Un suggerimento per chi fra domenica e mercoledì sarà così pazzo da avventurarsi nell’inferno di VINITALY.
Se avete tempo, e se non ce l’avete trovatelo, fatevi un giro nel padiglione che ospita il Trentino, il 3, e cercate Cantina Toblino (Stand B4).
Un uccellino mi informa che sarà in degustazione un Nosiola d’annata. Si chiama Largiller, un Cru che prende il nome dal vigneto di origine e che proviene da uve vinificate nel 2007.
Non so come sia questo vino perché non lo conosco, ma, il solito uccellino mi dice sia una primizia. Anzi una delizia. Tutt’altra roba rispetto al Nosiola un po’ noioso e un po’ fiacco, e da pronta beva, che siamo abituati a trovare in giro. Mi dicono anche sia la prova in bottiglia delle grandi chance di invecchiamento di questo autoctono trentino. Mi piace pensare, che tutto questo sia vero.
Naturalmente se non troverete il tempo di assaggiarlo a VINITALY, andate in cantina – io ci andrò ad aprile: in primavera la Valle dei Laghi è incantevole – e assaggiatelo lì, con calma. E poi proviamo a ragionare, magari insieme, sul futuro dei vini bianchi del Trentino. Pinot Grigio included. Purché, come promette questa bottiglia, siano vini con qualche aspirazione, qualche ambizione. Che non sia quella, solo quella, degli scaffali della GDO.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.