Ricordate, un po’ di tempo fa, era novembre: vi raccontai di essere stato intervistato da una nota rivista di settore. Su sollecitazione di un suo giornalista, peraltro. Non su mia iniziativa. Qualche giorno dopo vi anticipai anche anche le mie quattro risposte.
Poi me ne scordai, della rivista e anche dell’intervista. Oggi, però, in posta elettronica mi è arrivata la newsletter della nota e patinata rivista e mi è tornata in mente la storia dell’intervista, di cui non ho più saputo nulla.
Per curiosità, ho messaggiato il giornalista (che non conosco personalmente, ma di cui ho conservato il numero di cellulare), chiedendogli se l’intervista fosse stata pubblicata.
Questa è stata la sua risposta:
Mi è venuto da ridere.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Curioso, che sia un nuovo modo di pescare?
Sarà importante per incrementare il PIL della PAT…
Bravo Claudio che fai subito l'interrogazione! http://www.lavocedeltrentino.it/index.php/l-inter…
e poi dicono che i giornalisti sono pazzi, non tutti evidentemente!
"Melinda? G'avem la nossa!"
Apocrifo goethiano
(fonte: rassegna stampa SPQT)
Ma ti aspettavi che pubblicassero le tue risposte? Ma come conosci poco il mondo!
Ella miseria ma che palle però…
Della serie : sono un giovane collaboratore, mi hanno detto di farmi i cazzi miei e non rompere…
e soprattutto mi hanno detto..di non fare domande impertinenti….perché quando si fanno domande impertinenti…la cosa più probabile che può capitare è che le risposte siano piuttosto scomode…. piuttosto
Non siate severi con il giornalista; io stesso ero davvero sorpreso da quella richiesta di intervista e dal tono delle domande, e fra me e me immaginavo che non sarebbe stata pubblicata.
Il problema, problema si fa per dire, sono queste riviste di cosiddetto settore, che raramente pubblicano opinioni ruvide; fanno comunicazione, più che informazione. E' nel loro dna. Niente di nuovo, eh.
Però la la distinzione non è di poco conto. Solo che il confine fra le due cose, un tempo era più chiaro, mentre oggi sta diventando sempre più liquido, sempre meno percettibile. Uno pensa di fare il giornalista e finisce, invece, per fare il comunicatore. E magari chi inizia facendo il comunicatore, alla fine, grazie ai mezzi digitali, si ritrova a fare informazione. Raramente.
Macchè comunicatori, comunicati stampa, comunicazioni, informazione, cronaca, ecc. : una volta la nostra professione era un po' più seria, attenta e soprattutto responsabile. Cosimo, dato che nell'Ordine mi si dice ci sei anche tu – non fare la politica del liquido : qui parlo di deontologia professionale che probabilmente non si sa più cosa sia, CERTO per la difficoltà della parola stessa che tantissimi non sanno cosa vuol dire.
E quando tiri un sasso fai come Davide, tira diritto negli occhi e non fare il Mozartiano dei Ziresi. Anche nel tuo blog.
Come quasi sempre io e te la pensiamo diversamente, Giuliano.
Io continuo a pensare che comunicare e informare siano due cose molto differenti. Entrambi sono mestieri dignitosi e lodevoli, ma sono differenti.
Ora, osservare che nelle riviste di settore – che di solito stanno in piedi grazie alle inserzioni commerciali allocate dal settore medesimo – prevalga la componente comunicativa, rispetto a quella informativa, mi pare perfino una banalità.
E dico che il confine è diventato liquido, anzi liquidissimo, perché ormai è difficile distinguere una dimensione dall'altra.
E questo non dipende dall'iscrizione o non iscrizione ad un Ordine (piu o meno utile).
I giovani leoni senza Marlon Brando e Montgomery Clift…
Voltaire in redazione..
Ewwwiwwa i giovani collaboratori avventurosi!
EWWiWA i nuovi giornalisti dagli scoop e indagini mancate.
EWWWiWWA chi dovrebbe usare la deontologia professionale anziché …la zappa.
Oggi si sa : si diventa giornalisti e colleghi anche scrivendo sulla carta igienica ! Sono un giornalista che da Pannella in poi rivendica la possibilità che … i giornalisti iscritti a pieno titolo cancellino un Ordine che non Ordina !
Ai miei vecchi tempi dissi che fotografi come Rossi che lavorava a tempo pieno all'Adige- erano giornalisti e non "scattini". C'è chi usa le parole, chi l'obiettivo e chi invece prende una tessera e basta !