Questo non è il post che avrei voluto pubblicare oggi. Questo è il post che non avrei mai voluto pubblicare.
Nel primo pomeriggio di oggi sullo streaming dei commenti del blog sono comparse le parole stringate di un lettore, con le quali egli esprime le sue sommesse scuse ad un interlocutore invisibile per non so bene che cosa e “a seguito di una comunicazione privata“.
Non conosco personalmente questo signore. E non so cosa stia dietro a queste parole. Tuttavia mi pare di capire che queste parole siano state indotte da qualcuno con qualche mezzo più o meno rituale. Sento un odore che non mi piace. Sgradevole. Non voglio approfondire. Non voglio nemmeno conoscere i retroscena, e i retropensieri, che hanno spinto un uomo a esporsi, con umiltà, alla pubblica gogna per aver espresso, magari con parole forti, un punto di vista. Un’opinione.
Questo blog nacque alcuni anni fa con l’ambizione, allora solo di un minuscolo gruppetto di gruppettari, di aprire uno spazio di discussione, il più possibile libero e aperto, attorno ai temi della politica agricola e vitivinicola adottata nelle sabbie mobili di un Trentino allora, e purtroppo ancora, segnato dalle pratiche brutali di principi vescovi autoritari ma privi di autorevolezza. Come un luogo di confronto trasparente con la politica e la cooperazione. Noi, i gruppettari, ce l’abbiamo messa tutta, pur con molti limiti e a volte andando oggettivamente sopra le righe, per fare in modo che qui si costruisse qualcosa. E qualcosa, sono convinto, la abbiamo costruita: per la prima volta, anche grazie ai numerosi commentatori, in Trentino si è squarciato il velo sulle ipocrisie autorenziali della cooperazione e del mondo politico in tema di politiche agricole. Certo, ripeto e ammetto, con molti limiti e soprattutto affidandoci per lo più allo strumento retorico della provocazione. Del resto questo era il solo modo per farci sentire. Ma qualche contributo, ne sono certo, lo abbiamo dato.
Oggi, leggendo e rileggendo le parole strozzate di Jack Wid, mi rendo conto, che di passi avanti se ne sono fatti pochi. Forse si sono fatti, invece, molti passi indietro. C’è ancora qualcuno, in Trentino, e forse oggi più di ieri, che rifiuta astiosamente l’opportunità di discutere apertamente. Di aprire civilimente un dibattito. Ma preferisce, piuttosto, affidarsi alla forza. E alla violenza.
Tutto questo, lascia a me e ai miei quattro amici gruppettari, l’amaro in bocca. È l’amarezza di chi cerca un confronto e riceve solo porte in faccia che alludono a carte bollate. E mi fa pensare che, in fin dei conti, l’esperienza, a volte aspra, di questo blog non sia servita a nulla. E allora forse è arrivato il tempo di cambiare registro. E di dedicarsi esclusivamente alla pubblicazione dei comunicati stampa e delle veline diramati dalle numerose e zelanti Agenzie Stefani di via Romagnosi, di piazza Dante, di via del Teroldego, di via del Ponte e di via Segantini. Con buona pace dei padroni del vapore. E dei loro compari, latifondisti e feudatari complici e compiacenti al seguito.
E così vissero, anzi vivranno, tutti felici e contenti. Come prima. Più di prima.
Cosimo Piovasco di Rondò Senior
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Cosa molto, ma molto brutta…..
Giuro non ne so niente….sono innocente
Perché l'é il simbolo dell'ignoranza.. Bandiera bianca la vogliamo no..!
Buonasera a tutti , mi sento di intervenire per un sentito ormai di lungo corso.
Mi spiace Cosimo, ma anche stavolta non sono d'accordo.
Lasciando perdere la smentita del protagonista, forse è il caso di interrogarsi sulle parole in libertà che troppo spesso viaggiano anche qui, in questo blog, spazio aperto e libero non deve mai significare libertà di insulto.
Ho sempre sostenuto una mia tesi: possiamo dirci di tutto su un argomento che ci divide, ma mai dobbiamo superare il confine che divide, la legittima polemica dall'insulto, più o meno gratuito, e questo soprattutto perchè, alla fine di tutto, quell'epiteto, o offesa, sarà l'unica cosa che resterà, ad avvelenare qualsiasi futuro dibattito tra noi.
Un Buon anno a tutti
Non sarà una parola dal sen sfuggita ad avvelenare un dibattito già di per sé avvelenato. Quotidianamente avvelenato dalla brutalità con cui i gruppi industriali si muovono dentro i processi reali. Comunque il nostro amico a chiesto scusa e la storia pare finita lì. Ma continuo a pensare che anche questa sia violenza.
Tiziano e/o TW, non è successo nulla di che. Ho usato una parola sbagliata, inopportuna, ed ho cercato di porvi rimedio come richiesto. Sono un Leone, veramente un brutto segno zodiacale. Capita di commettere un errore. E lo riconosco. Anche e soprattutto pubblicamente. Preciso però che non mi è stato chiesto di scusarmi sul fatto che ho sostenuto (su FB in qualche link e poi riportato nel blog) il percorso di “sostenibilità” escludendo molecole pericolose e avviando un percorso di certificazione “Ape maia”. Per altro sulle modifiche future avevo già espresso la mia opinione contraria. Qualcuno questa mia contrarietà non l'ha capita ma pazienza, non è necessario che capisca tutto. Vorrà dire che sono un “Fan” delle ex-R40 che si avvicina all'agricoltura Bio(dinamica). O su altri interventi come sul fatto che nego qualsiasi cospirazione cooperativistic-multinazional a danno degli agricoltori tramite tecnici costretti a consigliare un certo prodotto. A pensarlo vien male alla testa … O sul fatto che l'assistenza del Gruppo Bio della FEM è di livello elevato e offre da parecchi anni dati su dosi e residui rameici o su lavorazioni del terreno a verde ecc forse poco seguiti da agricoltori locali e chi lavora bene e con coscienza non usa cit: “almeno il doppio di rame ”. E se, gentilmente, mi è concesso un' ultimo punto in questo tuo/vostro spazio. Questa è l'unica cosa che dopo mi pesa parecchio. Ma non porto rancore, in fondo anche io ho usato una parola sbagliata. E ammetto l'errore. Per tutti i motivi sopra vengo descritto (verba volant , scripta manent) come un “Fan” di un Presidente della Coop del mio Paese. Forse abbiamo delle posizioni vicine su questo percorso, perchè un'agricoltura con prodotti tossici avrebbe un futuro veramente Triste, e in parecchi lo hanno capito o perchè mi auguro una base sociale unita difronte ai problemi – di tutte le coop – . Detto questo sarà sicuramente sorpreso il Presidente a sapere che sono un suo “Fan”. Magari salta fuori qualche commento in cui non sono proprio entusiasta della politica industriale sul pinot grigio o dove sono innamorato e un po' geloso di qualche piccola cantina sociale che sprizza territorialità da tutte le bottiglie … beh, pensandoci si farà una risata sotto le pergole … Il cambio dell'anno è un bel momento per esser felici. Comunque non voglio dilungarmi oltre, spero che chi era interessato abbia capito. Ti Ringrazio. GW.
cosa succede?