Non fosse stato per i recenti dati sulla distribuzione del vino nella GDO nazionale ripresi anche dal blog, il fascicolo della Coop trentino “la convenienza dal 18 al 29 marzo” avrebbe fatto la fine di tutta la carta che riempie la bussola. Invece la pagina che propone i vini di Pasqua mi pare un manifesto dell’esistente che merita un commento. In alto a sinistra Spumante Müller Thurgau Cavit a € 2,89, a fianco Prosecco di Valdobbiadene DOCG millesimato BiancaVigna a € 6,90. Sulla stessa riga Spumante Brut Trento DOC Rotari solo per i soci a € 5,98 e Franciacorta DOCG Monte Alto Lantieri a € 9,90. I due Charmat, se il metodo – leggi costo di produzione – ha ancora un senso, sono proposti a un prezzo quasi il triplo uno sull’altro. Certo, uno non è nemmeno DOC e l’altro è DOCG, ma è anche vero che il MT crescendo a quote alte non rende certo più della Glera, per cui il confronto è fra il mezzo milione di pezzi venduti da VignaBianca e quelli venduti da Cavit che pure è brand affermato. Ma non tanto quanto Prosecco. Una varietà di vite, per quanto marchiata da una delle migliori aziende europee, nulla può contro un marchio territoriale. Due modi di intendere il mondo della vite e del vino. Rispettabili entrambi, come nel caso dei due metodo classico, uno DOC, l’altro DOCG. Franciacorta, che nemmeno si vuol chiamarsi spumante, produce il doppio del Trento e vale il doppio. Potremmo scriverci un libro, lasciamo stare. Resta la considerazione che Coop trentino ha proposto per ognuno dei brand locali due alternative d’alto prezzo con l’intento di favorire l’acquisto dei prodotti più convenienti. Non mi garba nemmeno come consumatore se penso alla fatica del viticoltore.
Mi pare corretta l’offerta dello Chardonnay Trentino DOC di Casata Monfort a € 5,99 come il sottostante Merlot Trentino DOC riserva della Cantina Aldeno, solo per soci, a € 5,98. Di quest’ultima Cantina il Moscato Giallo Trentino DOC, in mezzo litro e per i soci, è a soli € 3,40. Un problema per i produttori di Moscato, come pure per quelli di Marzemino la cui cantina forse più prestigiosa non va oltre gli € 3,99. Bei tempi quelli del Consorzio del Marzemino che, prima dell’improvvida chiusura, era riuscito a pareggiare il suo prezzo con il principe Teroldego. Di un’azione consortile si avvantaggerebbe anche il Trentino rosso DOC (uvaggio Cabernet-Merlot) qui proposto con il Mori Vecio di Concilio a € 4,98 che vale il doppio e comunque più del Chianti Classico DOCG degli Agricoltori del Geografico, per i soci, a € 6,98. Buon prezzo anche per l’Amarone della Valpolicella Classico DOC della Cantina di Negrar a € 14,90 e ottimo quello del Lambrusco DOC Vecchia Modena di C. Chiarli&Figli a € 2,98 nove centesimi più del MT.
Tante volte si commissionano costose analisi di mercato per capire dove si è e poi studiare dove si potrebbe anche andare; qualche volta basterebbe fermarsi ad osservare il depliant gratuito infilato nella bussola per capirne a sufficienza. Almeno per evitare strade che alla lunga non portano da nessuna parte.
Pseudonimo utilizzato da uno dei personaggi chiave del vino trentino, depositario di segreti,conoscitore di vizi e virtu dell’enologia regionale e non solo.
Massarello alias Angelo Massarelli, nato a San Severino Marche nel 1510, dopo gli studi in seminario si laureò in leggi canoniche e civili presso l’Università di Siena.
Tornato a San Saverino fu dapprima assegnato alla chiesa di S. Eligio e poi fu eletto priore della collegiata della cittadina.
Grazie alla frequentazione di alcuni letterati conobbe il cardinale Marcello Cervini, futuro papa Marcello II.
Quando il papa Paolo III delegò il cardinale Cervini ad assumere la presidenza del Concilio di Trento, questi volle come segretario del Concilio il Massarelli. Un cardinale così descrive l’operato del Massarelli: «essendo egli lodato dal testimonio incontrastabile dell’esperienza, ed ammaestrato dall’esquisita scuola dell’esercizio, tenne stabilmente il grado di Segretario del Concilio».
Durante gli intervalli delle sedute del Concilio svolse l’importante mansione di Segretario di Stato del pontefice.
Sotto il breve pontificato di papa Marcello II il Massarelli fu suo consigliere.
Dal successore di Marcello II, papa Paolo IV, fu designato vescovo di Telese o Cerreto il 15 dicembre 1557 e fu consacrato a tale ufficio pochi giorni dopo, il 21 dicembre.
Fu autore di un minuzioso diario dei lavori del Concilio dal titolo Acta genuina ss. oecumenici Concilii tridentini.
Terminato il Concilio di Trento nel 1563, il vescovo Angelo Massarelli fu dapprima ministro della Segreteria di Stato e poi Segretario del Supremo Tribunale della Riformazione (successivamente chiamato Sacra Consulta).
A causa dei suoi numerosi impegni venne poche volte in diocesi e si fece rappresentare da un vicario vescovile di sua nomina.
Ma non potremmo anche pensarla come ad un avvicinamento di massa?
(s)vendiamo?