. I vini popolari figli e orfani della civiltà contadina del Basso Trentino, assomigliano un poco alla cucina popolare, democratica e condivisa di Chef Rubio. La partecipazione all’evento che avrà come protagonista la cucina povera, con ingredienti trentini, di Rubio, si muove dalla valutazione del valore mediatico e culturale del suo approccio estetico al cibo della tradizione. Come per il vino autoctono, tradizione negata e marginalizzata dai meccanismi industriali, che hanno omologato il gusto e attribuito il controllo dei saperi e la distribuzione del cibo e del vino a ristrette élite professionali.
La lezione di Chef Rubio, mi sembra tracci la traiettoria di una riscoperta di conoscenze, di esperienzialità e di modalità condivise, che possono costituire un punto di riferimento anche il movimento dell’autoctonismo lagarino e trentino, ridotto a riserva indiana della vitivinicoltura trentina: nel 1980 queste uve rappresentavano il 15 % del vigneto provinciale oggi poco più del 2 %.
La scelta di affidare a Rubio il ruolo di testimonial del movimento di liberazione e riscatto dell’autoctonismo, apre alla possibilità di costruire uno scenario alternativo e un futuro da protagonisti anche per il Marzemino, per l’Enantio e per il Casetta.
Domenica 28 dicembre 2014 – Mart di Rovereto – Ingresso libero.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Liberi vini in libero Rubio…!