Era un po’ che tenevo d’occhio gli eventi organizzati dalla FISAR Milano e questo del Riesling austriaco mi sembrava particolarmente interessante.
Dopo tre spostamenti, alla fine si è tenuto il 12 maggio all’Hotel dei Cavalieri, in pieno centro a Milano.
Arrivo con un po’ di anticipo. La location è molto bella; c’è un’ampia sala con molti tavoli predisposti e ancora poche persone. Scelgo con accuratezza il posto. Dovete sapere che, in una degustazione precedente, ero capitato vicino a un vecchiaccio, competente sì in fatto di vino, ma molto invadente negli interventi e nei comportamenti. L’unica soddisfazione che mi ero preso, dopo che si era mangiato quasi tutto il piattino di salumi che avremmo dovuto condividere, era stata di soffiargli l’ultima fetta mentre già stava allungando la mano per prenderla.
Sicché, da allora sto molto attento ai miei compagni di avventura, cercando di andarmi a sedere vicino qualcuno dall’aria raffinata e ben educata. La volta precedente ero finito vicino a un manager della IBM in giacca e cravatta; questa volta scelgo di sedermi vicino ad una affascinante, ed elegante, signora in jeans.

Saranno gli austriaci, sarà la FISAR, ma l’organizzazione è spettacolare. Ci ritroviamo con in mano un opuscolo, evidentemente stampato per l’occasione, dove sono riportate tutte le schede dei singoli vini che andremo a degustare, con luogo di origine, produttore, nome del vino, vitigno, annata, gradazione alcolica, zuccheri residui, acidità. Vicino a ogni scheda è riportato un QR Code: basta inquadrarlo e si atterra su una pagina del sito austrianwine.com in cui una scheda simile è riportata in dettaglio ancora maggiore.
Seguono delle schede dedicate ai produttori e agli importatori, sempre con il QR Code relativo, le tipologie dei vini austriaci, la descrizione del vitigno Riesling renano, le zone produttrici di Riesling in Austria con la percentuale di superficie viticola, la classificazione delle annate rispetto a resa e qualità della produzione, nonché altre informazioni. Questo è solo l’opuscolo destinato alla serata, perché poi ci viene data una pubblicazione in brossura di 124 pagine con la descrizione di tutti i vini austriaci, in inglese.
Allora: ci sono dozzine di programmi in Internet per generare un QR Code gratis e per ospitare le schede del vino basta un sito in WordPress, anche questo gratis. Non è questione di costi. Se qualcuno ha voglia di capire come si può fare una comunicazione efficace e professionale del vino in una occasione di questo genere, l’Austria è a due passi.

Ci sono 18 vini (!) presentati in questa serata, che è condotta da Willi Klinger, Amministratore Delegato dell’Austrian Wine Marketing Board (parla un italiano perfetto), da Gianni Longoni, che avevo incontrato il giorno prima alla degustazione del Valcalepio en primeur, e da Emiliano Marelli, rispettivamente delegato e segretario della FISAR Milano.
Ogni vino viene descritto dettagliatamente da Klinger, la sua zona di produzione, l’azienda, le caratteristiche del terroir, del clima e dell’annata, con qualche nota storica e di costume. Per legge, la produzione austriaca è limitata a 90 q/ha. Questi vini sono prodotti da vigneti con resa intorno ai 40 q/ha.
Molti vini proposti sono con tappo corona, che la viticoltura austriaca ha adottato a partire dalla fine degli anni 90 in seguito a dei disastri prodotti da partite di tappi di sughero di qualità scadente.
L’abbinamento classico suggerito è quello con la trota alla griglia oppure con il pollo al forno.

Si passa alla degustazione.
Iniziamo con un Grüner Veltiner per poi passare ai Riesling, che non descrivo tutti per ovvie ragioni di spazio. Si tratta in ogni caso di Riesling in purezza e tutti assolutamente eccellenti. Una nota: la sigla”1ÖTW” indica dei vini provenienti da vigneti classificati come i migliori dalla associazione “Österreische Klassikweingüter”.
In ordine temporale inverso, in base all’annata di produzione, i più interessanti mi sono sembrati:
1. Sepp Moser, Reserve Gebling “1ÖTW”, 2014: molto limpido, luminoso, sentori di fiori e polpa bianca, fresco, astringente, stimola una buona salivazione
2. Bruendlmayr, Reserve Zoebinger Heiligenstein “1ÖTW Alte Reben” 2012: profumi verdi, erba, fiore, minerale, foglia di limone in sottofondo. Molto asciutto, piuttosto fresco, ottima persistenza.
3. Leth, Wagramterrassen, 2010: si sentono frutti maturi, fiori, camomilla, ananas, miele. È un vino morbido che presenta una forte nota pseudo-dolce. Ha quasi del tutto abbandonato il sentore che ricorda gli idrocarburi, tipico del vitigno, per assumere il profumo di rosa del Gewürztraminer e il profumo dell’erba, tipico del Sauvignon.
4. Schloss Gobelsburg, Reserve Kammemer Gaisberg, 2005: ottima annata, si ritorna al sentore di idrocarburi, ma anche con note di pasticceria, di zucchero filato al naso. In bocca è molto pulito, elegante, complesso e minerale.
5. Loimer, Seeberg “1ÖTW Langenlois”, 2004: l’ultima cosa che viene da pensare che è sia del 2004. sentori di frutti maturi, fresco, minerale.
6. Salomon Undhof, Reserve Kremser Kögel, 1999: nessun sentore di ossidazione all’inizio, sembra di bere un metodo classico, di quelli rimasti 60 mesi sui lieviti. Sentori di agrumi.
7. Domäne Wachau, Smaragd Loibenberg, 1999: spettacolare, sentori di burro, mele, kiwi. Note balsamiche, con alternanza tra frutta matura e frutta fresca.

Oltre i vini c’era il pane della panetteria Resch & Frisch, che ha una rappresentanza commerciale in Italia a Bolzano. Pane integrale e non, di grano, di segale, fatto esclusivamente con pasta madre, sapori in linea con la tradizione austrica. Pani con semi di cumino, di girasole, pani con speck e formaggio cotti insieme al pane, bretzel, pasticceria, tutti buonissimi: e con una brochure di 90 pagine a descriverli.