Saranno 16 i vignaioli del Trentino a rifugiarsi sotto l’ombrello della FIVI a Vinitaly 2016 nel padiglione 8. Mentre gli altri altri produttori, fra cui i grandi industriali, resteranno fra le grandi cattedrali di carta e cartongesso del tradizionale padiglione 3, che da sempre ospita il Trentino e le sue istituzioni (Consorzio Vini, Istituto Tutela della Grappa, Istituto del Trento, ma anche Cavit, Mezzacorona e Ferrari).
Non è un buon segno quando un pezzo di territorio, magari quello con maggior reputazione e prestigio (Balter, Cesconi, Longariva, Fanti, Baron di Cles, Grigolli, tanto per citarne alcuni) abbandona l’orizzonte dell’identità territoriale e si rifugia sotto i brand aziendali – sindacali. Non è un bel segno, ma è così. Una scelta che certifica la frattura profonda che taglia orizzontalmente il Trentino del vino. Una storia che oggi non ho voglia di ripetere per l’ennesima volta.
L’Area FIVI è al Padiglione 8, stand B8-B9, C8-C9, D8- D9, E8-E9.
Questi i vignaioli trentini presenti:
ARCANGELO SANDRI – Trentino C 10
BALTER – Trentino C 16
BARONE DE CLES – Trentino C 20
CESCONI – Trentino C 17
CIPRIANO FEDRIZZI – Trentino C 10
EREDI DI COBELLI ALDO – Trentino C 03
FRANCESCO POLI – Trentino C 14
GRIGOLLI BRUNO – Trentino C 01
LONGARIVA – Trentino C 15
MASO FURLI – Trentino C 19
MATTIA FILIPPI – Trentino C 04
MAXENTIA – Trentino C 02
SILVANO CLEMENTI – Trentino C 11
TENUTA MASO CORNO – Trentino C 12
VIGNAIOLO FANTI – Trentino C 18
ZANOTELLI – Trentino C 13
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!
Avete notizia del concorso " Miss maglietta bagnata da bollicine"..?
Notizie incontrollate sulle concorrenti, assessori in giuria, sponsor invadenti, manager allupatissimi.. Corre voce che : terminato il Vinitaly il Concorso si trasferisca in val di Gresta.. Corre voce che.. Corre..
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AltoAdige Vignaioli insieme alle Cooperative Vitivinicole e il suo Territorio
Vignaioli AltoAdige insieme con le Cooperative Vitivinicole con il suo Territorio
Questa è un altra storia… Alberto. Quella di AA è un allora storia.
Lasciare la cornice territoriale non è facile; per coloro che di territorio vivono, è addirittura doloroso. Perché per il Vignaiolo il territorio non è un asset industriale o una merce, ma tutto ciò di cui dispone: la propria storia, la propria identità, l'unico bene non replicabile e non delocalizzabile dell'Azienda che lo rende diverso da qualsiasi altro produttore. Insomma, la propria cifra distintiva.
Per chi vive di territorio, il territorio è in tal senso un valore; ma in egual misura quando la reputazione di quel territorio è (usando un termine apparso in questo blog) "bataria", il rischio è che il territorio si trasformi in un disvalore.
Il Trentino è in questa situazione; e non lo è certo per cause naturali. Basterebbe una lettura pur superficiale dei molti Piani elaborati negli scorsi anni per cominciare a capire le cause ed iniziare a discutere (tutti assieme pariteticamente) dei rimedi. Ma come dici tu, comincia a mancare la voglia di parlare ancora di questa storia.
Per questo la maggior parte dei Vignaioli ha (dolorosamente, sottolineo) deciso di abbandonare il Padiglione territoriale per quello della FIVI; perchè (paradossalmente) la FIVI riesce a raccontare i valori della qualità, della territorialità, della sostenibilità e dell'artigianalità meglio di quanto non lo riesca a fare il marchio territoriale.
PS: curiosando nel catalogo del Vinitaly ho notato che Schenk non è nel Padiglione 6 con i Vignaioli e le Sociali sudtirolesi, ma nel Pad. 3. Mi pare un dato interessante.
Caro L(uca), Schenk.. è ne padiglione 3 alle spalle dell'ultima corsia del Trentino, da molti anni. Almeno da quando mi ricordo io. Non è quindi una novità di questa edizione. Detto questo, ciò che scrivi è esattamente quello che scriviamo su questo blog da molti anni. Il territorio "bataria", lo abbiamo descritto bottiglia per bottiglia, ettaro per ettaro.
E ora che si fa? Io, personalmente, penso che questa sia la stagione giusta per ristabilire i fili del dialogo. Lo ho scritto tante volte: la super doc del PG ha introdotto una novità rivoluzionaria che equivale ad un'occasione che forse non si ripeterà tanto presto. Questo, secondo me, è il tempo del dialogo fra i vignaioli individuali e i vignaioli collettivi (cantine sociali di primo grado). Certo non sarà facile, non sarà semplice, sarà in salita: ma vignaioli indipendenti e vignaioli collettivi devono cominciare a dialogare su un piano paritetico. Grazie al Pinot Grigio con la fascetta.
Credo nel dialogo, lo sai, ma so anche per esperienza che il dialogo può esistere ed essere positivo solo laddove si lavora per creare le condizioni utili al dialogo (luoghi, occasioni, regole ecc.). Il rischio se no è parlarsi addosso o che il dialogo sia improduttivo, e quindi peggiorativo. Parli di Vignaioli collettivi, ed è una definizione che mi piace molto; non credo però ci sia condivisione su questa definizione nella prassi e mi pare che in Trentino le sociali non abbiano l'autonomia necessaria per avviare quella stagione riformista di cui parli. È certo però che il Trentino del vino può riformarsi solo attraverso la stretta collaborazione tra Vignaioli e Sociali.
@L … Condivido tutto quello che scrivi. E buon Vinitaly a tutti. Ci vediamo al Pad 8.. a fare due chiacchiere ..
Ma perchè Schenk non se la tiene l'Alto Adige?
Mica é cosa nostra!
Si vergognano?
Ma le tasse che paga Schenk mica le incamera Trento…
Non capisco perchè noi dobbiamo farci carico di questo mentre l'Alto Adige se ne esce pulito…
@topolino, perché Schenk è rispettosa del suo territorio e lascia ad altri il compito di rappresentarlo. Sa che in questo modo ci guadagna anch essa.
@ Tiziano:
ma allora i tonti siamo noi che raccogliamo tutto…
come se non ne avessimo già abbastanza di tare… da portarci appresso
@topolino: sono anni che diciamo, scriviamo, che c'è un problema di rappresentatività territoriale delegata ai soggetti sbagliati. Vale per il vino ma vale anche per altro. Vedi per esempio l'uso del marchio trentino qualità.
ora pubblico una cosa che riguarda aa e vedi la differenza.
Ai Vignaioli presenti nel PAD. 8 con FIVI se ne aggiungono altri al PAD. 3:
– Bellaveder
– Borgo dei Posseri
– De Vescovi – Ulzbach
– Pisoni
– Donati
– Maso Cantanghel
– Moser
– Pojer e Sandri
– Pravis
– Simoncelli
– Zeni
Al PAD. 8 ma con Vi VI T, saranno presenti Foradori e Castel Noarna.
Infatti il post si riferiva a quelli che hanno scelto di posizionarsi fuori dal padiglione 3, poi certo che tutti gli altri stanno nel padiglione istituzionale del Trentino. Ma la notizia è che sedici, se ne sono andati.
Mentre Pedrotti Gino, Redondel e Rosi saranno a Viniveri 2016, così per rincarare la dose… http://www.viniveri.net/viniveri-2016/partecipant…
ne esce il ritratto di un Trentino sbrindellato, che affida la sua reputazione esclusivamente alle cooperative (e a Ferrari). Niente di male, ma è un Trentino monco e unilaterale.
Ferrari; ovvero una quasi Fortezza Bastiani, come stand…
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