SANTACOLOMBA Brut – Cantina Trento Le Meridiane: e se questo vino fosse anche buono, allora sarebbe proprio una gran figata. Essì perché questo vino, che, badate bene, non è ancora in commercio, alcune qualità da menzionare ce le ha a priori. Comunque.
Intanto è prodotto a partire da uve, diciamo così, sostenibili: Bronner e Solaris, i due vitigni nati quarant’anni fa a Friburgo, anche se in Italia ne è stata ammessa la coltivazione solo da poco tempo e nessun disciplinare DO se ne è ancora occupato seriamente. Si tratta di vitigni frutto di ibridazioni e incroci, resistenti ad alcune malattie pestifere. Il che significa che, tendenzialmente, richiedono meno chimica in campo. Bello, no?
L’altra cosa bella, a priori, di questo vino è che si tratta di uno spumante Charmat. Le due varietà, dicono gli enologi, per caratteristiche aromatiche, per componente acida e per caratteristiche organolettiche che alludono allo Chardonnay, si prestano bene alla spumantizzazione. Del resto da basi Solaris, anche due maître à penser come Mario Pojer e Fiorentino Sandri hanno ricavato un ottimo Metodo Tradizionale Colfondo (o metodo contadino, chiamatelo come volete), lo Zero Infinito. Le cosiddette bollicine tirano e fanno girare soldi, e anche questa è una cosa buona per la nostra vitivinicoltura alla ricerca di un equilibrio fra rimuneratività e qualità.
E infine, ma non da ultimo, questo è un vino democratico. Un vino partecipato. Non a caso nasce in una cooperativa, che questo carattere partecipativo dovrebbe averlo nel sangue. Anche se spesso non ce l’ha. Ma questa è tutta un’altra storia. In questo caso, tuttavia, Cantina di Trento Le Meridiane, sta dimostrando di avere le idee chiare. L’idea, che credo sia da attribuire interamente al suo direttore – il manager veneto Alfredo Albertini –, che ogni tanto genialate di questo tipo è capace di tirarle fuori e di tenerle in piedi, a mio modo di vedere è bella (molto) e buona (molto).
Il vino c’è e la bottiglia è già stata arredata, mutuando il format del SANTACOLOMBA tranquillo – nome ispirato all’omonimo lago sulla collina di Trento – rivisitato in versione spumantistica. Ma non è in commercio. Per ora è in prova. E la prova la stanno facendo i soci della cantina, a cui è stata regalata una bottiglia ciascuno, e i consumatori, a quali, ogni qual volta si recano nell’enoteca aziendale alle porte di Trento, viene offerto un bicchiere. In cambio, a soci e consumatori viene chiesto di compilare un questionario, rispondendo ad alcune domandine semplici semplici del tipo: “ti piace, cosa ti ha colpito di più, lo acquisteresti, lo consiglieresti?“. Obiettivo, misurare un indice di gradimento e capire, attraverso il confronto con il consumatore finale, cosa va e cosa non va. Un modo per prendere la mira (enologica) e per creare coinvolgimento e partecipazione.
Personalmente non lo ho ancora assaggiato, ma questo modo di procedere, democratico e partecipato, mi piace. Mi sembra proprio una bella e buona idea.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Ci si può andare ad assaggiare liberamente o ci sono giorni/orari? grazie
Buongiorno Canaglia, certamente. L'assaggio è offerto a tutti e tutti sono invitati e graditi.
L'aspettiamo nell'Enoteca aziendale e gli orari sono dal lunedì al venerdì (8.15-12/ 15/18.30) mentre il sabato dalle 8.15- 12 alle 16-18.30.