A MondoMerlot l’incoronazione di Abundantia
Ad Aldeno aperti Villaggio e Locande di Bacco
Per MondoMerlot è stata la giornata delle celebrazioni, quella che ha incoronato ufficialmente «Abundantia», un vino Maremma Toscana Doc Merlot 2011, dell’azienda Rigoloccio di Abati e Puggelli di Gavorrano, in provincia di Grosseto, come il miglior «Merlot d’Italia». L’evento, come da tradizione è andato in scena nella città capoluogo, a Trento, presso il suggestivo Palazzo Geremia, grazie alla conduzione del direttore della testata specializzata «Civiltà del bere» Alessandro Torcoli, coadiuvato dalla sommelier master class Adua Villa e presentato dal sindaco di Aldeno Nicola Fioretti, il quale ha evidenziato soprattutto il record ottenuto in quanto ad etichette presenti, ben 115.
Il protagonista della serata è stato però Ezio Puggelli uno dei tre soci dell’azienda toscana, che non è nuova a MondoMerlot: “Abbiamo partecipato al Concorso Nazionale Merlot d’Italia in altre due occasioni, ottenendo un secondo e un terzo posto e quest’anno è arrivata la Gran Medaglia d’oro. Per noi l’apoteosi. Una grande soddisfazione per la nostra azienda, soprattutto perché ottenuta nel miglior concorso d’Italia riservato a questo vino, aspetto che ci rende ancora più orgogliosi. Un concorso dove non esistono interessi economici, gestito e giudicato da professionisti competenti e con una grande passione, e dove il protocollo prevede che i degustatori giudichino alla cieca, indice di grande serietà e validità”.
Quest’anno in particolar modo sono stati i vini toscani gli assoluti protagonisti del Concorso di Aldeno. Il motivo? “Da alcuni anni – prosegue il professionista grossetano – la Toscana è una grandissima realtà per il merlot, che prima aveva una diffusione soprattutto nel nord Italia. In particolare nella zona del Bolgheri dove si produce il merlot più famoso d’Europa, nel golfo di Follonica, ci sono caratteristiche e clima ideali. I nostri vitigni distano una trentina di chilometri dal Golfo ed hanno la fortuna di recepire queste peculiarità, arricchite da altre fragranze e originali”.
La vostra è un’azienda giovane, ma particolarmente vivace: “Quella appena conclusa – conclude Puggelli – è stata la nostra dodicesima vendemmia. Siamo una realtà che ha fatto una scelta particolare, cercando di puntare sul prodotto di qualità con tanta passione e amore per il nostro lavoro. Abbiamo deciso di concentrare la nostra produzione su vitigni internazionali, anche se ormai possiamo definirli italiani a tutti gli effetti, come il Cabernet Franc, il Cabernet Sauvignon, il Petit Verdot per quanto riguarda i vini rossi”.
Oltre alla Gran Medaglia d’oro – Merlot d’Italia 2015 sono stati consegnati riconoscimenti ai primi tre classificati delle 4 categorie previste, ovvero Merlot DOC e DOCG (annate 2014/2013); Merlot IGT (annate 2014/2013); Merlot DOC e DOCG annate precedenti; Merlot IGT annate precedenti. Un premio è andato anche al miglior Merlot trentino, riconosciuto nell’IGT Merlot «Pivier» del 2011 (Vigneti delle Dolomiti) dell’Azienda Agricola Cesconi di Pressano, con il vino Vigneti delle Dolomiti.
Quasi in contemporanea ad Aldeno si è alzato il sipario sul Villaggio Merlot e sul Percorso di Bacco, le due iniziative espositive ed enogastronomiche all’interno di suggestive locande all’aperto che in questi tre giorni animeranno il borgo della Destra Adige, anche grazie a momenti musicali. Oggi si sono esibiti i Teddy Pilchards e il Punto Gezz, sabato sera alle 21 toccherà ai Radiottanta nella piazza della Chiesa e al Trio Jazz in piazza della Torre.
E si è animato anche il Teatro comunale di Aldeno, con la Mostra dei Merlot d’Italia, grazie al servizio sommelier curato in sala tasting da Ais Trentino. Appassionati del mondo enoico e curiosi hanno potuto degustare 108 vini provenienti da tutta Italia, ma pure 7 vini d’Israele, grazie alla partnership nel segno dell’internazionalità che vuole il nuovo corso organizzativo, 10 Top Merlot e 13 Bordolesi trentini.
La giornata di sabato sarà la più ricca e interessante, anche perché terrà a battesimo un nuovo vino, un “Bolgheri Superiore Merlot”, un prodotto creato dall’enologo Barbara Tamburini, che avrà lei stessa l’onore di raccontare alle 10 presso Palazzo Piomarta di Rovereto, durante la degustazione dal titolo “Il Merlot, un grande vitigno. Importanti espressioni che nascono in due Paesi vicini quanto diversi: l’Italia e il Canton Ticino – Svizzera”. Si tratta del “Liborio 2013 – Bolgheri Superiore Merlot” dell’azienda Tringali Casanuova di Castagneto Carducci, in provincia di Livorno. La stessa Tamburini ha ricevuto dal sindaco di Aldeno Nicola Fioretti un premio speciale “Protagonisti Eccellenti”, per il suo percorso professionale in qualità di enologo di grande caratura e per la determinazione e la passione che pone nel suo lavoro e per il legame che ha sempre avuto con la rassegna di Aldeno, che con la sua presenza ha sempre valorizzato.
Nel pomeriggio da non perdere presso l’Aula Consiliare di Aldeno la degustazione dal titolo «Una verticale a confronto con il padre», ovvero sei annate di San Zeno (Trentino Rosso Riserva) e un’annata di Trentino Rosso Castel San Michele. In serata poi spazio alla degustazione della Confraternita della Vite e del Vino presso la Cantina Aldeno.
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!
Ieri sera sono dunque stato ad assaggiare i merlot al self tasting.
Dato che quest'anno l'organizzazione ha messo a disposizione in anticipo l'elenco dei vini premiati, con diligenza accompagnato da un caro amico (Il Grande Logoteta) li ho assaggiati tutti. La prima osservazione generale che mi viene da fare è che i vini delle categorie 2014/2013 mi sono apparsi mediamente troppo acerbi. Tutti, chi più chi meno, si caratterizzano per un tannino ancora troppo stringente o per delle note vegetali non ancora ben amalgamate. Niente di grave, c'era da aspettarselo; ma se non è un obbligo del regolamento del concorso io penserei di limitarsi alle annate precedenti, tanto che senso ha premiare vini che non sono palesemente pronti?
I vincitori delle annate precedenti si caratterizzano per una forte mineralità e sapidità. A dirla tutta non ne compererei neanche uno: in qualche altro posto sulla mostra si commentavano le menzioni come il segno di una sprovincializzazione del concorso. Io mi permetto di non essere d'accordo: probabilmente mi azzarderei a dire che forse hanno cambiato alcuni degustatori nel panel di giuria, e questi hanno un gusto diverso dagli altri. Un gusto che personalmente non apprezzo molto. Avrei quasi voluto dire che i giurati si siano adeguati ad un gusto internazionale ed in fase di abbandono del fruttato e del marmellatoso per andare ad una maggiore durezza e sapidità. Ma poi ho assaggiato i vini israeliani: questi per precisione sono dei bordolesi e non dei merlot in purezza: ma mi hanno fatto scarrellare. Sarò di gusti superati io, ma questo profumo ed aroma di mirtilli, di lamponi, di more e di ciliegie è di gran lunga meglio degli aromi di sale, di balsamo (raro) e di sangue che mi è parso di sentire nei vincitori. Ho apprezzato i veneti Sante Rosso, ed il merlot Ad Novum IX; buonissimo il Baglio di Pianetto I Salici che è siculo; apprezzato molto il Riverbero 2008 (unico piaciuto fra i menzionati, è terzo nella categoria anni precedenti).
La manifestazione resta bellissima, come gli altri anni del resto, complimenti agli organizzatori. Quest'anno niente serata di gala ma pazienza, mi sono potuto ammirare qualche bella figliola il che mi ha consolato di essermi perduto l'Adua Villa.
Finisco con una nota di colore e di speranza: ieri sera ho visto molti trentenni attardarsi ai banchi, specialmente alla serie di bordolesi trentini che sono vino facili e comodi per incominciare. E' bello vedere nuovi giovani anziché le solite facce.
Ciao, PO
Post scriptum: il miglior -forse- vino israeliano si chiama FLAM: direi che è più che un invito per i dorotei trentini nostalgici …