E’ arrivata qualche giorno fa la risposta dell’assessore all’Agricoltura del Trentino, Michele Dallapiccola, all’interrogazione presentata qualche settimana prima dal consigliere provinciale Claudio Civettini; che aveva chiesto lumi circa la deroga concessa dalla Pat alla Viticoltori in Avio per l’uso, circoscritto a 13 ettari di vigna aviense, di un pesticida impiegato nella lotta alla cocciniglia, pesticida di norma non consentito nel vigneto trentino. La risposta, tutto sommato, ci può anche stare. In sostanza, dice l’assessore, l’impiego del Clorpyrifos Ethyl non è normalmente consentito, come altrove, poiché utile a combattere un tipo di infestante in Trentino ancora poco diffuso. Ci può stare.
La risposta dell’assessore, invece, diventa piuttosto inquietante quando ipotizza che l’eventuale danno di immagine arrecato alla suggestione di un Trentino pulito, buono e giusto, possa essere attribuito, non al fatto in sé, ma piuttosto al clamore mediatico che ha circondato questa vicenda. Insomma, come sempre, la colpa è dei giornali e dei giornalisti. Quelli kattivi naturalmente. E chiaramente questo blog , visto che è stato il primo a dare quella notizia (qui, qui e qui), va annoverato fra i kattivi maestri. Quelli che fanno skuola.
Grazie assessore, indimenticabile lezione deontologica la sua!
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Cattivo giornalismo! “…Il biologico è in ritardo in Trentino rispetto al resto d’Italia, anche se sta facendo passi avanti rispetto ad alcuni anni fa. Lo dicono i dati dell’Ufficio produzioni biologiche della Provincia, dai quali emerge che solo il 4,8% della superficie agricola provinciale è coltivato senza l’uso di pesticidi, che in percentuale è meno della metà di quanto avviene nel resto d’Italia…” L’Adige 17 Settembre 2015.
…bio…bio…bio… “Il Consorzio vini è in prima fila”… la salvaguardia del Territorio… che paccata di BALLE per il 51% di tonti ed ippocriti ! Invece Round-up e Clorpyrifos sempre presenti nella valigetta dei “veterinari” e pronti all’uso…
Grazie del bentrovato, non mi riferivo a questo blog che anzi, almeno da parte tua, ha cercato di mantenere un tono della vicenda "tranquillo", la mia perplessità, è riferita a tutti gli articoli che sono stati scritti, in nessuno di questi si è cercato di fare veramente luce, si è trattato il tutto con superficialità colpevole e ignorante.
Forse non tutti i giornalisti sono Kattivi ma molti forse non sanno cosa voglia dire fare giornalismo serio
come vedi però nel post di ieri, è lo stesso presidente di cvt a dichiarare che si è trattato di un errore..e che forse si poteva intervenire diversamente. lo dice lui. non lo dico io.
Va bene, ma una cosa è sbagliare, posto che si sia sbagliato. Altra cosa è descrivere la cosa in maniera sbagliata, disinformando.
Rimango un pò perplesso dalle affermazioni del presidente del cdv, non capisco il riferimento agli insetti antagonisti, non sono un esperto tutt'altro, ma a quanto mi risulta, non è che li prendi e li butti sulle viti così, diciamo a cazzo, parliamo di vitigni regolarmente trattati con fitofarmaci e per quanto ne so le forme di difesa di cui parla il presidente, hanno bisogno di un determinato "ambiente", che viene preparato, e in cui si evita appositamente di trattare in altri modi, diciamo così "tradizionali".
La sensazione mia è che si sia presa una decisione grave ma giusta, data la situazione, ma come spesso succede, non si abbia il coraggio di difendere la scelta fatta.
Buongiorno è tanto che non scrivo ma mi sembra che l'argomento meriti un pò di attenzione.
Tralasciando le sciocchezze di alcuni mi sembra che il dibattito sarebbe dovuto andare in una direzione diversa e più profonda, ci si sarebbe potuti chiedere perchè ,si era arrivati, da parte di una cantina, a una richiesta così radicale e ovviamente foriera di polemiche.
Nessuno ha chiesto ai tecnici di quella cantina, il perchè, forse si sarebbe scoperto, che la "lotta" contro quel parassita era cominciata già a giugno, provando tutti i prodotti ammessi dal disciplinare, senza ottenere alcun risultato.Si sarebbe scoperto che il rischi non erano i 13 ettari, ma l'estensione, negli anni futuri di un infezione particolarmente aggressiva e pericolosa.
Questo Io l'ho saputo solo facendo qualche domanda, non so se sia la verità, non ho i mezzi di verificarlo, ma del buon giornalismo, lasciamo perdere la buona politica , avrebbe dovuto scavare, e cercare di capire se, questi timori e queste decisioni, erano e sono giustificate o se si era esagerato.
Non sono un grande estimatore dell'assessore Dallapiccola ma non mi sembra che quello che ho descritto nessun giornalista l'abbia quantomeno citato.
Caro Sandro, intanto bentrovato. Poi, provo a rispondere alle tue perplessità. Quando scoppiò il caso, prima di scrivere, sul blog e sulla carta stampata i dettagli di questa vicenda, provai, come dici tu, a chiedere. A chiedere informazioni alla fonte, provai, insomma, a capire. Le risposte fotocopia che mi furono date, dai tecnici e responsabili di quell'area, furono queste:" Non non diciamo niente, non abbiamo niente da dire, al posto nostro parlerà Consorzio Vini del Trentino". Mi pare fosse giovedì, e provai a chiedere lumi a Consorzio. Ma non ci fu niente da fare: mi fu risposte che il lunedì successivo l'opinione di Consorzio sarebbe stata affidata ad un comunicato stampa. E così fu, alle sette di sera CVT inviò il comunicato che fu poi prontamente pubblicato. Questa la storia. Come vedi provai ad approfondire, ma mi ritrovai davanti ad un muro di gomma.