“Sotto tutela“, titola questa mattina l’Adige.
Insieme ai soldi, la Provincia ha spedito a Lavis un garante; tutor lo hanno chiamato. E’ un valente avvocato con parecchia esperienza.
Forse la Provincia avrebbe potuto fare di più: commissariare – ma sarebbe stato come ammettere il fallimento del precedente commissariamento e di tutto ciò che ne è seguito – o chiedere l’azzeramento dell’attuale CdA e dell’intero gruppo dirigente – ma anche in questo caso la politica avrebbe dovuto fare un mea culpa che evidentemente non ha potuto permettersi di fare o non ha avuto il coraggio di fare –.
Ora bisognerà capire quali saranno le prossime mosse e se il tutor avrà il potere di condizionare il piano di rilancio. Perché il problema non sono solo le banche e i posti di lavoro da tutelare. Il problema è più generale e di sistema: quale ruolo dovrà avere in futuro la vecchia o nuova La – Vis nell’ambito della vitivinicoltura provinciale? Continuerà (speriamo di no) a rincorrere i modelli oligopolistici di Cavit e Mezzacorona e quindi cercherà di riposizionarsi dentro un quadro industriale? O tornerà (speriamo) a fare la cantina sociale di primo grado, senza velleità ma con molta dignità?
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.