Comunicato stampa
AMARONE DELLA VALPOLICELLA: PIÙ ANTIOSSIDANTI NEL BICCHIERE GRAZIE A TRADIZIONE PRODUTTIVA E VITIGNI AUTOCTONI.
Un bicchiere di Amarone della Valpolicella, grazie all’elevata presenza di antiossidanti naturali, riduce il rischio di malattie cardiovascolari, aiuta a mantenerci giovani e favorisce il nostro benessere. Il Grande rosso della Valpolicella non è quindi solo puro piacere edonistico ma svela anche un animo salutista, questo grazie ad una importante presenza di resveratrolo, sostanza naturale presente nelle uve, soprattutto quelle a bacca rossa, in misura 3 volte superiore rispetto ad altri vini rossi (4,4 mg/l).
Già nel 2004 uno studio scientifico pubblicato sul Journal of Sensory Studies dal titolo “Study on sensory and composition changes in italian Amarone Valpolicella red wine during aging”, a cura di Ella Pagliarini e colleghi (Università di Milano), evidenziava questa proprietà presente nel vino Amarone della Valpolicella. Successivamente nel 2008, il tema veniva approfondito nella ricerca universitaria dal titolo: “Fattori viticoli e resveratrolo nell’uva e nel vino” di Luigi Bavaresco e colleghi (Università di Piacenza), confermando tale dato e scoprendone il segreto: la tradizione produttiva dell’Amarone della Valpolicella e l’appassimento delle sue cultivar autoctone: Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara.
“E’ importante che un brand come l’Amarone confermi il suo ruolo di alimento” sottolinea Olga Bussinello, direttore del Consorzio, “ricordiamoci che nella storia millenaria del nostro Paese, questo prodotto è stato protagonista della nostra tavola con una funzione alimentare e nutritiva. Negli ultimi anni, invece, le sue proprietà salutistiche sono state messe in secondo piano a favore di un ruolo frivolo e modaiolo.”
Conclude Olga Bussinello: “il vino non fa solo bene o solo male, ma il suo effetto dipende dalla dose e lo stato di salute di ogni individuo. Non è necessario rimarcare qui le conseguenze negative dell’abuso di questa bevanda, mentre è fondamentale ricordare i suoi effetti benefici a dosi moderate come suggerisce la dieta mediterranea che prevede due o tre bicchieri al giorno per l’uomo e un po’ meno per la donna.”
Appuntamento, quindi, ad Anteprima Amarone 2012, organizzata dal Consorzio di Tutela Vini Valpolicella con la partecipazione di 74 aziende che presenteranno l’annata 2012 ed una selezione di annate storiche.
L’evento, in collaborazione con la Regione Veneto, la Banca Popolare di Verona e la Camera di Commercio di Verona, avrà luogo al Palazzo della Gran Guardia sabato 30 e domenica 31 gennaio.
L’ingresso al pubblico è previsto dalle ore 16.00 alle 19.00 di sabato e dalle 10.00 alle 18.00 di domenica.
I biglietti sono disponibili in prevendita sul sito www.anteprimaamarone.it (prezzo del biglietto 30 euro).
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Dr. Sbarbada Le auguro una suocera astemia acciocchè Lei non possa piu' discettare di alcool…
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Grazie di cuore. Ma, in mancanza della suocera, qualcuno con cui discutere -non di alcol (io non parlo quasi mai di alcol), ma di vino, birra e altri alcolici – lo si trova sempre.
Rettifico : Le auguro 3 suocere come Miranda..!
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Gentile Sbarbada, il suo invito tra il cilicio e l'essere gesuiti è encomiabile.. Però guardi che – ascelle a parte – la baguette è un formidabile strumento francese-imperialista al quale opporrei i nostri Soldati, Veronelli, il Bukowski Hank e perfino Dante.. Pertanto La invito a leggere : Bonjour Tristesse della Sagan… A seguire : La chamade.. ( la Sconfitta..)
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Questa volta mi tocca darti ragione, Alessandro.
C'è qualcosa di depravato e di disperato, nel marketing del vino che si affida a presunti valori medicamentosi dell'alcol.
I valori del vino sono altri: la sua capacità di rappresentazione territoriale, la sua intrinseca attitudine a veicolare valori di tradizione e di socialità. Il suo valore organolettico che eccita i sensi. Anche, se vogliano, la sua capacità di evocare paradisi artificiali. Il suo valore politico. Insomma tante cose, che io considero valore e che, però, non hanno niente a che vedere con la salute e con la farmacopea.
Trovo ci sia qualcosa di infinitamente triste (e disperato) in questo modo di promuovere il vino.
Per pura curiosità: come mai ogni tanto pubblichi dei post e dopo li togli? Mi viene in mente uno qualche tempo fa sulla cena della confraternita. O uno di ieri su turisti che chiedevano informazioni sulle cantine trentine. Contenuti offensivi? Commenti diffamatori?
In tutta la breve storia del blog mi pare di aver tolto un solo post un paio di anni fa – su richiesta dell'autore che non ero io -;
Quello di ieri sul turismo, è ancora on line, in ordine di data, dopo i cosiddetti post "in primo piano", quelli che io considero più significativi (perché più commentati o perché penso che meritino di essere ancora commentati): comunque quello di ieri eccolo qui: http://www.trentinowine.info/2016/01/consigli-per…
Dell'altro – cena della confraternita, non ricordo. Quale era l'argomento… ?
Anch'io concordo su questa fantasiosa sequela di insulsi ragionamenti vinicolo/ medicamentosi.
Dal 1990 dico che il territorio, l'azienda vinicola che sponsorizzerà una campagna istituzionale, scientifica e pratica contro l'Alcolismo, almeno in Italia, sarà decisamente notata e quotata se opererà all'insegna del "bere Poco – bere Bene", dimostrando che qualità, cura delle piante e delle lavorazioni di cantina non nuocciono se si degusta anche con la testa.
Invece – scimmiottando i pacchetti di sigarette che i fumatori come me aprono oggi con una mano sola – troviamo benevoli consigli tipo "bere con moderazione", non bere se minorenni e così via.
Ogni volta che ho esposto questo mi è stato risposto : "Così diminuiscono i consumi e noi cosa facciamo ?!…".
Ma intanto si vede dai dati di questo blog che i cali di consumo ci sono e come.
…dimenticavo : http://www.progettohumus.it/public/forum/index.ph…
Scusate l'aggiornamento
…sarebbe bello che un giorno il sig Sbarbada superasse la passione per il gioco: “Il Piccolo Chimico”… purtroppo è tuttora convinto che il vino sia solo CH3CH2OH… E provare ad andare oltre la formula condensata dell’etanolo?…
Ora perdonatemi una divagazione dal post. L’Amarone con la muffa… Penso che tutti si ricordino del French Paradox, ovvero l’effetto benefico accertato del Resveratrolo contenuto nel vino rosso, sulla salute dei francesi del sud della Francia nonostante la loro dieta tutt’altro che salutista… Proviamo a dimenticare per un momento se questo ci allunghi la vita o meno, Le quantità di Resveratolo contenute nel vino sono comunque minime per assicurare da solo effetti ecclatanti sulla salute. Resta però il fatto scientificamente provato che questo composto è certamente di beneficio alla nostra salute grazie MA NON SOLO alle sue proprietà antiossidanti. E’ interessante sapere che il Resveratrolo è un fenolo che la pianta produce per difendersi quando viene attaccata da agenti patogeni come batteri, funghi ecc., quindi quanto più forte e sana è la pianta tanti più fenoli produce. Quindi, quando noi assimiliamo questo “anticorpo” della pianta che poi passa nel vino, apporta degli importanti benefici e resistenza anche al sistema immunitario del nostro organismo. Quindi,riflettiamoci! Se noi pensiamo, o sogniamo, che il non plus ultra, il metodo ideale di produrre alimenti sia quello di crearlo in un ambiente asettico e sterile a suon di chimica, genomica e polietilene…allora non abbiamo capito niente! Gli alimenti naturali hanno componenti, funzioni e proprietà per il ns organismo che vanno ben oltre le quattro formule dei professori matti. Basta fare un confronto tra i pomodori e/o fragole coltivati all’aperto con quelli coltivati in serra, magari sui letti idroponici per capire la differenza… La coltivazione o l’allevamento in ambiente sterile e asettico ci apporta solo meno energie e meno difesa alle malattie… La formula del professore savio quindi è: Piante Sane, Più Muffa Nobile e Meno Zyklon…
Gentile Claudio, lo so che il vino non è solo acqua ed etanolo.
C’è molto altro, ad esempio il resveratrolo, ad esempio i residui dei pesticidi (http://www.winenews.it/index.php?c=detail&id=17088 ).
Ma dire che il vino è pericoloso per la salute a motivo dei residui dei pesticidi sarebbe un po’ come dire che una mina antiuomo è pericolosa a motivo della tossicità dei solventi che hanno utilizzato per verniciarla: non mi pare quello il problema principale.
Io mi occupo di problemi e sofferenze alcolcorrelate: il 66% dell’alcol consumato in Italia viene ingerito per il tramite del vino. Quindi mi tocca occuparmi di vino.
Non discuto la bellezza dei paesaggi con le viti, la genuinità, il sapore, la storia, la religione, la cultura: mi confronto a proposito degli effetti sulla salute.
A questo proposito mi piace ricordare la totale inconsistenza logica, prima che scientifica, del vecchio, simpatico bufalone del paradosso francese.
Funzionava così.
1 I grassi animali sono un fattore di rischio per i problemi cardiovascolari.
2 I francesi consumano molti grassi animali.
3 I francesi hanno meno problemi cardiovascolari di quello che ci si aspetterebbe.
4 I francesi bevono molto vino rosso.
Conclusione: Il vino rosso previene i problemi cardiovascolari.
Le propongo due alternative (tra le prime che mi vengono in mente), scelga lei quella che le piace di più.
ALTERNATIVA 1
1 I grassi animali sono un fattore di rischio per i problemi cardiovascolari.
2 I francesi consumano molti grassi animali.
3 I francesi hanno meno problemi cardiovascolari di quello che ci si aspetterebbe.
4 I francesi bevono molto vino rosso.
5 L’età media di morte di un alcolista è 51 anni
6 I problemi cardiovascolari si manifestano dopo i 51 anni
Conclusione: i francesi hanno meno problemi cardiovascolari perché muoiono prima di ammalarsene, uccisi dal vino rosso.
ALTERNATIVA 2
1 I grassi animali sono un fattore di rischio per i problemi cardiovascolari.
2 I francesi consumano molti grassi animali.
3 I francesi hanno meno problemi cardiovascolari di quello che ci si aspetterebbe.
4 I francesi portano la baguette sotto l’ascella.
Conclusione: la baguette sotto l’ascella previene i problemi cardiovascolari.
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…egregio signor Sbarbada, immagino che lei sia molto richiesto a tenere delle serate, ad esempio alle anziane del circolo delle Dame di San Vincenzo dove sarà senz’altro molto apprezzato, quindi mi fà molto piacere che lei trovi il tempo anche per intrattenere i frequentatori di questo povero blog… Dovrà però aver pazienza se qui non siamo così eruditi come le consorti dei membri del Rotary… e quindi abbiamo qualcuna di quelle “inconsistenze logiche” a cui lei si riferisce che vorrei riconfermare giusto per la cronaca. Una di queste è che per quanto ne so io, l’alcol non è la causa delle malattie cardiovascolari. Infatti le malattie cardiovascolari sono causate dal lento riflusso del sangue verso il cuore dovuto alle ostruzioni delle arterie coronariche e da un sangue viscoso. Le cause possono essere l’aRteriosclerosi (accumulo di placche) o l’aTeriosclerosi ovvero un’infiammazione dovuta principalmente al fumo, ipercolesterolemia, diabete mellito, ipertensione, obesità… L’alcol, almeno per quanto concerne le malattie cardiovalscolari non ha nessuna colpa. Per correttezza è doveroso aggiungere che l’alcol semmai crea problemi al fegato che a sua volta, non funzionando a dovere, non smaltisce completamente le scorie di grassi ecc. che così rimangono nel sangue che poi si potrebbero depositarsi sulle pareti delle aorte… La seconda è che il French Paradox non è un “simpatico bufalone” ma l’esito di ricerche e analisi scientifiche. L’impostazione generalista delle sue “Alternative”, mi consenta, evidenzia la tipica approssimazione della nostra cultura italiana senza più fari ne àncore. La generalizzazione “grassi animali” o “baguette” è sbagliata in partenza. Ci sono grassi provenienti da animali allevati al pascolo, e quindi ricchi di Omega-3 e grassi provenienti da animali allevati in stalla a mangime, quindi sprovvisti di Omega-3 e ricchi di Omega-6. L’Omega-3 è indispensabile per costruire la membrana delle nostre cellule. Se viene a mancare perchè ci alimentiamo con grassi animali di bassa qualità, gli eventuali buchi nelle membrane delle cellule vengono riparati con…placche/cerotti di colesterolo… Ma allora, se circola tanto colesterolo nel sangue poi mi và ad intasare le coronarie… Se abbiamo un’alimentazione squilibrata verso l’Omega-6 siamo poi proni alle infiammazioni (es. ateriosclerosi). La baguette? Che farina è stata usata? Povera di sostanze come la 00 o più naturale come la 0 o la 1? L’acidità del sangue dipende molto dalle farine ed eccitanti come il caffè… Più il sangue è acido e più le piastrine che trasportano l’ossigeno si “impilano” una sull’altra come delle monetine invece che restare separate e quindi in questa maniera diminuisce drasticamente la superfice di trasporto di ossigeno da parte delle piastrine nel sangue alle cellule. Zuccheri (raffinati o grezzi naturali?), Oli (di oliva o di cereali?), Grassi, Sale (raffinato industriale o raccolto a mano in Himalaya in zone non inquinate?), farine ecc. Gli alimenti fanno bene all’organismo se sono di buona qualità naturale fanno male se sono di bassa qualità industriale… ecco il French Paradox, ovvero l’effetto dell’alimentazione sulla salute dei francesi (vino compreso) comparata con quella degli americani…
Gentile Claudio, anche a me fa molto piacere che lei abbia ricavato del suo prezioso tempo per rispondere a ciò che (non) ho scritto. Entro in dettaglio. Le Dame di San Lorenzo non mi chiamano perché preferiscono giocare a Scacchi, i mariti del Rotary talvolta hanno consumi alcolici così elevati che con loro (ma solo con loro) temo ci siano poche speranze. Sono più aperti al cambiamento al Leoncavallo: sono più simpatici, spaziano un po' di più nella scelta delle loro droghe, e poi, da loro, qualche volta si fa buona musica. Ci andai parecchi anni fa ad ascoltare Nada con Fausto Mesolella. Lei ha dedicato metà del suo post a rispondere a una cosa che io non ho mai scritto, ovvero che l’alcol è la causa delle malattie cardiovascolari. Non l’ho scritto, dunque non capisco perché lei me lo contesti. Anche se – a dirla tutta – la miocardiopatia alcolica non è una mia invenzione. Sono pure sorpreso che lei abbia preso alla lettera l’esempio della baguette, abitudine a caso scelta da me tra quelle consone ai francesi. Avrei potuto prenderne un’altra.
ALTERNATIVA 3
1 I grassi animali di bassa qualità sono un fattore di rischio per i problemi cardiovascolari.
2 I francesi del sud della Francia consumano molti grassi animali di bassa qualità.
3 I francesi del sud della Francia hanno meno problemi cardiovascolari di quello che ci si aspetterebbe.
4 I francesi parlano con la erre moscia.
Conclusione: parlare con la erre moscia previene i problemi cardiovascolari.
Il senso del mio ragionamento, e dei miei paradossali esempi, è che non è serio, né scientifico, ricondurre a un solo fattore (il consumo di vino rosso) una questione evidentemente complessa e multifattoriale come l’incidenza di problemi cardiovascolari in una popolazione.
Altrimenti potrei rigirarla, e dire che, con il crollo dei consumi di vino degli ultimi tempi, nel sud della Francia non sono aumentati i problemi cardiovascolari. O, meglio ancora, che il Giappone, dove si beve pochissimo vino rosso pro capite, è il paese più longevo del mondo, e ha una bassa incidenza di problemi cardiovascolari.
E' sciocco collegare solo a un fattore un fenomeno estremamente complesso e multifattoriale: è per questo motivo che il Paradosso Francese – utilizzato per sostenere effetti protettivi del vino rosso per il cuore – è sempre stato e ancora rimane un simpatico vecchio bufalone.
…egregio signor Sbarbada, lei si divincola, si dimena, si contorce attorno agli argomenti sperando che nella confusione il suo interlocutore si confonda. Mi spiace, ma per una particolare formazione giovanile sono refrattario agli illusionisti, ipnotizzatori, demagoghi e quant’altro. Decida cosa vuol propagandare. L’abolizione del vino? E questo sul seguente assunto: “…Io mi occupo di problemi e sofferenze alcolcorrelate: il 66% dell’alcol consumato in Italia viene ingerito per il tramite del vino. Quindi mi tocca occuparmi di vino…”. Cos’è, vuol prenderci in giro? Vuole davvero occuparsi dei problemi e sofferenze della gente che abusa dell’alcol? Allora analizzi le cause che conducono quelle persone a cercare una fuga, una via d’uscita o anche solo un sollievo in un bicchier di vino di troppo. Si accorgerà che NON è il vino la causa delle loro sofferenze e dei loro problemi ma ben altre cose… Come al solito, oggi per diventare popolari e famosi si cercano le scorciatoie. Il 99% del Pil italiano da qualche decennio ormai viene prodotto dall’industria dell’inutilità. Da chi spende 3 miliardi di euro per illudere di “sfamare il pianeta” coi capannoni industriali a chi fà “studi” sulle super piante che resistono a tutte le malattie del mondo, a quelli che impiantano imperi per loro ed i loro figli millantando “ricerche” sulla cura del tumore, a quelli che ci propinano onlus dalla mattina alla sera per fare donazioni per curare i bambini del pianeta dimenticandosi di presentare i bilanci delle spese… per finire con quelli che ci promettono la fine delle sofferenza degli alcolisti eliminando il vino dal pianeta… Per quel poco che vale si ricordi che io prendo seriamente solo ragionamenti seri.
Risposte in libertà.
1. "Abuso di alcol" è un concetto del tutto privo di significato. La prima legge dell'alcologia è che il bere sbagliato ("abuso") è sempre quello altrui. In alcologia i concetti di "uso" ed "abuso" sono stati superati da trent'anni. Nessuno beve alcol.
2. In questa stessa discussione trova il link al libro "Bianco e rosso al verde", scaricabile gratuitamente. Nel secondo capitoletto – "La madre di tutte le battaglie" – io e Enrico Baraldi spieghiamo quale sia l'obiettivo principe non nostro, ma di tutti coloro che intendono prevenire le sofferenze legate al bere, come da Piani d'Azione OMS, sottoscritti anche dall'Italia. Il secondo obiettivo del lavoro mio e del dottor Baraldi è la corretta informazione sui rischi del bere per la salute e la società, così da rendere le scelte delle persone più consapevoli, quindi più libere. Quali che siano.
3. Pure io ero convinto che lui bevesse perché la moglie lo aveva lasciato.
Poi – 27 anni fa – ho incominciato a lavorare in campo alcologico, non solo in studi teorici ma in trincea, al fianco delle famiglie devastate in conseguenza al bere.
Ora finalmente so che la moglie lo aveva lasciato… perché lui beveva.
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…la prossima volta li faccia interrogare a me, moglie e marito, vedrà che le saprò dire chi è l'uovo e chi la gallina… e anche se c'era un gallo nei dintorni…
Bene, nell’amarone il resveratrolo è tre volte più concentrato rispetto agli altri vini rossi.
In un vino rosso normale ci sta una (1) parte di resveratrolo – i cui millantati effetti benefici sono stati parecchio discussi, quando non proprio smentiti, in letteratura – ogni centomila (100.000) parti di alcol etilico, sostanza psicotropa, classificata tra le droghe più pericolose a livello sociale, certamente tossica per l’organismo, potente cancerogeno di gruppo 1 IARC (il rischio aumenta significativamente per parecchi tipi di tumore già dal buon bicchiere di vino al pasto).
Nell’amarone, invece, ci sta una parte di resveratrolo ogni trentacinquemila parti di alcol etilico.
Embè?
I produttori di vino farebbero bene a promuovere i loro prodotti per la qualità, per il gusto, abbandonando una buona volta il sogno di qualità salutistiche che, purtroppo, la ricerca scientifica ha dimostrato essere incompatibili con il vino.
Signor Sbarbada, basta così: ci lasci in pace almeno qui. A noi piace bere e ci piace anche pensare che ci fa bene. E a giudicare da come sono tristi quelli che non bevono, come lei, probabilmente abbiamo anche ragione.
Che banalità: chi beve è allegro, chi non beve è triste. Casomai sarà… disidratato. Se lei sapesse quanti allegri bevitori, con le loro allegre famiglie, hanno bussato alla mia triste porta, perché non ne potevano più della loro allegra vita, e se lei avesse vissuto quanta serenità e quanta gioia è tornata in quelle famiglie, dopo che avevano smesso di bere, forse valuterebbe che la questione è leggermente più complessa di come lei la fa.
Quanto al "ci lasci in pace", se la presenza non è gradita me ne vado. Ma me lo deve dire un amministratore della pagina.
Io so che il mondo del vino, di chi lo produce, lo commercia, lo ama, e il mondo di chi si occupa di prevenire e contrastare le sofferenze legate al bere si conoscono poco, e si frequentano niente.
Sono convinto che sia un peccato, e che sarebbe bello invece avere occasioni di incontrarsi e confrontarsi apertamente.
Io la mia disponibilità l'ho sempre data a tutti, e devo dire che nel mondo del vino, in questi anni ho trovato solo due porte aperte, una delle quali è in chi gestisce questo spazio.
Personalmente trovo questa apertura, questa disponibilità, un segno di grande intelligenza. E di questo sono grato.
Molto volentieri.
…detto, fatto.
Si scarica, gratuitamente, qui: http://stradebianchelibri.weebly.com/bianco-e-ros…
Ce ne sarebbero anche altri tre, di libri sul vino scritti insieme al dottor Enrico Baraldi, ma in questo piccoletto ci sta già un sacco di roba.
Ma dove lo trovi ..Alessandro un blog vinicolo…che ti fa pure distribuire i tuoi libri…ma dove..
Lo riconosco. Aggiungo che anche gli scrittori che mettono gratuitamente a disposizione i loro testi non sono frequentissimi…
@alessandro …eh pretenderai mica che te lo compriamo pure … Vabbe darsi la zappa sui piedi…ma..fino ad un certo punto…