Rovereto, tarda mattinata, all’ingresso di un bar. Questa mattina. [°]
Cosimo: “Ciao Mario, vieni a bere un bicchiere?”.
Mario: “Si, volentieri. Sono infreddolito. Sono appena tornato dalla campagna, ho le mani gelate”
C. : “Ha, non sapevo avessi campagna. Pensavo facessi il pensionato a tempo pieno”.
M. : “Massì, mi passo il tempo. Poca roba: quattro mila metri di vigna. E’ il mio hobby”.
C. : “Cosa coltivi? Pinot Grigio?”.
M. : “No, no, che Pinot Grigio. Sono quattro mila metri di Marzemino. Lo porto alla Sociale. Finché me lo prendono”.
C. : “Beh sì, in effetti il Marzemino ormai è destinato a scomparire. Le Sociali consigliano l’espianto quasi ovunque e il reimpianto di altre varietà”.
M. : “E’ un impianto nuovo: quei geni della mia Sociale me lo ha fatto piantare sei anni fa. Prima hanno analizzato il terreno, poi mi hanno consigliato di piantare Marzemino. Sei anni fa, capisci: la vigna è ancora giovane. E poi sono solo quattro mila metri e io sono un pensionato. Lo faccio per passatempo”.
C. : Eh, vabbè Mario, ma se fra tre o quattro anni te lo pagheranno a prezzo da macelleria, cheffarai? Ti conviene adeguarti, finché sei in tempo”.
M. : “Col cazzo che mi adeguo. Mi farò il Marzemino in casa. E me lo berrò tutto con gli amici. E vadano in mona tutti. Ma proprio tutti, eh!”.
[°] La conversazione, naturalmente, è avvenuta tutta in dialetto. E la trasposizione in lingua non rende del tutto lo spessore dell’incazzatura di Mario.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.