Il 2016 oramai è morto. E tutto va bene. O quasi
E meno male.
La vendemmia 2016, in volumi, è stata la terza peggior vendemmia del decennio. Ma poteva andare peggio. Molto peggio.
E meno male.
I saldi delle liquidazioni sociali della vendemmia dell’anno passato, hanno fatto schizzare in alto le remunerazioni ettaro del vigneto. Confermando la vocazione altamente produttivistica della vigna trentina di fondovalle e la scarsa rimuneratività della viticoltura di collina e di montagna.
E meno male.
La denominazione di origine Trentino è stata oggetto di una mini-mini-mini riformetta. E nessuno se ne è accorto.
E meno male.
Ora che non esiste più, la Schiava del Trentino potrà fregiarsi della denominazione di origine locale.
E meno male.
L’estate 2016 è stata segnata dal flagello peronospora che ha colpito soprattutto i vigneti convenzionali di Teroldego, Merlot e Pinot Grigio. Il biologico ne ha risentito meno. Molto meno.
E meno male.
Sull’onda emotiva del flagello peronospora, Cavit ha azzoppato la certificazione Ape Maia (SQNPI).
E meno male.
Sull’onda emotiva del flagello peronospora qualcuno ha fatto e brigato per annacquare il più bel Protocollo di difesa integrata del Paese, quello del Trentino. E sta riportando indietro le lancette della chimica, delle molecole e della sostenibilità.
E meno male.
La super DOC del Pinot Grigio delle Venezie è diventata realtà. E non è morto alcuno, almeno per ora.
E meno male.
Consorzio Vini del Trentino ha perduto il suo presidente, Alessandro Bertagnoli. Ma nessuno, o quasi, se ne è accorto.
E meno male.
Da tre mesi Consorzio Vini del Trentino è retto dalla presidenza vicaria di Luca Rigotti. E tutti se ne sono accorti.
E meno male.
Consorzio Vini del Trentino ha rinunciato definitivamente alla regia della promozione enologica territoriale.
E meno male.
La Strada del Vino e dei Sapori del Trentino ha assunto allegramente la regia della promozione enologica territoriale.
E meno male.
MONDOMERLOT di Aldeno è morto.
E meno male.
Qualcuno ha cominciato a parlare di PIWI. E a berli. Ma gli industriali cooperativi continuano a dire che i vini da incroci resistenti sono imbevibili.
E meno male.
L’assessore all’Agricoltura del Trentino, disinvoltamente adagiato sulle poltrone dorate di Cavit, alla vigilia di Natale ha brindato “al mercato e a chi ci vuole bene”.
E meno male.
La cooperazione dimostra di avere le idee sempre più chiare sul suo futuro: SAIT è uscito da Cavit e ha litigato con Latte Trento. Intanto licenzia.
E meno male.
Le referenze e le maison della denominazione TRENTO continuano ad aumentare. Ma le sboccature restano inchiodate ai numeri di dieci anni fa.
E meno male.
Meno male che adesso non c’è Nerone. Altrimenti molti palazzi, vecchi e nuovi, in Trentino sarebbero ridotti ad un cumulo di macerie.
Fumanti.
Buon 2017 a tutti.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
in alto sono schizzate le cantine del gruppo cavit . Mezzacoro
na resta al palo nonostante i proclami del suo presidente. So gia la risposta …guarda che puo fare 150 qli di doc e altri 30 di supero pagati molto bene .Ottima strada peccato che molti non la possono intraprendere…
ma è una strada sbagliata.
sono schizzate in su anche le remunerazioni ettaro del gruppo mezza. ma come per cavit, si tratta di un fottore contingente legato all'alta produttività espressa dal vigneto di fondovalle nel 2015. La remunerazione unitaria dell'uva è cresciuta molto meno. Questo mette in controluce un problema, anzi l problema del trentino per come oggi è congegnata la filiera vitivinicola: la giusta remunerazione dei viticoltori deriva prevalentemente dalla quantità non dalla qualità. E infatti, a farne le spese sono i viticoltori di montagna e di collina, dove la produttività risulta comunque contenuta da limiti e costi oggetivi.
Te lo avevo promesso, a suo tempo Giacomo che cosi come mi sono impegnato ad impallinare l ape maia, avrei difeso il protocollo dai maneggioni.
Ad una giornata tecnica tempo fa, non troppo, forse ad agosto, mi pare proprio Mescalchin disse … "c'è chi ha decine di molecole e ne cerca altre, invece chi ha solo rame e zolfo cerca di ridurre ciò che ha" … Ho una piccola passione per gli scacchi quindi posso dire "Non è una mossa, anche la migliore, che tu devi ricercare, ma un piano realizzabile." citando un famoso scacchista russo.
Bravo Giacomo e sempre avanti nell autononia e nella libertà. E nel socialismo.
Sull’onda emotiva del flagello peronospora qualcuno ha fatto e brigato per annacquare il più bel Protocollo di difesa integrata del Paese, quello del Trentino. E sta riportando indietro le lancette della chimica, delle molecole e della sostenibilità.
Però con queste molecole salvatrici nel 2017( e oltre ) non volerà neanche una spora. Scriverlo 1000 volte e consegnarlo firmato.
Da meridionale provinciale qual sono, peraltro mai uscito dai confini nazionali, vedo "certo Nord" come un mito di efficienza e qualità. Sapere che anche lì ci sono problemi per nulla banali, non è affatto confortante, anzi.
Sono problemi differenti da quelli del sud. Qui la viticoltura sta soffrendo per un eccesso di industrualismo. Che premia gli imbottigliatori e tiene alta la greppia ai contadini.