Trento: lotta senza quartiere all’alcool. Tralascio le considerazioni sull’efficacia, di cui dubito, di questa misura in particolare. Ma ricordo che Trento è il comune più vitato del Trentino e che la municipalità fa parte, volontariamente – e si spera anche consapevolmente – dell’Associazione Nazionale delle Città del Vino. E ricordo, anche, che l’assessore all’Agricoltura del Comune di Trento è membro del direttivo regionale della medesima associazione. Potrei andare avanti e ma mi fermo qui: la schizofrenia mi pare l’elemento portante di una politica populistica che rincorre le ragioni della pancia. A prescindere.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Mi piace constatare la solita coerenza tra le cose… anche dei quotidiani…
Sopra Mercatini Boom (dove brulè a fiumi così come grappa e vino nelle varie casette) sotto guerra all'alcool… Ma insomma prendete una posizione ogni tanto e che sia coerente.
io e Enrico Baraldi abbiamo definito la schizofrenia di cui si occupa questo post come la "politica di Penelope" sull'alcol. Se la vedo dal punto di vista della salute: il Ministero della salute di giorno tesse la tela della prevenzione, investendo denaro pubblico per prevenire i problemi conseguenti al bere (si sa che la strada maestra è perseguire la riduzione dei consumi), il Ministero delle Politiche Agricole la notte disfa la tela, investendo denaro pubblico per promuovere le bevande alcoliche. Se la vedo dal punto di vista della produzione e commercio di bevande alcoliche… basta invertire il giorno con la notte, e il risultato non cambia. Che senso ha investire soldi per promuovere una bevanda e poi proibirne il consumo? Che senso ha investire soldi per una politica che ira a ridurre i consumi e poi promuovere il vino o gli altri alcolici? Non facessero più nulla, in un senso e nell'altro, almeno risparmierebbero denaro pubblico.
condivido… il tuo ragionamento… alessandro. la metafora omerica è perfetta.
Perfetto Alessandro: questa schizofrenia ipocrita è insopportabile. Davvero.
Andreatta, Andreatta … dopo ave perso la guerra dei conigli al cimitero ora vai alla guerra del vino… secondo me hai già persa anche questa.
Come se i giovani che vogliono ubriacarsi non fossero capaci di approvvigionarsi di birra e alcolici in altro modo. Qui siamo davvero al populismo senza costrutto.
Ma quando si parla di alcol si deve sempre riferirsi al vino ??