Erano mesi che venivo descritto da un Lorem Ipsum e non mi decidevo mai a cambiarlo. Un po’ per pigrizia, ma anche perché mi piaceva che a descrivermi fosse un nonsense poetico, che parlava di un luogo remoto, lontano dalle terre di Vocalia e Consonantia … oggi però sento che è venuto il momento.
Lombardo di nascita e residenza, trentino di origine e di cuore, qualche affetto mi lega anche al Piemonte. Di mestiere faccio altro, il consulente di ICT Management; fino a non molto tempo fa il vino lo ho frequentato solo dall’orlo del bicchiere.
Conosco Cosimo Piovasco di Rondò da quando eravamo bambini; un giorno ho cominciato a scrivere su Trentinowine, per gioco, su suo suggerimento, e per gioco continuo a farlo. Seguo il corso di sommelier della FISAR Milano, divertendomi un sacco.
Più cose conosco sul vino, meno mi illudo di essere un professionista o un esperto. Qualcuno, ogni tanto, dice di leggermi e di apprezzare questo mio tono distaccato; io mi stupisco sempre, sia del fatto che mi leggano, sia che apprezzino. E ne vado fierissimo.
Le cavallette calano al tramonto, e io tra loro.
In realtà non so se fossero calate anche prima, ma alle sette della sera c’è tantissima gente all’evento organizzato dal consorzio vini Alto Adige presso l’Hotel The Westin Palace di Milano. L’evento è riuscito, non c’è dubbio, probabilmente oltre le previsioni: sarei curioso di partecipare a un evento simile per il vino trentino, ma per il momento non c’è stata occasione.
Nella sala ci sono circa una decina di tavoli per 50 vini in degustazione. Le cavallette rimangono a lungo davanti a ogni tavolo con l’idea di assaggiare più vini tra quelli che offrono i sommelier dell’AIS, che sono costretti a centellinarli nella speranza di arrivare a fine serata. Ogni volta che stappa una bottiglia, un sommelier ha di fronte dieci, quindici calici vuoti protesi verso di lui (o di lei).
Sono cavallette competenti, non c’è dubbio; le invidio molto. Cercare qualcosa oltre i frutti rossi, e riuscire a trovarlo, nel Kalterersee in mezzo a tutto questo trambusto non è da tutti. Io faccio fatica. Un po’ colpa mia, che, dovendo lavorare, non sono riuscito a partecipare alla presentazione riservata alle 15:30 alla stampa e ai soci AIS.
Comunque.
Comincio con il Praepositus 2013, Riesling dell’Abbazia di Novacella. Sono reduce dalla degustazione di diciotto riesling austriaci (https://www.territoriocheresiste.it/ 2016/05/austrian-riesling- milano/); questo è piuttosto diverso, ha sentori di frutti bianchi, miele, molto fresco, con un retrogusto un po’ amaro. Più vicino il Riesling Falkenstein 2013, si avverte il sentore di idrocarburi al naso tipico del vitigno, poi miele e pesca gialla. Anche questo, fresco e asciutto.
Il Sylvaner Aristos 2013 è molto più morbido, con sentori di frutta, pesca e mela che gli conferiscono una buona pseudo dolcezza, equilibrato, elegante.
L’Arunda Excellor Rosé vendemmia 2012 è un metodo classico di Pinot nero in purezza coltivato a 1200 m di altitudine, color buccia di cipolla, bel perlage. Frutti rossi, qualche nota agrumata, elegante, facile da bere.
Il Müller Thurgau Graun 2014 ha forti odori di erbe alpine, qualche nota pseudo dolce di frutti bianchi, è piacevole e persistente. La freschezza tipica del vitigno aiuta a stimolare la salivazione.
L’Elyònd Gewürztraminer Riserva 2013 di Laimburg è un Traminer molto tipico, con un profumo di rosa spiccato e note di lavanda, molto intenso e persistente.
Passare ai vini rossi ora è complicato, cominciano a scarseggiare le scorte. La concorrenza è spietata.
Il Riserva Taber 2013 è un Lagrein armonico, in cui emergono i frutti rossi e qualche nota di spezie.
Il Kalterersee Pfarrhof 2015 ha sentori di ciliegia e mirtillo rosso, persistente.
Si sono fatte quasi le otto, i vini sono finiti o stanno finendo.
Me ne vado, accompagnato dallo sguardo scuro di un sommelier che sembra voler dire “Non ne posso più. Vi odio tutti”.