Moleskine Wine Girl – MWG per gli amici – armata di penna e taccuino da oggi, ogni tanto, ci racconterà delle sue scorribande fra i territori del vino italiano e trentino.
di Moleskine Wine Girl – Dopo un intenso ma piacevole fine settimana all’insegna della “vinicultura” italiana, tra le piazze del Trentino in occasione del Festival del Vino Trentino atto primo, e quelle piemontesi alla manifestazione “Canelli Città del vino”, e sull’onda delle considerazioni sulla mal riuscita presenza del Trentino all’Expo, credo che sorgano spontanee alcune domande e perplessità.
Munita del mio taccuino di degustazione ho cercato di approcciarmi alle manifestazioni nel modo più empatico possibile, osservando movimenti, dinamiche, servizio, organizzazione con un’ottica del tutto distaccata ma curiosa.
Accoglienza e Preparazione del Personale
Venerdì sera 25 settembre a Palazzo Thun. All’ingresso né un saluto cordiale né tanto meno un qualcuno che “spiegasse” il funzionamento della degustazione, forse perché non eravamo personaggi illustri del mondo vitivinicolo, forse perché nemmeno gli addetti ai lavori erano sufficientemente informati sull’aspetto organizzativo della manifestazione. Possiamo comprendere trattandosi della prima edizione ma un cordiale saluto credo sia doveroso all’insegna della buona educazione, non solo vitivinicola. Banco degustazione: la persona dedicata alla mescita (sommelier) non conosceva nemmeno tutti i vini (circa una dozzina) che aveva in degustazione (direi poco professionale sia per un sommelier sia per colui che è addetto alla mescita e al contatto diretto con il pubblico).
Venerdì sera 25 settembre a Palazzo Roccabruna. Accoglienza idem come sopra, tavolini pieni di bicchieri, tempi di attesa biblici, poca formazione del personale addetto al servizio; pochi posti a sedere; fumatori e non fumatori gomito a gomito; nessuna sputacchiera sui tavoli (ma portata su richiesta), nessuna brocca con acqua. Poca informazione generale del personale addetto alla mescita a proposito dei vini presenti in degustazione.
Sabato 26 settembre a Canelli (visita alle cantine storiche Coppo, Gancia e Contratto).
Accoglienza diretta da parte degli enologi/sommelier aziendali o di personale dedicato alle visite formato dall’azienda. Visite bel studiate nella forma e nei contenuti, personale preparato e ben disposto anche alle domande più specifiche. Personale disposto a far degustare senza riserva alcuna vini di maggior pregio anche se non previsti dal format della visita. Ospitalità a 360° per tutti indistintamente (che sia un addetto ai lavori, un blogger, un appassionato o semplicemente un curioso).
Domenica 27 settembre presso i piccoli produttori (Az. Agricola Avezza Paolo, Az. Agr. Cascina Barisel e Az. Agricola Bocchino Giuseppe). Accoglienza famigliare, visita dettagliata dell’azienda, disponibilità a 360° a domande, degustazione dei prodotti aziendali senza riserve. Professionalità e accoglienza famigliare.
Considerazioni: nessuna differenza tra accoglienza delle grosse cantine e quella dei piccoli produttori. Nessuna polemica tra i vari produttori nemmeno in seguito a domande diciamo “provocatorie”. Tutti parlano bene di tutti indipendentemente dalle dimensioni e dal business. Molta solidarietà e riconoscimento dei propri pregi (es. Cantina Contratto ha parlato molto bene di Avezza e del suo metodo classico; cantine Coppo hanno parlato molto bene di altri produttori di Barbera d’Asti, es. Cascina Barisel, nonostante siano nuovamente premiati con 3 bicchieri Gambero Rosso per il “Barbera d’Asti DOCG Pomorosso”, idem Michele Chiarlo, e nessun piccolo produttore ha mai commentato in modo discutibile a proposito di Gancia ormai “multinazionale” della Vodka in mano al Russo Tariko che con il metodo classico italiano ha nulla a che fare).
In piazza Canelli: nessuna differenza tra gli stand dei piccoli produttori e quelli dei grandi produttori, nessun “centellinamento” sul vino in degustazione e di nozioni circa il mondo del vino locale. Aria di festa enoica nel paese, un poco di disorganizzazione da parte della Pro Loco di Canelli. Persone cortesi che si fermano a scambiare due chiacchiere nonostante vicino a te ci sia l’assessore al Turismo piuttosto che il sindaco di qualche paese limitrofo. Nessuno sguardo di sufficienza.
Nei ristoranti e trattorie canellesi: tutti hanno tutto. Le etichette dalle più prestigiose a quelle meno conosciute sono a disposizione del cliente; il vino proposto è locale e senza differenza tra big e non, i camerieri e il personale addetto al pubblico conoscono in maniera abbastanza approfondita il vino in proposta (caratteristiche tecniche, es. se fa legno o meno, annata etc, insomma quello che si dovrebbe conoscere del vino proposto).
L’accoglienza a Canelli è sicuramente il punto di forza e il valore aggiunto che ho riscontrato (indipendentemente dall’altissima qualità dei vini). Mi sono trovata molto bene a dialogare di vino, indipendentemente dalla mia limitata conoscenza e preparazione rispetto alle persone che avevo di fronte ma non mi sono mai sentita “inferiore” a loro e alle loro conoscenze, cose che invece percepisco molto in alcune aziende trentine. Semplicità, direi, la parola più adatta per descrivere i rapporti intrapresi con le persone locali. Molto simile alle sensazioni che percepisco nelle aziende altoatesine.
Qui in trentino abbiamo molto da imparare: forse l’umiltà o forse dobbiamo superare la diffidenza che abbiamo naturalmente nel nostro DNA e forse la paura di mostrarci per quello che siamo ovvero l’ignoranza in cui viviamo.
Mi sveglio tutte le mattine pensando che il giorno sarà migliore del precedente… Poi mi rendo conto che sono una sognatrice (e mi piace esserlo). “Tutti i grandi sono stati piccoli, ma pochi di essi se ne ricordano” – Il Piccolo Principe.
Sono attenta e curiosa e mi piace ascoltare e imparare perché nella vita non si è mai abbastanza preparati.
“I like to listen. I have learned a great deal from listening carefully. Most people never listen” – Ernest Hemingway.
Amo il vino, mi piace berlo e parlarne. E’ cultura, è società, è tradizione è vita. “Il peggior vino contadino è migliore del miglior vino industriale ” – Luigi Veronelli.
Il cambiamento ha un prezzo e richiede molta fatica. Ma se nel corso degli anni non fossimo cambiati, la razza umana sarebbe già estinta. “Cada acto de creación es ante todo un acto de destrucción” – Pablo Picasso.
Mi chiamano Moleskina perché appunto tutto sul mio taccuino, come se dovessi lasciar memoria per qualcuno.
il risultato non è condivisibile.
Gentile Albergatrice,
il suo commento offre davvero molti spunti di riflessione. Grazie.
MWG, non badare alle stranezze di albergatrice…. lei è una signora istituzionale che ci segue fin da quando siamo nati. e da allora non perde occasione per insultarci… anzi questa volta è stata fin troppo tenera…forse perché sei una donna. Con me e Ziliani usa sempre il piccone…Lei l'albergatrice è fatta così…ama il trentino così come è…
Ti rode cosimo che ci sia qualcuno che non la pensa come te e che ha il coraggio di mettersi contro di te. sei abituato a quelli che ti leccano sempre, ma con me hai sbagliato persona. sei un poveretto!
E invece, è stato tutto bellissimo al Festival: magari ce ne fosse uno tutti i mesi. C'era tantissima gente e bellissima gente. Se voi non avete capito peggio per voi. volte l'invidia acceca! Siete pessimi!
Buongiorno, quelle aziende di cui parli, sono in molti casi le stesse che hanno contribuito a far perdere al trentino quell'aura di unicità ,di cui l'alto Adige, adesso da solo, si fregia, e adesso si lamentano per l'inadeguatezza di piazzetta Trentino.
Forse pagano o hanno pagato, ma questo non basta, nei posti di cui parli c'è chi si da fare per promuoversi, non aspetta che qualcuno lavori per lui.
Non voglio difendere nessuno anzi, dico che è con questo atteggiamento che si è permesso, a molti incompetenti politici e no, di sistemare e sistemarsi in posti che non gli competerebbero assolutamente.
Come ha ben detto Cosimo il problema non nasce oggi, ha radici antiche.
Se quell'io si intende me persona sono d'accordo con te Sandro, ma non dimentichiamoci che quell'io in questo caso significa ente preposto alla diffusione del prodotto trentino, portabandiera di un territorio e di aziende (che pagano) che vogliono diffondere il proprio prodotto e non per beneficienza ma soprattutto per creare un business… Se l'accoglienza e la professionalità vengono a mancare, soprattutto nel periodo delle relazioni, il prodotto da solo può far poco considerando la concorrenza elevata dei vicini di casa.
Io ho girato abbastanza, e se posso confermare, il fatto innegabile che l'orso, noi trentini lo abbiamo dentro, (anche se poi lo rifiutiamo in giro), non mi sento di sottoscrivere i giudizi dati.
ognuno basa il proprio agire e giudicare, in base alle esperienze personali, ma che appunto personali sono e, in quanto tali, sicuramente opinabili.
Ho trovato dappertutto belle persone, belle iniziative, e brutte persone e brutte iniziative, in Trentino come in giro per la purtroppo poca Italia che ho visto.
In quanto alla autorefenzialità, dipende da cosa e come la si intende, se io faccio qualcosa, qualsiasi cosa, la faccio prima di tutto per me stesso, per una mia intima soddisfazione, se sono bravo ,creo qualcosa che funziona e altri possono goderne.
Tutte ma proprio tutte le piccole grandi idee e iniziative partono da questo, dimenticarsene e ingenuo e anche un po ingiusto.
Gentile Ghino,
Le confesso che il dubbio sia venuto anche a me. Poi con ottica critica mi sono chiesta: ma se le cose le facessi per me, le vorrei/ farei così?
Spero che la stessa domanda venga fatta da coloro che ideano e realizzano i vari format. Poi personalmente pago lo scotto dell'ingenuità e la trasparenza… O forse mi piace credere che le cose, quando si fanno, si devono fare bene.
Sicura MWG che noi queste cose non le si faccia per noi stessi? E per saziare la nostra fame e sete …autoreferenziali? Perché io ho la sensazione, che a parte poche eccezioni, cosi sia…
Mi salta subito all'occhio la differenza fra approccio pubblico (nel senso deteriore) e privato (nel senso positivo). Privatamente anche i nostri sono come ci si aspetta, è il pubblico-istituzionale che zoppica, inciampa, fa disastri. Spiace che organizzazioni che dovrebbero essere privatisticamente condotte assumano subito il deleterio del pubblico. Attendiamo solo il comunicato ufficiale di chiusura della manifestazione che, coerentemente, sarà autoreferenziale e – a questo punto – di difesa dell'operato. Del resto dopo tre lustri di blocco delle idee, la devastazione anche a livello promozionale ne è la logica conseguenza. Verrebbe da dire e ridire con Bartali che è tutto da rifare. Mi consola, amaramente, la notizia che gira da una settimana sulla stampa piemontese riguardo al sopralluogo con relativa denuncia di Carabinieri e funzionari dell'Ispettorato del lavoro nel vigneto dove un vignaiolo stava allegramente vendemmiando in compagnia dei suoi amici … non in regola con le carte. Almeno da noi, incrociamo le dita, la vendemmia sta finendo senza questi strascichi.
Gentile Angelo,
non possiedo le competenze per parlare da professionista addetto ai lavori ma credo di poter esprimere le sensazioni ed i sentimenti che mi attraversano negli approcci con il prossimo, come utente privato s'intende. Benché trentina di nascita posso solo dire che l'accoglienza che diamo ai nostri spettatori (infatti le feste/ festival/ eventi non li facciamo per noi stessi, correggetemi se sbaglio) si potrebbe migliorare sia dal punto di vista del calore umano sia da quello professionale. Ciò dovrebbe essere indipendente dall'identità pubblica o privata. Questo mi sento di dirlo. Ovviamente non si può fare di tutta l'erba un fascio, esistono in trentino molti posti dove si sta bene ma molto bene, peccato siano la minoranza. I trentini sono orsi, si dice in giro, ma adesso che l'orso lo abbiamo veramente, lasciamolo alla montagna e noi cominciamo a fare la vera accoglienza che, in fin dei conti, è quella che paga. Le somme e i numeri li lascio "dare" a chi di dovere.
Bello canelli…vicino ad Asti se non sbaglio…