Attorno alla grigliata di ferragosto, ieri, ho scambiato due chiacchiere con un giovane amico di Torino conosciuto da poco. In attesa che costine di maiale e braciole fossero bruciacchiate al punto giusto, fra una chiacchiera e l’altra ci siamo fatti fuori anche un paio di bottiglie di ottimo Merlot (Trentino Doc 2013 – Cantina di di Aldeno: bello, pulito, con un bel sentore di terriccio e di mirtillo, un naso caldo con qualche  tostatura e una bevuta asciutta e ben strutturata; fra l’altro stamattina ho visto che è in promozione a poco meno di 4 euro nel circuito coop… per chi fosse interessato).
Comunque, il mio giovane compagno di griglia e di Merlot ad un certo punto mi dice: “Certo, non potete competere con noi piemontesi, tuttavia i vostri vini sono buoni, a volte eccellenti, anche questo Merlot è davvero interessate. Però – aggiunge -, non capisco una cosa: a differenza dell’Alto Adige avete poca reputazione, vi si conosce poco. Chi si occupa, in Trentino, di promuovere l’immagine della vostra enologia? mi chiede.
Bella domanda.
Allora, insieme a lui, ho provato ad elencare i numerosi soggetti che hanno a che fare con l’immagine e la comunicazione del nostro vino. E mi sono reso conto che sono davvero tanti. Forse, dico forse, perfino troppi.
Dunque, cominciamo con la madre di tutti i propagandisti autoctoni: Trentino Marketing, l’agenzia promozionale di via Romagnosi. Che, è vero, da tempo non si occupa più direttamente di vino. Ma insomma, TM c ‘è sempre comunque, fra marchi, siti web, video, progetti speciali, brochure e libretti. Accanto ci metterei anche la Trentino Film Commission, l’agenzia  che finanzia la produzione cinematografica sul territorio provinciale: quando può, il vino in qualche film ce lo infila o ce lo fa infilare (vedi il capolavoro Vino Dentro). Sempre restando nell’ambito delle istituzioni provinciali, direi che un bel pezzo della comunicazione la fa anche l’assessorato all’Agricoltura tramite il suo Ufficio Stampa. Poi chiaramente c’è l’Istituto Trento Doc, che si preoccupa – più o meno bene – di divulgare l’immagine del metodo classico locale. E arriviamo così al colosso dei colossi: Consorzio Vini del Trentino, che oltre ad impegnarsi sul terreno della tutela (disciplinari) si avventura anche nella costosa promozione internazionale: Vinitaly e Prowein. La promozione locale, tecnicamente definita animazione, invece da qualche tempo fa capo alla Strada del Vino e dei Sapori, a cui Consorzio Vini e Trentino Marketing hanno delegato, insieme ai soldi,  anche l’ingrato compito di tenere alto il rumore enologico all’interno dei confini provinciali.  Un’azione che si combina e spesso si sovrappone a quella delle numerose APT di territorio. Chiaramente poi c’è la FEM che fa ricerca e sperimentazione sia in campo viticolo che enologico e una comunicazione di un certo peso la fa. Oddio mi stavo dimenticando, sempre per restare nell’ambito istituzionale, di Camera di Commercio che dirige l’Enoteca Provinciale di Palazzo Roccabruna. E i Vignaioli Indipendenti della Fivi, dove li mettiamo? E i Dolomitici e i PIWI? E il piccolo Consorzio di tutela e promozione della Terradeiforti? E l’associazione dei produttori di Castel Beseno? E i Cembranidoc?
E poi, cosa c’è ancora? Beh, certo ci sono le due confraternite, quella della Vite e del Vino e quella di Bacco. Entrambe dovrebbero interpretare il ruolo di costola culturale dell’enologia trentina. Poi un ruolo  lo giocano anche le associazioni professionali, quella degli enologi ed enotecnici (AEEI), quella degli studenti e allievi di San Michele (UDIAS) e quelle dei sommelier e degli assaggiatori: ad occhio mi pare che in Trentino siano attive AIS, ONAV e ASPI. Non ho notizie recenti della FISAR, ma ci dev’essere anche quella.  E non è il caso di dimenticarsi  dei numerosi degustatori delle principali guide enologiche italiane: Slow Wine, Vini Buoni e Gambero Rosso. Senza i quali il vino trentino non riuscirebbe ad arrivare nemmeno a Verona.

Vediamo, mi sono scordato di qualcuno? Beh  sì,  ci sono anche parecchie associazioni di cosiddetti wine lover;  mi vengono in mente SKYWINE, le Città del Vino, il Movimento per il Turismo del Vino e le Donne del Vino. E infine ci sono i blog, Geisha Gourmet  di Francesca Negri, Enophilia di Andrea Aldrighetti, VinoTube di Gianni Pasolini, Diario Divino di Roberto Anesi, il nuovo MiVini di Michele Zomer e nel suo piccolo, piccolissimo, anche Trentino Wine.  E i giornalisti di settore della carta stampata: ancora Francesca Negri, Carlo Bridi e Giuseppe Casagrande. E i volti televisivi come quelli di Walter Nicoletti  e Nereo Pederzolli.

Sicuramente in questo lungo elenco che raccoglie persone, enti, associazioni e istituzioni, ho dimenticato qualcuno e me ne scuso. Ma, già così, mi rendo conto che siamo in tanti. Forse fin troppi. Un grande esercito, magari sconfitto, magari in parte anche disarmato, ma un grande esercito di donne e uomini che, ognuno a modo suo, amano il vino. E soprattutto il Trentino.