Da tempo, anche contro l’opinione di alcuni amici del blog, sostengo che il vino trentino – ma probabilmente anche il resto – si salverà solo grazie al desiderio di riscatto, alla creatività e all’umiltà delle periferie e delle marginalità. Trento, il capoluogo, ormai mi pare sempre più riverso su sé stesso, prigioniero della narrazione autocelebrativa di un paradiso artificiale che non esiste più – e forse non è mai esistito -, se non nello stile di vita e nelle proiezioni illusorie dei suoi mesti e dolenti – e per questo spesso protervi – abitatori. Trovo conferma a questa mia convinzione nelle parole, raccolte da Sergio Ferrari su TrentinoAgricoltura, di Corrado Gallo, direttore della Sociale di Roverè della Luna.
La cantina di Roverè della Luna è nota soprattutto per l’elevata qualità dell’uva Pinot grigio. Il desiderio di entrare a far parte dei produttori di Trentodoc metodo classico ci ha fatto superare le difficoltà rappresentate soprattutto dall’inesperienza in campo spumantistico. Non volevamo né potevamo metterci alla pari dei grandi produttori di Trentodoc. Abbiamo scelto l’obiettivo di uno spumante semplice, facile da bere, di fascia media che fosse bene accetto soprattutto ai giovani anche per il prezzo non elevato. Il riscontro delle vendite è stato finora positivo.
Quanta verità, quanta umiltà, ma anche quanto stile in questo direttore di periferia nel raccontare il suo mondo. Quanta distanza dallo sbrodolio autoreferenziale e velleitariamente didascalico delle istituzioni vinicole centrali (leggere modo di esempio il recente glossario del TRENTODOC: un coloso – e colloso – florilegio di eccellenze, unicità, fiori all’occhiello e altre inutili amenità); quanto stile nel registro umile ma fermo e deciso di Corrado Gallo, che non teme nemmeno di menzionare con orgoglio il suo Pinot Grigio, sul quale le istituzioni vinicole centrali – scorrere la lista vini dell’Enoteca Provinciale – al contrario stendono il velo prudente e pavido dell’oblio. Per non correre il rischio di dover ammettere che tutto il sistema vitienologico trentino, oggi, si regge in piedi proprio grazie a questa varietà.
Corrado Gallo lo dice, Palazzo Roccabruna finge di non saperlo. Per questo, anche per questo, trovo che le Periferie valligiane siano infinitamente migliori del Centro.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Anche a me piace il sig. Gallo. L'ho conosciuto per un'intervista sul pinot grigio ed era "realmente" convinto che la sua fosse la terra del pinot grigio. Ovviamente questo non é vero o lo é solo da un certo specifico punto di vista, ma per lui, e per i dirigenti della cantina di Roveré é invece vero, e su questi fatti loro costruiscono le loro politiche, prendono decisioni e vanno avanti. Mi piace quando la determinazione riesce ad assorbire la realtá. Piú complesso il discorso fra Trento e le periferie. E davvero si dovrebbe incominciare a ragionarci perché é ovvio che non possiamo tutti vivere in cittá, sarebbe un male anche per Trento stessa, ma non deve venire fuori che vivere in periferia debba diventare un atto di valore e di sacrificio, con servizi calanti e di minore qualitá. Inventiva ne hanno qualche volta quelli che stanno fuori Trento e conoscono il loro territorio. Nel loro piccolo i roveraiteri lo dimostrano, condivido il senso di questo articolo.
Saluto, PO
Caro PO ma quando dici: "…non deve venire fuori che vivere in periferia debba diventare un atto di valore e di sacrificio, con servizi calanti e di minore qualità…" Ironizzi vero?
Perché vivere in periferia oggi, dove si assiste inermi all' accentramento cittadino, è un vero calvario a cominciare dagli ospedali chiusi dalla sera alla mattina come successo a Mezzolombardo, ai trasporti dove uno studente per recarsi a Tn deve alzarsi alle 5:30… stesso calvario poi per il rientro a casa, e mica chiedere una piccola modifica per far coincidere i trasporti perché la rigidità è la regola di questo accentramento.
Per non parlare poi di altri preziosi servizi come le forze dell'ordine ecc…
PS gli abitanti di Roverè della Luna si chiamano “roveraideri” e non roveraiteri. Grazie
Chiedo scusa se mi sono spiegato male: con "non deve venire fuori" intendo dire che non è giusto e non è nemmeno saggio lasciare le periferie nello stato in cui talvolta sono lasciate costringendole a servizi calanti e maggiore difficolta complessiva rispetto al centro che sarebbe Trento. In altre parole volevo esattamente esprimere lo stesso concetto espresso da voi, e mi scuso per aver generato un fraintendimento. Se si addormentava anche Omero, immaginate me alle sette del mattino.
Quanto alla differenza fra roveraideri e roveraiteri secondo me è solo questione di dizione, ma non sono un filologo e accetto anche questa correzione.
Saluto PO
Nessuna epica ne estetica della periferia, PO. Solo la sensazione che il centro faccia fatica a comprendere le dinamiche reali della società.
Sono del tutto d'accordo, mi sono spiegato male, chiedo venia. PO
Complimenti, un pensiero davvero profondo questo. Se ne sentiva il bisogno di una riflessione così filosofica come questa.
Ps: mi sono comportata bene? Mi bannate anche per questo commento?
Attenzione la Strega è tornata… e non promette nulla di buono. Come sempre.
è un profluvio e una pletora… notte GAJA E SUAVIS
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Grazie Canarino per questo omaggio all'immagine creata da Paola Attanasio qualche anno fa. Non me la ricordavo più.
Poi, se ogni tanto ti sforzassi anche di offrire qualche spunto comprensibile di discussione non sarebbe male. E te ne sarei grato.
(di Morgan ce ne è uno… e ci basta…)
Tiziano, ammesso che tu abbia ragione, ma ognuno da quello che può…
Dai Titti.. Che scherzo… Che tu vai bene così…e ci piace questo umorismo surreale…e morganatico…
@Canarino : stai crescendo..! Dal Manzanarre al Reno all'Adige, destra Adige of course… ( PAT not included..)
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Scusa, Albergatrice ma perché non prendi mai niente sul serio? Chi te lo fa fare di perdere tempo su un blog di cui non condividi niente?
bè pensiero filosofico e profondo non so, un mese fa era aprezzatissimo adesso ci mancava solo che dicesse che è stato un flop
Come mai queste marchette alla cantina di Rovere della Luna? Ti hanno passato qualche bottiglia di Vervè sotto banco?
Bella notizia Cosimo, e complimenti a quelli di Aichholz, ma Sergio Ferrari ieri ha dato anche un altra bella notizia che varrebbe la pena sottolineare se non altro per l'ironia in essa contenuta…
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@Conte meglio queste https://it.wikipedia.org/wiki/Le_baruffe_chiozzot…
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"Trento, il capoluogo, ormai mi pare sempre più riverso su sé stesso, prigioniero della narrazione autocelebrativa di un paradiso artificiale che non esiste più – e forse non è mai esistito -, se non nello stile di vita e nelle proiezioni illusorie dei suoi mesti e dolenti – e per questo spesso protervi – abitatori"
bellissimo questo ritratto di Trento e dei suoi mesti abitatori. Complimenti per la prosa…
Grazie signor Cosimo per questa bella presentazione del nostro direttore: un bellissimo ritratto!
Condivido volentieri 😉
attendo il vervè (sboccatura ormai 2016)