E’ GIUNTA ALL’XI EDIZIONE LA MOSTRA ITINERANTE DI SCULTURE IN LEGNO CHE ESPONE IN VARIE CITTA’ ITALIANE LE OPERE PREMIATE AL CONCORSO DI CASTELLO TESINO. INAUGURAZIONE VENERDì 13 GENNAIO 2017 ALLE 18.00 PRESSO PALAZZO ROCCABRUNA
Ogni anno dal 2002 sull’altopiano del Tesino si celebra un simposio internazionale di scultura lignea che tra la fine di luglio e gli inizi di agosto richiama artisti da tutto il mondo. La competizione anima per una settimana le vie di Castello Tesino e delle frazioni circostanti. Incuriositi ed ammirati i turisti si affollano intorno ai grossi ceppi di legno dai quali piano piano le mani di abili artisti estraggono forme familiari o esotiche. Selezionate da un apposito comitato tecnico – e premiate anche da una giuria popolare – le opere dei vincitori, insieme a quelle di uno scultore affermato, compongono la mostra itinerante “Luci e ombre del legno”, che testimonia in un tour lungo tutta la penisola il genio creativo dell’uomo e l’eccezionale versatilità della materia prima proveniente dai boschi trentini. La rassegna, che dal 14 gennaio all’8 febbraio sarà a Palazzo Roccabruna, è curata dal Centro di documentazione del lavoro nei boschi di Castello Tesino. Essa si compone di ventuno opere – figure umane, immaginarie, surreali – che con note di forte intensità plastica raccontano l’immaginario artistico degli scultori. In mostra saranno presenti gli artisti premiati la scorsa estate: Ionel Alexandrescu (Torino), Gianangelo Longhini (Asiago – VI), Matthias Sieff (Campitello di Fassa – TN), Mario Iral (Padova). A loro si affianca, come ormai tradizione, un maestro di affermata reputazione. Per quest’edizione la scelta è ricaduta su Martin Demetz, uno dei più apprezzati scultori regionali del ‘900. Per Palazzo Roccabruna la mostra rappresenta un’iniziativa preziosa per la valorizzazione dell’artigianato ligneo che nei suoi esiti di punta assume i contorni di una vera e propria esplorazione artistica del rapporto fra uomo, natura e territorio. Dalle montagne del Primiero la mostra “Luci e ombre del legno” si irradia nel resto del Paese in un percorso itinerante che ha come scopo quello di riunire in un’ideale staffetta espositiva spazi artistici e sedi istituzionali dove testimoniare la qualità della materia prima – il legno trentino – e il talento degli artisti.
L’inaugurazione è fissata per venerdì 13 gennaio alle ore 18.00 a Palazzo Roccabruna e sarà allietata da un intervento musicale curato dalla scuola “Il Diapason” di Trento. La mostra è organizzata dal Centro di Documentazione del Lavoro sui Boschi ed è resa possibile grazie al supporto attivo delle Provincie autonome di Trento e Bolzano, della Regione Trentino-Alto Adige, dei Comuni di Castello Tesino, Pieve Tesino, Cinte Tesino, Bieno, Ivano Fracena, dell’APT Valsugana, della Comunità Valsugana e Tesino e grazie alla collaborazione con la CCIAA di Trento.
Orari
Lunedì: chiuso
Martedì e mercoledì: 9-12; 14-17
Giovedì e venerdì: 9-12; 14-20
Sabato: 17-20
Ingresso libero
Il percorso espositivo
14 gennaio – 8 febbraio Trento – Palazzo Roccabruna
11 febbraio – 26 febbraio Borgo Valsugana (TN) – Spazio Klien
3 marzo – 2 aprile Silandro (BZ) – Casa della cultura
8 aprile – 7 maggio Dozza città d’arte (BO) – Rocca Sforzesca
13 maggio – 4 giugno Oliveto Citra (SA) – Casa Via Coste
Gli artisti in mostra
(testi di Renzo Francescotti)
MARTIN DEMETZ
Martino Demetz è nato a Santa Cristina di Val Gardena nel 1930.
Dopo il diploma all’Istituto d’Arte di Venezia viene chiamato ad insegnare all’Istituto d’Arte di Trento, per poi andare a dirigere l’Istituto d’Arte di Selva di Val Gardena.
Già Carlo Pacher, nella prima breve monografia che gli dedicò, quando Martin aveva solo 29 anni, aveva individuato in Demetz una polivalenza nell’uso dei materiali che, partendo dal legno passano al bronzo, al rame, al ferro, oltre a suggestioni che attraversano i secoli, dalla scultura arcaica alla statuaria romanica, alla pittura toscana duecentesca, sino ad arrivare alla poliedricità e alla stereometria cubistiche. In mostra sono presenti alcune opere in legno di cirmolo realizzate tra i 27 e i 29 anni. Sono opere di un figurativismo che viaggia verso l’astratto.
IONEL ALEXANDRESCU
Nato a Bordesti in Romania Ionel Alexandrescu risiede a Torino da oltre sedici anni.
Alexandrescu ha una bussola calamitata fondamentalmente su due poli: il conterraneo Brancusi e il cubista Picasso. Nel 2007 Ionel è entrato a far parte dell’AEISM, Associazione Italiana di Scultura Monumentale: le forme monumentali sono quelle a cui questo artista aspira. Alexandrescu si è fatto conoscere attraverso numerose esposizioni in Piemonte e in Francia. Ha vinto primi premi in diversi concorsi, tra cui, per ben due volte, il Simposio Luci ed Ombre del Legno (nel 2013 e nel 2016).
GIANANGELO LONGHINI
Vive e lavora ad Asiago dove è nato nel dicembre 1945. Conosce sin da ragazzo il professor Luciano Soppelsa frequentandone lo studio, imparando a modellare l’argilla, partecipando a un centinaio di manifestazioni in Italia, Austria e Svizzera. Percorrendo i boschi e i sentieri del suo altopiano a piedi o con gli sci da fondo penetra la natura traendo ispirazione dalle sue forme. Pur prediligendo il materiale che gli offrono i suoi boschi ha realizzato anche opere in terracotta, bronzo, gesso, che fanno parte di collezioni pubbliche e private. La ricerca della luce, da catturare con le sue forme lignee, è alla base dell’avventura di questo artista che, oltre all’opera vincitrice, offrirà al pubblico nella mostra itinerante altre sue creazioni degli ultimi anni.
MATTHIAS SIEFF
Era il 2006 quando Matthias Sieff, sconosciuto artista ladino ventiquattrenne di Campitello di Fassa, vinse la sesta edizione del Simposio Luci ed Ombre del Legno, mettendo in fila scultori ben più titolati di lui.
Matthias, diploma di maestro d’arte a 17 anni all’Istituto d’Arte di Pozza di Fassa; diploma di scultore in legno a 22 anni a Selva di Val Gardena; laurea all’Università di arti applicate (indirizzo scultura) a Vienna, era perfettamente attrezzato per cominciare una strada sua. E la iniziò affascinato dal primitivismo (cui è rimasto sempre fedele) e cui avevano guardato grandi artisti moderni, a cominciare da Gauguin o Picasso.
Sieff si è ispirato alle sculture polinesiane e africane, cercando in esse la primitività sacrale, le forze primigenie della natura, le pulsioni vitalistiche, latenza dell’irrazionale non soffocato dalla nostra banalità razionale.
MARIO IRAL
Nato a Belluno nel 1952, diplomato all’Istituto d’Arte di Padova, laureato in architettura all’Università di Venezia, docente di scultura e discipline plastiche all’Istituto d’Arte di Padova, Mario Iral è un artista particolarmente attrezzato e colto. Una cultura che si rivela esplicitamente nelle sue sculture in cui utilizza diversi materiali. Ma è il legno la risorsa prediletta. Iral ha esposto in numerose mostre in Italia e all’estero e ha partecipato a numerosi Simposi.
È un artista raffinato e complesso Mario Iral: la sua produzione è fitta di citazioni colte, di allegorie, di simboli enigmatici, spesso tutti da decifrare. Nelle sue opere che attingono soprattutto all’immenso patrimonio della classicità, realtà e finzione si intrecciano, diventano le due facce della stessa immagine.
Organizzazione e ideazione
Centro documentazione del Lavoro nei Boschi
Progetto
Gabriele Bertacchini
Remo Tomasetti
Con il supporto di
Provincia Autonoma di Trento
Regione Trentino Alto Adige
Provincia Autonoma di Bolzano
Comune di Castello Tesino
Comune di Pieve Tesino
Comune di Cinte Tesino
Comune di Bieno
Comune di Ivano Fracena
Azienda per il turismo Valsugana
Comunità Valsugana e Tesino
Stubai
Patrocini
Regione Emilia Romagna
Comune di Dozza (BO)
Comune di Silandro (BZ)
Comune di Oliveto Citra (SA)
Comune di Borgo Valsugana (TN)
PEFC Italia
Sito internet della manifestazione
www.luciedombredellegno.it
Catalogo a disposizione nelle sedi ospitanti
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!