Foto scattata questa mattina all’entrata di un supermercato trentino. Colpiscono le denominazioni: Mueller e Marzemino ricadono sotto la Doc Trentino, mentre la bottiglia ribassata di Teroldego è un Vigneti delle Dolomiti.
Questo mi fa pensare che DOC Rotaliana, così territorializzata, sia più efficace della DOC Trentino.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
…se, ripeto, se le annate di Marzemino e Teroldego sono quelle dell’etichetta nella foto, ovvero 2008 (anche se è probabile che si tratti del solito pressapochismo italiano – sulla locandina manca anche l’anno del periodo dell’offerta…) allora il prezzo di € 2,99 per una bottiglia di probabili fondi di cantina è più che ragionevole!
duemilaotto duemilaotto… ma… almeno.. i teroldegari certe robe le fanno sull igt.. non sul rotaliano. almeno.
…già, forse allora sarebbe allora stato meglio declassarlo a Igt… ma in quel caso il supermercato l’avrebbe pagato la metà… La mia deformazione professionale mi porta però ad altre riflessioni. 1) che l’annata 2008 non fosse un refuso del grafico rende la cosa ancora più negativa, infatti che ci faceva il 2008 ancora nelle cisterne? E’ evidente dal prezzo che non era rosolio da vendere stagionato come l’aceto balsamico… l’esperienza accumulata in tanti capelli bianchi facendo l’archeologo e lo speleologo in un certo numero di cantine italiane mi dice che anche in quella cantina c’è probailmente (spero di sbagliarmi..) la brutta abitudine di tenere separati i mondi dell’enologo da quelli del commerciale. In una cantina fatta funzionare a dovere da un valido direttore si dovrebbe aggiornare mensilmente la forza commerciale su tutte le giacenze imbottigliate e sfuse e loro annate in modo tale che i commerciali adottino per tempo le strategie di vendita adeguate allo stock e smaltiscano le giacenze vecchie con priorità. 2) nel caso specifico non dovremmo soffermarci tanto sul prezzo basso quanto sul livello qualitativo del vino proposto. Spero sia ottimo, anche se dall’annata ne dubito fortemente. Infatti altro errore stupido di molte cantinotte italiane è quello di sottovalutare l’effetto boomerang di immettere sul mercato vino scadente anche se a basso prezzo. Sia la denominazione che la varietà ed il produttore vengono memorizzati nel subcoscio dal consumatore con conseguente deprezzamento di tutto il “pacchetto” nelle scelte future del consumatore. La politica vincente nel medio-lungo periodo è quella di vendere sempre il vino al momento giusto, quando è ancora buono, a costo di ridurne il prezzo pur di immetterlo sul mercato, Così ci fa sempre buona pubblicità, altrimenti meglio declassarlo a Vdt…
Le tue analisi dettagliate sono sempre perfette caro uomo con i capelli grigi….
Purtroppo nelle cantine i commerciali contano molto più degli enologi . Quando il commerciale dice che una certa annata non si vende più ed è meglio passare a quella nuova , i direttori ascoltano loro . E quindi in magazzino si accumulano giacenze . Ovvio che per un commerciale è più facile vendere annate recenti piuttosto che vecchie, a meno che non si tratti di prodotti di pregio tipo Brunelli, Baroli, Amaroni eccetera dove il ''vecchio'' ha un valore aggiunto e prezioso . In sintesi, le giacenze nascono perchè i commerciali non hanno voglia di sbattersi a vendere vini di annata non proprio recentissima.
Certamente, i clienti, in particolar modo quelli esteri, richiedono sempre i vini più giovani possibile. Ed hanno ottimi motivi di ordine pratico che giustificano questa loro costante richiesta. Proprio per questo dicevo che una cantina fatta funzionare a dovere da un bravo direttore innanzitutto avrebbe la gestione dello stock e delle annate in condivisione con la forza commerciale. Le priorità e gli obiettivi dei commerciali li stabilisce il direttore e non viceversa. La regola, in un’organizzazione seria, dovrebbe essere di evadere gli ordini spedendo sempre prima la vecchia annata fino ad esaurimento e poi passare alla nuova. (I commerciali che non dovessero comprendere e condividere questa regola andrebbero "riprogrammati" di corsa…). Ai commerciali spetta semmai la discrezione di stabilire a quali clienti particolare inviare eccezionalmente vini della nuova annata quando in stock vi sia ancora giacenza della vecchia. Nel caso del post, annata 2008 venduta nel 2015, constatiamo che quel residuo è rimasto fermo in cantina mentre si vendevano ben 6 (SEI) annate successive… 2009-2010-2011-2012-2013-2014.
(…se poi andassimo a far di conto sul delta tra prezzo di quel vino in carico sul bilancio e prezzo di realizzo alla vendita e se calcolassimo gli interessi bancari che la cantina avrebbe risparmiato se lo avesse venduto per tempo… ma questo immagino convenga a tutti lasciar perdere…).