I soci di Cavit, riuniti oggi in assemblea nella sede di Trento, hanno approvato all’unanimità il bilancio 2015/2016.
Cresce il fatturato consolidato, che sfiora i 178 milioni di Euro (177,9), con un incremento pari al 6,6% sull’anno precedente.
Significativi i dati di crescita dell’export (+7,6%) che rappresenta l’80% del fatturato totale, trainato soprattutto dalle ottime performance sia del mercato nordamericano (Stati Uniti e Canada) che dei nuovi mercati in espansione, come ad esempio il Messico.
Bene anche il mercato domestico, dove Cavit cresce del 5,8% aumentando la penetrazione in un comparto stabile e maturo, grazie anche alla rinnovata organizzazione commerciale di cui hanno beneficiato entrambi i canali distributivi: un rafforzamento in grande distribuzione (con una crescita a due cifre per la linea Mastri Vernacoli) e una presenza sempre più incisiva nel settore Horeca, oggetto di un piano di sviluppo dedicato.
Continui investimenti in comunicazione hanno supportato i brand a maggiore valore aggiunto, quali Altemasi, Bottega Vinai, Cavit Collection, Mastri Vernacoli e Müller di Cavit.
Crescita a doppia cifra (10,2% a valore) anche in un’area strategica come quella degli spumanti metodo classico Trentodoc e metodo Charmat, con prodotti sempre più apprezzati dal mercato, a riconoscimento dell’impegno aziendale nello sviluppo della spumantistica di qualità.
Si è completata nell’ultimo biennio la struttura del Gruppo Viticolo Cavit, dedicata ad assistere i Viticoltori sia sui temi agronomici che, da quest’anno, sulla difesa dei vigneti: un’assistenza chiara e puntuale che ha permesso il conseguimento di una buona vendemmia.
Nell’ambito dei riconoscimenti ricevuti nel corso dell’anno, di particolare importanza è il “Premio Cooperazione”, assegnato a Cavit dalla Guida Essenziale ai Vini d’Italia 2017 di Daniele Cernilli.
Si riconferma inoltre il prestigioso riconoscimento del “Tre bicchieri” che la Guida Vini d’Italia del Gambero Rosso ha assegnato per la tredicesima volta all’Altemasi Riserva Graal Trentodoc.
Per quanto riguarda il sistema di certificazione, anche nel 2016 sono state confermate tutte le certificazioni acquisite e particolare impegno è stato dedicato al tema della sostenibilità ambientale.
“Sia la remunerazione che il ritirato ai soci conferitori sono in crescita”, dichiara il Presidente Cavit, Bruno Lutterotti, a un anno di distanza dal suo insediamento. “Siamo molto soddisfatti per i risultati conseguiti che portano valore ai soci Viticoltori, obiettivo primario della Cantina. Il nostro prossimo obiettivo è la certificazione SQNPI (Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata) che intendiamo raggiungere attraverso il miglioramento continuo, in un percorso di impegno costante e graduale su tutta la filiera di produzione, nel rispetto delle diversità delle singole realtà che compongono l’articolato panorama del nostro Consorzio.”
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!
Sono bei numeri, nulla da obiettare di questo comunicato a parte il riferimento a SQNPI che a due giorni dalle dimissioni di Bertagnolli sembra quasi una presa per i fondelli, ma quello che a mio avviso manca a questa Cavit è la condivisione con i suoi 4800 soci di scelte, strategie, obiettivi, traguardi da raggiungere e valori da difendere.
Insomma maggior dialogo con la base sociale.
Capisco che questa mia richiesta potrà sembrare un pretesa difficile da attuare ma credetemi anche il sentirsi coinvolti ha il suo valore.
Mi pare, Giuliano, che la condivisione passi attraverso il dialogo e che a questo sia deputato il primo grado. Altrimenti la visione è strabica e si vede solo il dato di bilancio di una congiuntura favorevole per il mercato globale, ma non s'intravvede l'appiattimento interno (€ 3,56 Teroldego DOC Mastri Vernacoli al Superstore coop) e il sacrificio del territorio. Delle cui sorti non si può occupare Ravina, né Roma, né Bruxelles. Come dire: i soldi vanno bene, ma ci siamo venduti la (nostra) casa per vivere di rendita.
se è per questo abbiamo anche il teroldego riserva mezzacorona 2010 a 7,80..nelle famiglie cooperative ..e per dirla tutta ancora ….da ravina stanno uscendo di magnum altemasi millesimato con 10 anni di lieivit ad un prezzo …. che non riesco nemmeno a scrivere…
Il dialogo presuppone volontà di incontro e di confronto e ogni soggetto che interagisce non dovrebbe sentirsi possessore della verità ma desideroso di ricercarla.
Che poi non sia gratificante per un manager incontrare chi lavora la terra lo posso anche capire ma non lamentiamoci allora se il numero degli occupati in agricoltura cala di anno in anno e poi dai, non siamo bambini da accontentare con la paghetta, abbiamo anche noi un' anima…
…quindi adesso non vi lamenterete più di trovare il vino della Cavit a 2 euro al barile ? 😛