Oggi sul quotidiano Trentino, il presidente vegano di Consorzio Vini, messo di fronte ai dati sconfortanti che raccontano di un Trentino maglia nera nazionale in tema di agricoltura sostenibile, recita un mea culpa a proposito della vicenda della deroga al divieto di impiego del Clorpyrifos, raccontata minuziosamente nelle settimane scorse dal nostro blog. Dice il presidente Bertagnoli, confermando le nostre perplessità iniziali: “E’stato un errore e forse anche la FEM avrebbe dovuto consigliarci meglio“. It’s ok, presidente.
Mi sembra una posizione, un’ammissione, coraggiosa la sua. Estremamente coraggiosa in un contesto sociale e politico dominato dalla sussiegosa omerta rispetto al potere costituito e alla cultura dominante. Tutt’altro stile rispetto a quello esibito dall’assessore provinciale all’Agricoltura Michele Dallapiccola, che rispondendo ad un’interrogazione del consigliere provinciale Claudio Civettini, sulla medesima vicenda ha dichiarato: “Eventuali danni d’immagine per il settore potrebbe derivare invece dall’ingiustificato clamore mediatico che su questo caso si sta generando e che invece andrebbe presentato come esempio di corretta gestione di un disciplinare“.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Vi saluto ancora dall'altro capo del mondo… per un convegno sulla sostenibilità e la vite. Lontano dal mio Trentino, putroppo. Scusate lo sfogo, ma non riesco a trattenermi più.
Quindi, alla fine della fiera, l'ennesimo scaricabarile di respinsabilità delle infinite camere di regia, stanze dei bottoni, dirigenti e direttorii, enti, assessori e scatole cinesi. E progetti territoriali e vini di montagna (con viti coltivate 200 metri sul livello del mare). Ed intanto il territorio va per la sua strada con il clima che 'stizza' violentando gli zuccheri e inebetendo gli aromi. Con i patogeni che si sincronizzano sui cambiamenti climatici meglio e più velocemente delle zonazioni. Questa volta è la cocciniglia, la prossima volta saranno oidio o botrite…ma che parlo a fare? Per intanto il problema è stato risolto 'alla vecchia maniera', scusate a tutti per l'esposizione polmonare, non volevamo, è stato necessario, però, a parte qualche colpa degli altri, siamo i più sostenibili del mondo. Beh, intanto che ci lodiamo tutti quanti… con un po' d'umiltà andiamo a vedere dove si sta muovendo il resto del mondo. Gli anni '70 sono finiti da un pezzo, sono stati bellissimi, ma l'agronomia, intanto, ha fatto anche dei passi avanti. Date fiducia ai giovani, valà.
Anche se la tua è una esposizione ''polmonare'' ( come dici tu ) io la condivido in pieno. Posso darti un consiglio ? Resta dall'altra parte del mondo, dal punto di vista vitivinicolo stai certamente meglio che in Trentino 🙂