Forse, anzi sicuramente, non era mai accaduto che due pezzi grossi del calibro di Adriano Orsi, presidente di Vivallis e per una decina d’anni, fino a qualche mese fa, presidente di Cavit, e Mauro Baldessari, uno fra gli enologi – direttori (di Vivallis) che ha lasciato un segno marcato e prestigioso sull’enologia trentina, prendessero insieme la parola per denunciare le responsabilità e i limiti dell’organo di autogoverno del vino provinciale: Consorzio Vini del Trentino

Lo hanno fatto ieri con un intervista rilasciata all’Adige. Titolo: Viti a rischio: protocollo nel mirino.

La questione è quella del violento attacco di peronospora che ha aggredito il vigneto trentino nelle scorse settimane e a cui l’applicazione del protocollo di difesa integrata – in attesa di certificazione SQNPI a cui, secondo molti, l’uva è stata sacrificata – non ha saputo fare fronte.

Fra le altre, ecco un paio di dichiarazioni rilasciate all’unisono da Orsi, uno degli uomini più ecumenici e dorotei che siano mai nati sotto i cieli del nord- est, e da Baldessari, l’enologo più punk-rock della vitienologia italiana: “Serve ascoltare i contadini. Serve più flessibilità e meno ideologia. E invece siamo andati duri e puri incontro al nostro destino”. E ancora: “I contadini non hanno avuto la possibilità di combattere la peronospora con prodotti efficaci. Consorzio Vini ha emesso una deroga quando ormai l’annata era andata a ramengo”. Eccetera, eccetera.

Complimenti per il coraggio con il quale il presidente e il direttore di Vivallis – una coop da mille soci e quattordici milioni di euro di fatturato – hanno saputo rompere il silenzio assordante di questi giorni per denunciare la fragilità dolosa del sistema di difesa integrata gestito da Consorzio Vini del Trentino e dal suo mentore rotaliano. Complimenti per il coraggio e per la forza con la quale hanno saputo, ieri, rompere la trama di potere, cardinalizia e buia, su cui è intessuta minuziosamente la cooperazione agricola del Trentino.

La risposta del sistema è arrivata oggi. Dura e inflessibile e perfino imprevedibile per la violenza con la quale si è manifestata: la violenza del silenzio. Il silenzio dei sindacati degli agricoltori, il silenzio di Coldiretti, di Confagricoltura e di tutto quel mondo collerista, e di stile collerista, che si illude ancora di rappresentare qualcosa e qualcuno. E, soprattutto, il silenzio della rassegna stampa, quest’oggi erdoganista, della Federazione delle Cooperative del Trentino. Di solito cosi riccamente attenta e professionalmente ineccepibile nel raccontare dal di dentro vizi e virtù della cooperazione trentina. Ma che, oggi, ha dimenticato – una svista? Una distrazione? Non credo –  di segnalare l’intervista a due voci di Adriano Orsi e Mauro Baldessari. Una punizione imprevedibile e fino ad oggi sconosciuta che, a questo punto, assomiglia ad una medaglia  al valore appuntata al petto. Di Adriano e di Mauro. E della cooperazione lagarina di primo grado.

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AGGIORNAMENTO DEL 19 LUGLIO 2016:

l’INTERVISTA A MAURO BALDESSARI E AD ADRIANO ORSI È STATA PUBBLICATA SULLA RASSEGNA STAMPA FTCOOP DI OGGI A PAGINA 16

FRA UN ARTICOLO DI OGGI  DEL TRENTINO (Dalle patate alle mele Gerevini nominato direttore di Melinda – pg. 15) E UN’ALTRO SEMPRE DI OGGI DEL SOLE 24 ORE (Cantine Ferrari, ancora crescita a doppia cifra – pg 17), anche il nostro intruso (che tuttavia è attribuito all’ADIGE del 18, sebbene sia stato pubblicato il 17).  VA BENE COSÌ.

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