Si chiama Jane Nisbet Huseby, ed è lei la studentessa del prestigioso Masters of Wine Institute di Londra che è risultata vincitrice del contest lanciato dal Consorzio del Soave in vista di Soave Preview, l’anteprima del Soave, in programma a Monteforte d’Alpone il prossimo 19 e 20 maggio.
Con un saggio breve dal titolo “”Volcanic Wines, a new notion of terroir: explain how cross-territorial marketing and communication can be used as an opportunity for Soave and Italian volcanic wines.” vale a dire “Vini vulcanici: illustrare come il marketing cross-territoriale e la comunicazione possono rappresentare un’opportunità per il Soave e i vini italiani da suolo vulcanico” Jane si è distinta tra gli altri partecipanti per aver colto il valore del “fenomeno vulcano” quale importante leva di marketing territoriale nello sviluppo di strategie promozionali condivise tra i vari comprensori produttivi di pertinenza.
Jane Nisbet Huseby, scozzese di nascita ma oggi residente in Norvegia, lavora da oltre dieci anni nel mondo di vino come consulente di strategia internazionale. Si affianca a cantine e importatori nello sviluppo di prodotti e strategia, oltre ad organizzare degustazioni e a partecipare come speaker ad eventi sul vino. Per sette anni, Jane ha vissuto in Cile dove tutt’ora possiede un’agenzia di marketing che organizza visite per esperti nelle oltre sessanta cantine che segue tra Cile e Argentina.
«Questo contest – ha sottolineato la vincitrice – è un’eccellente iniziativa tra il Consorzio del Soave e l’Istituto dei Masters of Wine. Sono molto soddisfatta ed onorata che il mio saggio breve abbia vinto e spero che il mio contributo possa in futuro fare la differenza in termini di marketing e di posizionamento dei vini da suolo vulcanico».
«Ci ha fatto molto piacere collaborare con il Consorzio del Soave su questa iniziativa – sottolinea Olly Champan, manager per la programmazione e lo sviluppo dell’Istituto dei Masters of Wine -. Dare agli studenti dell’Istituto l’opportunità di lavorare con tali organizzazioni rafforza infatti il loro apprendimento nell’ambito del programma di studio».
Il contest lanciato poco più di un mese fa ha visto la partecipazione di studenti provenienti da numerosi paesi, inclusi da Gran Bretagna, Norvegia, Germania, Francia, USA e Canada. L’idea di creare un concorso che coinvolgesse i futuri Masters of Wine è nata in occasione del seminario di Londra dello scorso febbraio dedicato ai vini da suolo vulcanico dove l’autorevole Istituto ha espressamente richiesto la presenza del Consorzio del Soave tra i protagonisti della giornata.
«Si tratta di un lavoro che abbiamo intenzione di sviluppare – spiega Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave – soprattutto sul fronte estero. Abbiamo ricevuto numerosi elaborati ricchi di spunti e di chiavi di lettura originali ed interessanti che verranno sicuramente valorizzati. Inoltre è sempre utile e costruttivo capire come ci vedono gli altri, soprattutto se si tratta di esperti di vino che vivono ed operano all’estero: questo infatti ci mette nelle condizioni di migliorare il nostro approccio e di ideare proposte promozionali che siano in sintonia con i mercati nei quali andiamo ad operare».
Il lavoro di Jane Nisbet Huseby verrà presentato ufficialmente il 19 e 20 maggio in occasione di Soave Preview, l’Anteprima del Soave, dove sono attesi oltre 150 tra buyer e giornalisti stranieri.
L’Istituto dei Masters of Wine
Attualmente sono 342 i Masters of Wine che sono attivi in 25 paesi. Ne fanno parte enologi, buyer, giornalisti, imprenditori, consulenti, accademici, ed educatori del vino.
L’Istituto dei Masters of Wine, che è una organizzazione non-profit, è sinonimo di eccellenza, di condivisione e di apprendimento. Ha sede a Londra e gestisce corsi, eventi ed esami in quattro continenti. Oltre al superamento degli esami, i Masters of Wine sono tenuti a sottoscrivere il codice di condotta in base al quale coloro che si fregiano del titolo devono agire con onestà ed integrità e cogliere ogni occasione per condividere con gli altri la loro conoscenza del vino.
Oggi l’Istituto conta 350 studenti provenienti da 35 paesi.
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!