Per correttezza, nei confronti dei lettori e dell’assessore Dallapiccola, faccio questa comunicazione: l’assessore, a pochi minuti dalla pubblicazione del post, ha contattato il blog per fornire un’interpretazione autentica delle dichiarazioni di ieri. Nessuna a guerra a booking e a expedia (“so con chi ho a che fare, non sono uno sprovveduto“), ma una piattaforma più frendly e maggiormente collegata con gli operatori, con i territori e con il brand trentino. Questo in sintesi il suo orientamento. Domani un’intervista e maggiori dettagli sulle intenzioni delle assessore.
Chapeau all’assessore Dallapiccola, che, nonostante tutto, ha ancora voglia di dialogare con noi!

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In un incontro con gli amministratori della Vallagarina, ieri, l’assessore al Turismo del Trentino Michele Dallapiccola ha dichiarato guerra ai giganti del turismo on line come Expedia e Booking, che insieme controllano più del 70 % del mercato delle prenotazioni turistiche on line, assicurando che la Provincia continuerà ad investire sulla rete.

Abbiamo un sito unico, www.visittrentino.it che deve essere il portale di tutto il territorio da cui, grazie ai link, si raggiungono i siti di ogni albergo. Perché il nostro nemico si chiama booking o expedia

E ci mancherebbe altro che la Provincia non continuasse ad investire sulla rete, ma una cosa è investire sulla rete, un’altra cosa è investire in strumenti e su funzioni sbagliati. E sinceramente sfugge la ragione per la quale la PAT e i suoi satelliti promoturistici debbano occuparsi di prenotazioni on line. A meno che la ragione non sia semplicemente e banalmente autoconservativa.

Urge che qualcuno spieghi all’assessore che nel 2013 Booking aveva un fatturato consolidato di circa 39,2 miliardi di euro, con un incremento del 38% rispetto all’anno precedente, e che il l fatturato netto sfiorava i 6,8 miliardi, con 9.500 dipendenti e una capitalizzazione di Borsa quasi cinque volte più grande di quella di Fiat.

Urge che qualcuno glielo spieghi, perché questa dichiarazione di guerra, ammesso che qualcuno la prenda sul serio, rischia di trasformarsi in una tragedia paragonabile solo a quella della sciagurata campagna di Russia dei nostri poveri alpini, mandati a morire di freddo e di stenti armati di fucili di legno e vestiti di scarponi di cartone.