Ieri a Pinzolo, durante un incontro con gli allevatori di vacche di razza Rendena, l’assessore al Turismo e all’Agricoltura Michele Dallapiccola ha dichiarato che l’obiettivo del suo Assessorato è quello di rafforzare il legame fra i due settori. Perché il turismo, ha spiegato, rappresenta il naturale sbocco di mercato per l’agricoltura.
L’idea non è nuova. Né sullo scenario internazionale, né su quello locale, dove i due comparti sono stati accorpati in un medesimo assessorato ormai da più di una decina d’anni. E i risultati si sono visti. Anzi, non si sono visti. Tutta la stagione agroturistica mellariniana (2003 -2013), infatti, si è fermata ai nastri. Da tagliare.
In via generale l’assessore ha ragione, come aveva ragione Tiziano Mellarini – Re Sole a suo tempo: questo modello a volte funziona. In Alto Adige, per esempio, ha funzionato. Ma l’Alto Adige non è il Trentino. Dove, al contrario di quello che è accaduto in Sud Tirolo, in questo decennio, ma anche prima, l’agricoltura si è solidamente strutturata seguendo le linee di un innaturale modello spintamente industriale. Mentre il racconto deprivato di realtà, anche culturalmente, anche concettualmente, del Trentino bucolico veniva lasciato alle astrazioni fumettistiche delle articolazioni comunicative istituzionali e para istituzionali.
Un giovane amico, un agricoltore, ha tradotto bene, con parole sue, la declinazione concreta di questo modello: “In Trentino si fanno presepi e scenografie”. Mentre dietro la scenografia, la produzione intensiva e industriale depauperava, e depaupera, l’identirarismo territoriale. Unica risorsa realisticamente spendibile sul mercato del turismo.
Credo abbia ragione lui: in questi anni, mentre i cantori istituzionali dell’agricoltura funzionalizzata al mercato turistico costruivano comici, e fragilissimi, fondali scenografici, il settore primario si dedicava alla produzione industriale e generica di merce alimentare. Con poche eccezioni: Melinda e Trentingrana, unici due marchi che, sia in termini di volumi, e quindi di reddito, e di identificazione territoriale, possano essere citati come esempi virtuosi. Non a caso, entrambi, saldamente legati alla Valle di Non.
E il turista lo ha capito. E lo capisce.
E preferisce acquistare vino, e anche altro, in Valpolicella. O in Alto Adige. A parte le mele. E il grana.
Troppo poco.
Troppo.
Poco.
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comunicato stampa pat
L’assessore all’agricoltura, foreste, turismo e promozione Michele Dallapiccola, ha partecipato oggi a Pinzolo ad un incontro con gli allevatori della Razza Rendena, organizzato dall’Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Rendena e dall’Unione Allevatori Val Rendena. Nel corso del suo intervento l’assessore Dallapiccola, ha sottolineato il protagonismo di questi allevatori e si è soffermato su “Giovenche Di Razza Rendena”, la manifestazione di fine estate che si svolge a Pinzolo in occasione del rientro delle mandrie bovine dagli alpeggi. “Questo evento – ha sottolineato Dallapiccola – rappresenta al meglio, l’indirizzo che l’assessorato vuole offrire come esempio concreto di integrazione tra turismo e agricoltura”.
“Giovenche di Razza Rendena” è una manifestazione organizzata dagli allevatori di Pinzolo e della Val Rendena, riprende la tradizione della storica mostra mercato e interpreta la passione di una comunità nei confronti di un presidio zootecnico che è simbolo dell’identità di questo territorio.
“Questo evento – ha sottolineato l’assessore Dallapiccola – è anche punto d’incontro tra il mondo agricolo e quello turistico. I due settori sono sempre più strettamente connessi, costituendo il primo, un importante mercato di sbocco, un’opportunità di diversificazione multifunzionale delle aziende agricole ed una fonte ineguagliabile di immagine per il secondo. L’agricoltura è una componente fondamentale della proposta turistica del nostro territorio, intimamente legata ai valori identitari. Vi ringrazio, perché attraverso questa manifestazione, avete aperto una strada che in molti, mi auguro, vorranno percorrere.”
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Se può essere utile al dibattito, ho trovato questa dichiarazione attribuita al presidente dei vignaioli trentini:
"…dati recenti (AGEA/MIPAAF) hanno dimostrato che il rapporto tra vino certificato e vino potenzialmente certificabile nel 2014 era del 98% in Sudtirol e del 60% in Trentino, a fronte di una media nazionale dell’82%. Nel 2014, inoltre, il 33% del vino Trentino DOC è stato declassato". Cosa vuol dire questa cosa? Che prima si fanno uve doc e poi si preferisce impiegarle per vini igt? Ma è vero? E che senso ha?
Ostia caro il mio Il Conte, le #santorine sono le femmine della genia dei Santoro (quelli del Capocollo di Martinafranca). Che del loro cognome hanno fatto un fenomeno (proprio fenomeno) mediatico. http://www.salumificiosantoro.it/
Seguo il tuo consiglio Conte… Dedicherò il fine settimana al galateo….. Ma tu. Vai a trovare le #santorine …non te ne pentirai…
Segnalò che il post – autonomamente – è diventato un' interrogazione in C.P. a cura di Civettini della Civica. che si è mosso senza alcuna sollecitazione da parte nostra.
Grazie.
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Buongiorno,
sono con la presente a trasmettere in allegato – e di seguito – una interrogazione del consigliere provinciale/regionale Claudio Civettini dal titolo: “TURISMO E AGRICOLTURA: QUALE IL PROGETTO DELLA GIUNTA PROVINCIALE PER LO SVILUPPO DI ENTRAMBI?”
Con questo atto politico – come ne suggerisce il titolo – il consigliere Civettini, alla luce di recenti dichiarazioni da parte dell’Assessore provinciale al Turismo e all’Agricoltura in ordine alla volontà di promuovere sinergicamente turismo e agricoltura, intende chiedere alla Giunta provinciale attraverso quali confronti si starebbero facendo tali scelte politiche, quali le linee del progetto in corso, quali i coinvolgimenti delle categorie e come si intendono far coniugare i diversi turismi presenti in Trentino.
Ufficio stampa Consigliere Claudio Civettini – Civica Trentina
dott. Giuliano Guzzo
Trento, 12 Gennaio 2015
ILL. MO
BRUNO DORIGATTI
PRESIDENTE DEL
CONSIGLIO PROVINCIALE
PALAZZO TRENTINI
INTERROGAZIONE
TURISMO E AGRICOLTURA
QUALE IL PROGETTO DELLA GIUNTA PROVINCIALE
PER LO SVILUPPO DI ENTRAMBI?
Come le cronache locali hanno riportato, nei giorni scorsi, a Pinzolo, durante un incontro con gli allevatori di vacche di razza Rendena, l’Assessore provinciale al Turismo e all’Agricoltura ha pubblicamente dichiarato che l’obbiettivo che il suo impegno politico, in questa fase, si pone con primaria attenzione è quello di rafforzare il legame fra i due settori.
Perché il turismo – ha aggiunto – non costituisce il naturale sbocco di mercato per l’agricoltura.
A prescindere da come la si pensi al riguardo, c’è da dire che l’idea non appare nuova sotto alcun punto di vista, né sullo scenario internazionale, né su quello locale, dove i due comparti sono stati accorpati in un medesimo assessorato – com’è noto a tutti – oramai da più di una decina d’anni senza che questo, purtroppo, abbia prodotti chissà quali esiti.
Tutto ciò rende necessario non solo che dalle parole si passi ai fatti – cosa doverosa -, ma anche nel farlo, e cioè ora, il citato l’Assessore provinciale al Turismo e all’Agricoltura illustri come intende rendere concreto questo progetto, e soprattutto, attraverso quali confronti, quali linee guida, quali provvedimenti e sostegni, per mettere in moto quelle che dovrebbero essere le tracce di un progetto di cui non si sente la portata.
Importante infatti, anche in tale scelta, concertare gli obiettivi concreti nel breve e medio termine, oltre che nel lungo, rendendo protagonisti gli attori dello scenario, che, ad oggi, ci sembrerebbero alquanto sfilacciati.
Poi, ci sembrerebbe logico quali siano in termini generali i percorsi da condividere, affinché ad esempio Riva del Garda – che ha un tipo di turismo-possa essere partecipe con la logica che le compete, arrivando a declinare “i turismi” cui il Trentino aspira, in un progetto condiviso e non certo conflittuale o fatto a compartimenti stagni.
Utile il capire come possono convivere proficuamente albergatori, agricoltori nelle diverse declinazioni, in un contesto dove le problematicità o trovano una governance politica seria e preparata, che sappia adeguatamente distinguere e coordinare con una attenta regia, le diversità delle offerte, affinché possano trovare la corretta coniugazione, poiché diversamente sarebbe un “parlarsi addosso” senza ben sapere dove andare.
Infatti l’unione virtuosa fra comparto turistico e quello agricolo è riuscita in Alto Adige. Ma l’Alto Adige non è il Trentino. Dove, al contrario di quello che è accaduto in Sud Tirolo, in questo decennio, ma anche prima, l’agricoltura si è solidamente strutturata seguendo le linee di un modello spintamente industriale.
Di qui la necessità – oltre che l’opportunità – di netti e tempestivi chiarimenti da parte dell’Assessore provinciale al Turismo e all’Agricoltura, dal momento che la serietà politica, oltre che dalle idee, si vede anche dalla capacità di delineare strumenti per realizzarle.
Ragion per cui
S’interroga il Presidente della Giunta provinciale
per sapere:
· Se corrisponde al vero che la Giunta provinciale intende di rafforzare il legame fra i due settori, quello agricolo e quello turistico, come recentemente affermato dal competente Assessore in materia, e in caso affermativo, attraverso quali confronti si starebbero facendo tali scelte politiche, quali le linee del progetto in corso, quali i coinvolgimenti delle categorie e come si intendono far coniugare i diversi turismi presenti in Trentino;
· Schematicamente, come si intende procedere a tale reciproca “filiazione” delle categorie interessate, quali le azioni concrete e soprattutto, quali gli attori coinvolti e quali gli obiettivi di crescita, che la regia provinciale si è posta per l’attuazione di tale strategia;
· Si riconosce la complessità del sistema agricolo e zootecnico trentino e altrettanto, quelle dei “diversi turismi “presenti in provincia e, come si intendono sviluppare nelle loro reciproche peculiarità, nel progetto enunciato ma che sembrerebbe non svolto circa la declinazione delle strategie;
· Vista anche l’introduzione della tassa di soggiorno a carico di una parte di tale filiera turistica –gli albergatori resi sostituti d’imposta- i proventi saranno ridestinati equamente sui territori che la generano anche in codesto progetto e, nel caso, quale il reciproco vantaggio degli attori compartecipanti allo stesso;
· Quali sono, dall’inizio della Legislatura ad oggi, i traguardi inizialmente prefissati e finora raggiunti dell’Assessorato provinciale al Turismo e all’Agricoltura.
A norma di Regolamento, si richiede risposta scritta.
Cons. Claudio Civettini __________________________
LISTA CIVICA TRENTINA
…caro GdT, seguendo il percorso “assessoriale” dal 2003-2013 e, aggiungo, al 2015, io non ho ancora capito quali siano gli scopi e gli obiettivi di questo assessorato misto-pesce. Marketing o Produzione? (Che non è la stessa roba…). Forse, chi vive da vicino “il campo”, come Tex, potrebbe aiutare a farci luce sulle aspettative dell’agricoltura… e chi vive vicino al “camper” potrebbe aiutarci a capire le aspettative da questo assessorato del turista…
Grazie della fiducia Claudio,
le aspettative di chi vive in campo le dividerei in due:
quelli che hanno sembre beneficiato di contributi perchè aveva/conosceva strade preferenziali non farà altro che sperare di ricevere sempre quella goccia che li mantiene in vita…
e quelli che si aspettano solo di poter lavorare in pace, senza lacci e laccioli burocratici che purtroppo abbondano sempre più.
Io piuttosto mi aspetterei più collaborazione più vicinanza più ascolto dai sindacati agricoli che invece sembra guardino più al Palazzo che a noi, e così si spiegano certi servizi apparentemente inutili ma redditizi per le loro casse.
…chiaro Tex… perciò, un bravo assessore all’agricoltura, dopo il caffè, la lettura della stampa e di WhatsApp dovrebbe fare spazio nella sua agenda per dedicarsi a fondo per capire quali sono i veri servizi necessari alla base degli agricoltori togliendo spazio in agenda agli impegni per richieste di contributi clientelari ed agli impegni per ottenere un improduttivo e falso “consenso” dei sindacati agricoli…
Non pretendo di avere la verità in tasca, sarebbe bello sentire anche altre voci "rurali" per avere un quadro più preciso sulle aspettative se solo ci fossero colleghi sintonizzati, una cosa mi piacerebbe, e cioè che se l'assessore leggesse la rassegna stampa si soffermasse sul già citato in precedenza editoriale di Nicola Lugaresi e su quello di Paolo Tonelli di ieri sul Trentino, Tonelli lontano anni luce dalle mie idee politiche ma così acuto nell'individuare le carenze dell'attuale leadership politica da abbracciarlo in toto.
Tonelli fa un'analisi lucida e nemmeno tanto nuova – che fra l'altro condivido -, ma resta un'analisi, a cui non seguirà niente: il capitalismo finanziarizzato e global non ha più bisogno dei partiti, che considera inutili orpelli; non a caso abbiamo assistito alla dissoluzione della forma partito dopo il crollo del Muro e come prodromo dell'entrata nell'Euro: mentre il capitalismo si stava riorganizzando nella sua forma attuale, le forme della politica ottocentesche lasciavano il passo a forme liquide e individualizzate. Paolo Tonelli mi sembra ottimista e perfino ingenuo quando ipotizza un ritorno alla forma del partito organico. Oggi i valori condivisi sono le merci – l'iphone per intenderci – non le idee.
Tutto vero Cosimo, non seguirà niente, purtroppo. L'ottimismo e l'ingenuità è probabile che derivi da uno stretto contatto negli ultimi anni con il papa buono della Cooperazione?
Comunque ci sono anche la carne salada, la farina di storo, lo zafferano, le patate valle di gresta, i piccoli frutti di sant Orsola. Mi sembra che questi siano marcatori territoriali molto significativi.
Of course ci sarebbero anche le famose "zirele" di Civezzano … Magnificare ad Expo….
Dimenticavo: il peperoncino di Rovereto. Altro buon marcatore territoriale.
Non farai parte anche tu dell esclusivo club delle #santorine …Conte
Il TN DOC rappresenta più o meno in valore e il in volumi il 10% della produzione vinicola della provincia. Il resto sappiamo cosa è. E non credo sia turisticamente appetibile.
Non lo sapevo. Se è davvero così scusa hai ragione tu.
@Cosimo…in volumi credo che il Trentodoc (MC) valga un pò meno del 10%. Se consideriamo una produzione media degli ultimi 5 anni di ca. 1.170 q di uva e una resa media del 75% (il Trentino Doc ne prevede il 70% ma da considerare anche i superi e tutti gli Igt che consentono almeno l’80’%..) arriviamo ad una media di ca. 880.000 hl/anno. Se prendiamo per buoni i dati del Trentodoc di ca 7 mil/bt/anno abbiamo un equivalente di bollicine MC di ca. 52.000 hl. Sul volume la percentuale di MC sarebbe quindi di ca il 5,9% sul totale incantinato… Invece in valore può starci che si avvicini al 10%.
Si si Claudio è come dici tu avevo semplificato io sul 10 per sintetizzare il concetto.
Mi sembri troppo rigido e anche in malafede.
Perché non hai parlato del Trentodoc?