Fra le tante email che ho ricevuto, e che continuo a ricevere, in questi giorni segnati dall’emergenza peronospora, ho scelto di pubblicare questa breve lettera firmata da un contadino della Piana Rotaliana:
Seguo sempre con molta attenzione ciò che scrivete su Trentino Wine; finora non sono mai intervenuto, ma questa volta voglio dirvi anch’io che ne abbiamo piene le tasche di questo modo di fare del sistema vitivinicolo cooperativo, che ci impone in continuazione scelte calate dall’alto, senza mai una discussione e una condivisione preventiva.
Non se ne può più, per esempio, di questa vicenda della certificazione dell’Ape Maia (SQNPI); possibile che tutto sia stato deciso senza un’adeguata informazione, senza un confronto preventivo con noi viticoltori? Possibile? Abbiamo partecipato ad inutili assemblee come quella per spiegare la funzionalità del quaderno di campagna multimediale, ma di questi argomenti, così impattanti sul nostro lavoro e sulla nostra vita, neanche una parola. Ma dove siamo? Nella repubblica delle banane? Se questo è il loro modo di fare meglio espiantare tutto e tornare al mais come una volta.
Grazie e saluti.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
D'accordo con voi!
Poi magari si arriva a questo ed allora siamo a cavallo…
Da Vita Trentina questa settimana in edicola:
File Allegato
È contrario anche all'annuale conferimento dell'esubero ed eventuale spartizione dell'extraesubero su altri soci o per quello le scelte dall'alto non contano? Perché vedo un pensiero abbastanza fanciullesco in tutto ciò, del tipo io allora non gioco più. Se le scelte sono calate dall'alto è perché le abbiamo sempre accettate. C'è una strada giusta e una facile. loro (qui mi escludo) hanno scelto quella facile.
Applauso. Su certe manovre nessun cooperativo fiata, nessuno. Poi incominciano un percorso per aumentare la sicurezza all'agricoltore e anche il reddito nel medio-lungo periodo … e si incazzano.
Avere il coraggio di firmarsi, servirebbe.
Credo che questo tema, quello del ruolo del socio rispetto alla coop sia il tema vero. E non vale solo per le coop agricole.
E va al di la degli esuberi e della certificazione. I limiti di questo modello emergono ora perché il sistema sta mostrando segni di debolezza, vale anche per il credito.
Una scalata senza programmazione a lungo termine è un fallimento annunciato! Non stiamo pianificando, andiamo a naso e ora che ci siamo persi non abbiamo i soldi per comperare nemmeno una cartina! Si potrebbe incominciare da qua, si potrebbero fare incontri con le cantine sociali di termeno e Appiano per esempio, sociali che stanno pagando e pagano bene…. ma la realtá è che fra di noi quanti vogliono impegnarsi un po' di più per essere liquidati bene e costantemente?
michele ottima riflessione, ma c'è considerare che la base coop è divisa in 3 ordini, o almeno da me è così: grandi latifondisti di pianura che spingono per i quintali, piccoli proprietari per cui il lavoro nei campi è un arrotondamento e la risibile minoranza che lo fa per e con passione e quindi vorrebbe consegnare i giusti q senza andare in perdita. Ora i primi dettano legge da anni pur essendo una piccola minoranza e non in assemblea ma dietro il sipario del teatro mentre gli ultimi s'arrabbiano inascoltati quando non derisi La maggioranza in mezzo non ha interesse alcuno e se il luppolo fosse più redditizio via con la roncola. Ecco scomparsi questi per un'evidente questiome anagrafica la lotta tra i due poli sarà forse equilibrata e qualcosa cambierà.
Però lunga è la strada , visto che anche le famose case di "spumante di montagna" alzano le rese a 135 q ha e considerano nago ed il sarca "zone vocate" alla prod. di base spumante…(lo fa anche franciacorta, non solo i trentini…)
Io credo vada ridiscusso il modello territoriale di cui la coop è il nerbo. E vale sia per il vino che per il latte e tutto il resto. Il confronto con Appiano o termeno o Caldaro deve cominciare da qui
Giacomo hai ragione sul percorso di sicurezza. Ma tu chiedo quanto è stato frutto di un processo condiviso? E queste cose perché funzionino hanno bisogno di ampio consenso. Bisogna crederci..sul serio. Altrimenti succede quello che è accaduto in queste settimane..che sta portando ad una marcia indietro..
Concordo, mi ricordo di un'assemblea di una sociale in cui ero presente con delega … il presidente incomincio a parlare di Sostenibilità, del percorso virtuoso dell'Integrata trentina, che avrebbero assistito i soci nel percorso ecc …
qualche anno dopo … effettivamente è cosi … sacrifici minimi per i viticoltori (qdc già c'era anche se cartaceo, tecnici disponibili per la compilazione online, una lista di sostanze valide e in quantità abbondante scelte con dati oggettivi) e doverosi (vorrei sapere perchè un cittadino dovrebbe essere lasciato libero di usare molecole pericolose per la sua salute, e quella degli altri, in quantità indiscriminate senza rendere conto a nessuno ! ) … i risultati economici di questo percorso prima della vendemmia non si possono vedere mi pare chiaro !! … risultati che essendo un percorso saranno nel medio-lungo termine … ecco … nel medio-lungo termine i ragionamenti processi di sviluppo investimenti ecc vanno spiegati per filo e per segno ai soci !!!! … (idem per il pinot grigio doc …. ) … quantomeno perchè sono i soci ad essere i proprietari della cantina, e non viceversa =)
Purtroppo ad oggi, vedono una situazione nei campi con una molecola che forse ha ceduto e per qualcuno una grossa infezione … però non gli è stato detto che le molecole di antiperonosporico non sono diverse dagli scorsi anni e non si rendono conto che era da decenni che non si vedeva cosi tanta peronospora in trentino/nord italia/europa ! … vedono che si pensa di limitare i diserbi (…) … qualche testa di c…o si lamenta di corsi sulla sicurezza (proprio nelle settimane in cui ci sono stati degli incidenti mortali) … eccecc … insomma pensano di essere nel mirino … e non vedono i soldi ma vedono negli anni calare la redditività delle loro uve … i soldi … perchè tutto 'sto trantran di certificazione è stata fatta anche per una manovra commerciale … alcune cantine sono sempre state restie ad impegnarsi per ridurre l'impatto perchè sentono i soci di vecchio stampo quelli del mancozeb … e cantine che forse preferirebbero usare energie per promuovere in altra maniera le uve … qualche amministratore ci vorrebbe ripensare, qualche socio non capisce …
Si intrecciano varie cose … un'annata difficile e poca chiarezza generale nella gestione del settore … idem per il pinot grigio doc …
Perchè non vengono coinvolti i soci ?… a esser maligni qualche volta ci si azzecca … spero di no … però se ad oggi si votasse liberamente penso che si tornerebbe indietro di una ventina d'anni … oppure qualche amministratore salterebbe giù dal seggiolone … naturalmente con la pessima pubblicità "il trentino dice no alla sostenibilità dell'agricoltura" …
Tengo a precisare che io credo fermamente nel percorso che è stato intrapreso, anzi vedo un filo conduttore dagli anni 90 quando si iniziò con la produzione integrata e questa certificazione per aumentare la professionalità di tutti gli agricoltori specialmente i cooperatori che sono la maggior parte e abbastanza dormienti talvolta quando si tratta di migliorarsi (i vecchi detti: la mia uva è una goccia nel mare della sociale… io la faccio e gli altri la devono vendere ) … e prima di abbandonarlo come qualcuno chiede … vorrei vedere che risultati dà nei prox 4-5-6 anni … chissà magari il prox anno non germina neanche una spora invernale di peronospora e tutti felici e contenti …
Io ho un nome e cognome, almeno dico quello che penso … senza nascondermi dietro a lettere anonime o a scritte sull'asfalto … =)
Anche io ho un nome cognome Giacomo, anche se mi firmo Ghino o Cosimo, e se pubblico sul mio blog cose anonime, me ne assumo io la responsabilità diretta. Perché se i contadini hanno paura, la ragione sta in questo clima blindato e un po turco che si chiama cooperazione trentina. L altro giorno sull Adige ho pubblicata la notizia dei cinque soci c he se ne sono andati via dalla sociale di Ala, non ho scritto in loro nomi perché mi hanno supplicato di non farlo.
Certo certo, il mio riferimento non era a te/voi … ma a qualcuno delle mie parti che nelle chiacchere di capezzagna è tanto bravo … ma quando si tratta di parlare nella SUA cantina … muto … qui siam un pò figli del Teroldego … "vino muto che fa parlare" =)
L'è quella de tutti Giacomo… e non li chiamo figli del teroldego, 2015 a lacrime che battevano le mani dicendo abbiamo un bel presidente, bravo presidente come Fantozzi, son curioso quest' anno invece
Beh un pò di irriconoscenza … in questo clima generale populista … è normale … vedo agricoltori incolpare tecnici che sono da 40 anni in zona … anche grazie a loro l'agricoltura locale è migliorata tantissimo … dalla selezione clonale/massale di pinot grigio, alla difesa meno impattante, alle lavorazioni a verde eccecc … no basta un'infezione forse data da un prodotto che ha ceduto e … forconi & risarcimenti … presidenti idem … tanti soldi = brao … pochi soldi = …. …. ….