Si ricomincia su binari più consueti con le serate della FISAR, dopo le intemerate di Walter Massa, e si ricomincia alla grande, con una serata dedicata al Pinot nero dell’Alto Adige.
Il relatore è Pierluigi Gorgoni, competente e appassionato, innamorato del suo territorio.
“In Alto Adige è impossibile bere male“: è bello poter dire una cosa del genere.
Siamo nel Gazebo Lounge del Diana Majestic di Milano. Ci sono circa un centinaio di persone; il ricavato sarà devoluto in beneficenza per i terremotati dell’Abruzzo. Mi siedo in terza fila, vicino a due allieve del terzo corso da sommelier.
Il Pinot nero è un vitigno delicato, che ha una maturazione precoce, predilige terreni calcarei e i climi non caldi. I grappoli sono delicati e temono l’umidità: il clima ideale è freddo, soleggiato ma non caldo e ventoso.
“Il Pinot nero è un viaggio nella delicatezza, nella tarda primavera, quando il fiore sta per diventare frutto” dice Gorgoni.
I vini sono rappresentativi di tre aree con caratteristiche diverse: il Nord, con la zona a nord di Bolzano e la Val Venosta; l’Oltradige e il lato destro della Bassa Atesina; infine, il Mazzon e Montagna.
I primi quattro vini che degustiamo provengono dal Nord. Sono vini minerali, eleganti, con una buona acidità e un fruttato leggero. Nei vini dell’Oltradige le note fruttate emergono più nettamente, con sensazioni e profumi di frutti più maturi.
Annuso l’ottavo vino, il Tiefenbrunner, e mi viene da dire: “Questo è completamente diverso!“.
La mia vicina mi scocca un’occhiata perplessa, quasi scettica.
In quel momento Emiliano Marelli, che affianca il relatore nell’esposizione dei vini, annota: “Questo vino è un vero e proprio cambio di marcia“.
La mia vicina mi regala un’occhiata che sembra dire: “Però, ci hai beccato!“.
Siamo al confine con la terza zona, il Mazzon, la parte più a Sud, compreso il territorio del Comune di Montagna. Si tratta di un pendio protetto da una collina e investito in pieno dall’Ora del Garda, un vento tiepido che porta profumi mediterranei. I vini sono maturi, rotondi, i tannini setosi.
I vini degustati sono:
Da Bolzano verso Nord
Cantina Terlan – Pinot Nero Riserva Montigl 2013
Si percepisce alcolicità e freschezza, sentori di distillato di frutti rossi, mirtillo, fragola, sapido sanguigno. L’acidità rafforza la sapidità, è un vino ancora giovane
Cantina Merano – Pinot Nero Riserva Zeno 2013
Presenta una mineralità differente, come di cenere, sentori di affumicato, gesso. Poi sottobosco, pepe bianco, selvatico, “animale”; il palato è meno sapido
Falkenstein – Val Venosta Pinot Nero 2013
La bottiglia presenta segni di riduzione ma viene prontamente sostituita. Il pinot nero di Falkenstein attacca in morbidezza con con qualche nota floreale e poi i sentori di frutti rossi più consueti. Ha ancora una bella acidità.
Koefelgut – Pinot Nero Fleck 2013
Il Fleck è un vino biodinamico, molto più morbido dei precedenti, ha sentori di hybiscus e di terracotta, forse un accenno di confettura. È un vino meno persistente dei precedenti, cosa che può essere dovuta anche al fatto che le viti sono più giovaniOltradige e lato destro della Bassa Atesina
Stroblhof, Hanni Ausserer Rosmarie– Pinot Nero Riserva 2013
La sensazione fruttata si fa più matura, e il naso più speziato, si trovano caratteri tostati, vanigliati, un frutto evidente e il tannino è amalgamato al frutto
Alois Lageder – Pinot Nero Krafuss 2012
Il 2012 è un’annata un po’ complicata, il tempo non è stato dei migliori; il produttore è uno dei più importanti dell’Alto Adige.
Il vino è meno esplosivo, leggermente erbaceo, un po’ più spigoloso, meno maturo, un po’ bloccato nella parte tannica. La chiusura di bocca non è sostentata dall’acidità.
Cantina St. Michael – Pinot Nero Riserva St. Valentin 2013
Di nuovo frutti maturi, in bocca è più “masticabile”. Il finale di bocca è sul calore, si sente l’alcool, una grande maturità, tanta frutta scura, anche sentori di confettura. Anche qui il tannino è amalgamato al frutto.
Cantina Tiefenbrunner – Pinot Nero Riserva Linticlarus 2013
La linea Linticlarus è dedicata ai vini in legno. È ancora presente la mineralità, ma è un vino molto “sferico”, molto elegante, complesso. Non c’è affondo alcolico. Una sensazione di setosità avvolge tutti i parametri tattiliMazzon & Montagna
Cantina Girlan – Pinot Nero Riserva Trattman Mazzon 2012
Il naso è maturo, speziato, fruttato, rotondo.
È molto complesso, molto vivo, c’è un grande ritorno di bocca. Si avverte una sensazione di pseudodolcezza, come da succo di frutta
Castelfeder – Pinot Nero Riserva Burgum Novum 2012
È un vino più fresco, con più sfaccettature al naso, qualche sentore di spezie. L’alcol è ben vestito da glicerine che scivolano via. Somiglia alla Borgogna tradizionale, ha sentori di vaniglia, di caffè.
Pfitscher – Pinot Nero Riserva Matan 2013
Si fanno largo profumi di spezie più pungenti. È amaro, un po’ vegetale. Si sente che è un vino artigianale, è amarognolo nel finale, ha una bella densità, a livello tannico sente di più il legno.
Cantina Hofstätter – Pinot Nero Barthenau vigna S. Urbano 2012
È un vino che viene selezionato acino per acino, la “nave ammiraglia” della cantina. Presenta qualche nota iniziale di mentolato/ balsamico ma non speziato, ha sentori di frutto nero. Il tannino è sottile ma è molto presente, così come la frutta matura.
Erano mesi che venivo descritto da un Lorem Ipsum e non mi decidevo mai a cambiarlo. Un po’ per pigrizia, ma anche perché mi piaceva che a descrivermi fosse un nonsense poetico, che parlava di un luogo remoto, lontano dalle terre di Vocalia e Consonantia … oggi però sento che è venuto il momento.
Lombardo di nascita e residenza, trentino di origine e di cuore, qualche affetto mi lega anche al Piemonte. Di mestiere faccio altro, il consulente di ICT Management; fino a non molto tempo fa il vino lo ho frequentato solo dall’orlo del bicchiere.
Conosco Cosimo Piovasco di Rondò da quando eravamo bambini; un giorno ho cominciato a scrivere su Trentinowine, per gioco, su suo suggerimento, e per gioco continuo a farlo. Seguo il corso di sommelier della FISAR Milano, divertendomi un sacco.
Più cose conosco sul vino, meno mi illudo di essere un professionista o un esperto. Qualcuno, ogni tanto, dice di leggermi e di apprezzare questo mio tono distaccato; io mi stupisco sempre, sia del fatto che mi leggano, sia che apprezzino. E ne vado fierissimo.