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Dopo la disfatta trentina in sede giudiziaria contro la DOC Venezia (TAR e Consiglio di Stato), la vicenda Pinot Grigio, soprattutto grazie a produttori e imbottigliatore veneti e friulani, sta percorrendo la strada politica delineata da una grande DOC condivisa per tutto il Triveneto; da molte settimane, nelle segrete stanze, il dibattito si sta concentrando sugli strumenti da adottare per garantire rimuneratività alle singole zone, come la grande Valdadige, dentro uno schema piramidale che garantisca marginalità adeguate per tutti. Anche la recente modifica del disciplinare della DO Trentino (aumento delle soglie di produzione del PG) si inserisce dentro questo percorso.

Dal Friuli ora arriva però un autorevole suggerimento: la costruzione delle nuove politiche per il PG esca dai palazzi e sia sottoposta ad una serie di audizioni pubbliche.

Mi sembra un modo corretto e innovativo di affrontare queste cose; una modalità che parte dal presupposto che agricoltura e viticoltura siano un patrimonio collettivo, un valore territoriale e per questo, come del resto abbiamo scritto tante volte anche noi su questo blog, debbano essere oggetto di scelte che coinvolgano tutti i protagonisti del territorio, non solo le categorie economiche portatrici di interessi diretti e immediati.

dichiarazioni di Roberto Felluga di Confagricoltura FVG

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