Due guide, due mondi. Anzi due versioni, ostinatamente contrarie l’una all’altra, di un solo Trentino. E’ quello che emerge dalla lettura delle anticipazioni di due fra le più autorevoli guide enologiche italiane, Gambero Rosso 2017 e Slow Wine 2017.
La prima, apprendo oggi, conferisce il massimo riconoscimento (Tre Bicchieri) a dieci referenze nate sotto i cieli del Trentino. Di cui sette assegnate ad altrettanti Metodo Classico (solo della denominazione Trento). Poi ci sono tre Rossi:, un Teroldego (Pini 2012 Roberto Zeni) e due Bordolesi (Fojaneghe Rosso 2012 Bossi Fedrigotti e San Leonardo 2011 Guerrieri Gonzaga). Scomparsi dall’orizzonte gamberista, invece, i bianchi fermi. E per fortuna che da anni i propagandisti istituzionali del sistema vino – probabilmente per giustificare e stimolare la radicalizzazione della colture pinotgrigiste -, raccontano che il Trentino è una terra di Grandi vini bianchi.
La seconda guida, Slow Wine, premia al massimo livello 14 Metodo Classico italiani – 6 con il titolo Vino Slow e 8 con quello di Grande Vino – . Fra questi dominano i franciacortini con 8 titoli, seguiti dagli spumantisti dell’Oltrepò, con o senza denominazione, (4) per finire con il pugliese d’Araprì e un Lambrusco di Modena. Della tradizione e dell’attualità spumantistica classica trentina, come si vede, nemmeno l’ombra.
Ora, è chiaro che ciascuna guida segue un proprio metodo di giudizio e una propria gerarchia di valori, non solo degustativi. E’ legittimo. Ma non si capisce, tuttavia, pur con tutte le distinzioni, le differenze, gli orientamenti culturali differenti, come la stessa realtà – il Trentino enologico – possa essere descritta in modo cosi diverso. Con una rappresentazione che nega l’altra. E viceversa.
Forse, dico forse, da questi giudizi ne esce male il Trentino, che non è solo metodo classico, come vorrebbero i soloni romani del Gambero ma è anche, seppure in piccola parte, metodo classico, come invece fingono di non vedere gli autorevole degustatori di Bra. Di sicuro ne escono male nel loro complesso il mondo delle guide più o meno patinate e i loro gruppi editoriali di riferimento. Perché, in questo modo, non aiutano il consumatore, che dovrebbe essere il loro unico orizzonte (o almeno quello prevalente), ad orientarsi. Semmai, facendo così, lo aiutano a perdere definitivamente la tramontana.
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TRENTINO TRE BICCHIERI – GAMBERO ROSSO
Fojaneghe Rosso 2012 Bossi Fedrigotti
San Leonardo 2011 San Leonardo
Teroldego Rotaliano Pini 2012 Roberto Zeni
Trento Brut Altemasi Graal Ris. 2009 Cavit
Trento Brut Domini 2010 Abate Nero
Trento Brut Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2005 Ferrari
Trento Brut Ris. 2010 Letrari
Trento Dosaggio Zero Ris. 2011 Maso Martis
Trento Extra Brut Tridentum 2009 Cesarini Sforza
Trento Rotari Flavio Ris. 2008 Mezzacorona
SLOW WINE – METODO CLASSICO
VINO SLOW
Franciacorta Dosaggio Zero Bagnadore Ris. 2009, Barone Pizzini
Franciacorta Extra Brut Pietro Camossi Ris. 2008, Camossi
Franciacorta Satèn, Cavalleri
Franciacorta Satèn, Corte Fusia
O.P. Pinot Nero Rosé Pas Dosé Norema 2012, Calatroni
Gran Cuvée Brut XXI Secolo 2009, d’Araprì
GRANDE VINO
Franciacorta Dosage Zéro Noir Ris. 2007, Ca’ del Bosco
Franciacorta Extra Brut EBB 2011, Mosnel
Franciacorta Pas Dosé 2011, San Cristoforo
Franciacorta Pas Dosé Girolamo Bosio Ris. 2009, Bosio
Lambrusco di Modena M. Cl. Rosé 2012, Cantina della Volta
M. Cl. Nature, Monsupello
O.P. Pinot Nero Extra Brut Nature Ècru 2010, Anteo
O.P. Pinot Nero Extra Brut Vergomberra 2011, Bruno Verdi
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
caro Cosimo, a sostegno della tua analisi – che in parte condivido, ma su alcuni punti dissento fortemente – propongo il quadro complessivo dei riconoscimenti di Slow Wine 2017 e il "nostro pensiero" sul Trentino attuale… http://www.slowfood.it/slowine/slow-wine-2017-tre…
amici cari di slow food, avrei una piccola curiosità: ma l'aggettivo "slow" per il nettare frizzante delle "zone franciacorta" è legato al tempo di dimezzamento del cromo? o a quello che impiega il cattivo gusto ad abbandonare quei luoghi? perchè son le uniche cose lente di quelle terre.
qui non è questione di dissenso ma ipocrisia, o magari siete un po' "lenti".
Macroregione über alles.
qui un giorno sarà tutto franciacorta
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Ste cazzo di guide…!
Bravo Gianni sei autisti ie questi le meio che guidenti da soli….noi …mi ti El Tano …
Pronto il convoglio…
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Nessuna guida, ci guidiamo da soli…
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Hai ragione…. penso teoppo all abrizzo in questi giorni
ok, però D'Arapri e a San Severo in Puglia.