Amministrare una cooperativa richiede competenza e formazione, “nessuno nasce imparato” diceva Totò e la riflessione che il nostro arcivescovo, monsignor Lauro Tisi, ha rivolto agli amministratori e ai collaboratori della Federazione Trentina delle Cooperative in occasione della sua visita di martedì 20 dicembre è più di un corso accelerato per diventare un buon amministratore.

Per riassumere velocemente quanto detto da monsignor Tisi copio incollo qui il comunicato ufficiale di FTCOOP scritto al riguardo:

Il Santo Natale e le festività di fine anno sono sempre un’occasione preziosa, oltre che per rinsaldare vincoli familiari, rapporti di amicizia e relazioni feconde, anche per fermarsi qualche istante nel silenzio e riflettere sulle cose davvero importanti.
Per noi donne e uomini della Cooperazione, pur in un contesto segnato da gravi motivi di preoccupazione in questa fase difficile della storia, importante è anche riflettere sui temi che da vicino riguardano l’essere persone impegnate a concretizzare nel presente gli elementi specifici e le finalità proprie del nostro Movimento.
Mons. Tisi ha ribadito, in particolare, che la la cooperazione è ancora una delle formule più adatte per affrontare questo periodo di difficoltà e cambiamento e per rilanciare un’economia a misura d’uomo.
Ha ricordato poi che anche all’epoca della nascita del movimento cooperativo, come oggi, non mancavano gravi difficoltà sociali ed economiche, e scarseggiavano le risorse finanziarie. Le radici della cooperazione affondano prima di tutto nel bisogno forte che l’uomo ha degli altri, il bisogno del noi, lo spirito di appartenenza a una comunità. In quel momento, una squadra di sognatori si è messa in gioco, ha fatto leva sulla propria capacità di innovare, sulla propria creatività, e sulla fiducia negli altri.
Anche oggi, ricorda il Vescovo, il Trentino offre nonostante tutto numerosi esempi concreti che dimostrano come la cooperazione abbia ancora, al suo interno, le forze umane capaci di tirare fuori quella creatività e quell’innovazione necessarie per superare questo momento critico.
Occorre però recuperare anzitutto la fiducia e la speranza, pur volendo fare i conti a viso aperto con la realtà vera, senza rifugiarsi solo in quella virtuale e mediatica. E’ dentro il perimetro della realtà autentica – ci ricorda ancora il Vescovo – che va recuperata la forza delle relazioni interpersonali, del guardarsi in faccia, dello stimarsi reciprocamente e anche del saper discutere. Rispettare il pensiero dell’altro, accogliere le diversità come una risorsa e non come una minaccia, ospitare sensazioni, operatività e gesti che non sono i nostri, sapere che siamo forti nella misura in cui accanto al nostro pensiero mettiamo anche quello di un altro, che ci sprona a fare autocritica. Questo ci può aiutare a tracciare un importante e positivo cammino verso il futuro, nel quale è indispensabile coinvolgere e considerare i giovani, parlando e progettando con loro e non per loro. Un cammino nel quale, allo stesso modo e nello stesso tempo non bisogna mai dimenticare gli anziani, la nostra storia.
La vera vittoria, per noi che siamo cooperatori, si può ottenere stando insieme: vinciamo se corriamo e arriviamo insieme. Al contrario, i fallimenti spesso derivano dalla volontà di fare tutto da soli, o addirittura in competizione contro gli altri.

Questo breve riassunto non può di certo esaurire la forza e la profondità del messaggio natalizio del nostro arcivescovo e perciò vi invito a gustarlo e meditarlo nella sua interezza, dalla sua viva voce

L’ARCIVESCOVO TISI ALLA COOPERAZIONE – VIDEO