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“…E la scienza, la scienza, e la scienza l’è bela, l’è bela, basta avere l’ombrela, l’ombrela…” Il titolo del post mi riporta alla mente il motivo della canzone di Enzo Jannacci e Renato Pozzetto…!
Solitamente tutte le scoperte scientifiche vengono pubblicate su poche ma storiche e prestigiose riviste internazionali: The Lancet, Science, Nature o Cell. Ebbene io del Trentodoc di montagna lì non ne ho trovata traccia. Mi sarà sfuggito… forse è solo questione di qualche giorno… Le pubblicazioni scientifiche sono indispensabili per dimostrare una qualsiasi teoria, queste passano attraverso una scrittura scientifica estremamente rigorosa e devono seguire rigidi criteri prima di essere comunicate alla comunità scientifica la quale deve avere poi la possibilità di discutere, giudicare e verificare ogni singola affermazione. Vanno indicati i metodi di scientificità, deve essere possibile la riproducibilità ed essere a prova di confutazione che, anche se un solo scienziato provasse la non riproducibilità, la validità sarebbe annullata. Domande: qual è il confine territoriale/geografico del “terroir alpino”? Quale altitudine minima dei vigneti viene considerata come “terroir alpino”? I vigneti di Arco a 91 m s.l.m. sono da considerarsi “terroir alpino”? Quale distanza dalle Alpi e quali caratteristiche di composizione organico/mineraria deve aver il terreno del “terroir alpino” Quali vini (tutti???) Trentodoc sono prodotti col 100% di uve provenienti da vigneti descritti come “terroir alpino”? Che analisi vengono effettuate sui lotti di imbottigliamento a garanzia che il vino in bottiglia sia da “terroir alpino”? Quali sono i parametri dell’escursione termica giorno/notte che identificano il “terroir alpino”? L’escursione termica giorno/notte di oltre 40°C del deserto dei Sahara è da considerarsi meritevole della definizione di “terroir alpino”? Domanda conclusiva: che “livello d’imbecillità scientifica” abbiamo in provincia?