Comunicato stampa
A EXPO 27 OPERE ICONA DEL VINO DEL MUSEO LUNGAROTTI
(29 aprile 2015). 27 opere rappresentative della cultura e della storia del vino, in un percorso artistico-visivo che conduce i visitatori di Expo a ripercorrere 5000 anni di tradizione, alla scoperta di uno dei prodotti simbolo della civiltà del Mediterraneo. E’ questo il contributo della Fondazione Lungarotti per l’Esposizione Universale di Milano. Dal 1 maggio al 31 ottobre, infatti, 27 opere del Museo del Vino (Muvit) di Torgiano in provincia di Perugia, recensito dal New York Times come “il migliore in Italia” per la qualità delle sue collezioni, saranno le protagoniste dell’area Educational di “Vino, a taste of Italy”, il padiglione del vino italiano, collocato all’incrocio tra il Cardo e il Decumano.
Sei le sezioni dell’itinerario esplorativo progettato dalla Fondazione Lungarotti per accogliere i visitatori di ogni età e nazione per evidenziare il rapporto del vino con la storia, la mitologia, la salute, l’amore, l’alimentazione e la convivialità.
Per Maria Grazia Marchetti Lungarotti, direttore della Fondazione e ideatrice del Muvit nel 1974 con il marito Giorgio: “Siamo onorati di poter contribuire a raccontare la storia del vino attraverso le opere raccolte in tutto il mondo in più di 40 anni di attività del Museo del vino di Torgiano. In questi mesi abbiamo selezionato dalle nostre collezioni di oltre tremila pezzi i reperti più rappresentativi e celebrativi, per consentire ai visitatori di conoscere cosa c’è stato e cosa c’è dietro ad una bottiglia di vino: un prodotto unico che nei secoli si è intrecciato con l’arte, la storia e la cultura”.
Tra le opere presenti ad Expo al Padiglione del vino italiano, la “Kylix” in ceramica (fine VI secolo A.C.) utilizzata nelle occasioni conviviali in epoca greca, etrusca e romana; il “Busto di Bacco” (Girolamo della Robbia, XVI secolo) che richiama al consumo moderato; il “Bevi se puoi” (Flaminio Fontana, 1575), la coppa nuziale ad inganno per i promessi sposi; la “Bocca di canale”, l’ingegnoso ‘condotto’ di epoca tardo romana da cui il succo dell’uva pigiata dopo la vendemmia fluiva verso un recipiente sottostante.
Lungarotti sarà presente al Padiglione del vino italiano di Expo anche con le sue etichette portabandiera dell’Umbria in tutto il mondo. Tra le partecipazioni, quella con l’Istituto del vino Grandi Marchi (l’associazione che riunisce le 19 griffe simbolo dell’enologia tricolore) con cui porterà nella Biblioteca del vino il Rubesco Doc (2011), il Torre di Giano Igt (2014) e L’U rosso Igt (2012) e nella collettiva del Consorzio Tutela Vini di Montefalco con il Sagrantino Docg (2009), il Rubesco Doc (2011) e L’U Bianco Igt (2014).
Inoltre Lungarotti è tra le 400 aziende italiane selezionate (su oltre 1000 candidate) protagoniste del progetto “Ecco la mia impresa” nello spazio di Intesa Sanpaolo, unico official global partner di Expo.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.