Fino a qualche mese fa il tariffario vini “ufficiale” per accedere alle vetrine dell’Expo milanese assomigliava ad una roba dall’altro mondo: 4500 euro per una sola etichetta da esporre nella cosiddetta Biblioteca del Vino. Ma per le aziende trentine, in questi giorni, grazie a mamma Provincia il prezzario sembra diventato più umano. E così con la modica cifra di 1500 euro tutti potranno esporre un’etichetta per sei mesi. Questo il tariffario diffuso in questi giorni da Consorzio Vini del Trentino, che insieme a Istituto Trento Doc e Provincia Autonoma di Trento – come recita la lettera di presentazione dell’imperdibile offerta – è riuscito a proporre questi prezzi “significativamente calmierati rispetto a quelli proposti da VeronaFiere (che gestisce il padiglione) alle singole aziende”
Ne vale la pena? Non ne vale la pena? Secondo le stime diffuse da Consorzio Vini il Padiglione trentino attirerà (almeno) 11 milioni di visitatori. Staremo a vedere il 31 ottobre se i previsionisti di via Romagnosi avranno avuto ragione.
Nel frattempo, io, qualche giorno fa, ho chiesto informazioni per ottenere l’accredito stampa. Ma dall’organizzazione milanese, per il momento, non ho ancora avuta alcuna risposta.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Però, che prezzi… anche scontati mi sembrano fuori dalla grazia di dio! Ma chi ci guadagna da questo affare?