Nei giorni scorsi qualcuno su queste pagine chiedeva informazioni circa un convegno sulla sostenibilità presso il teatro Sociale di Trento.
Ho provato ad informarmi e a fare qualche ricerca ed ecco qui cosa ho trovato.
“Trentino sostenibile. Il futuro diventa presente” è il titolo di questo convegno in programma appunto giovedì 19 gennaio alle 17 presso il Teatro sociale di Trento. Un incontro, si dice nei comunicati stampa, “di conoscenza e di aggiornamento” fortemente voluto da APOT e dalle diverse organizzazioni coinvolte, con la finalità di condividere e rendere tangibile l’impegno profuso da tutti gli addetti della filiera nel perseguire il benessere dell’ambiente e dell’intera collettività e che continuerà con convinzione nell’ambito del Progetto Trentino Frutticolo Sostenibile avviato lo scorso anno. Tutto questo con un auspicio di condivisione di un percorso che metta a frutto quella capacità “cooperativa” che in Trentino è un pilastro da rinvigorire in una logica ampia e forte di “sistema” tra frutticoltori, enti di ricerca, istituzioni e cittadini.
Sarò, a torto o a ragione, considerato un bastian contrario, ma scorrendo i nomi dei relatori, anche di quelli che non sono stati invitati, mi sorgono alcuni dubbi.
Cominciamo da chi non c’è. Stupisce la presenza in solitaria di Coldiretti, sindacato noto per la sua contrarietà alla coltivazione sul territorio nazionale di piante OGM ma non alla loro commercializzazione. E Confagricoltura? Non meritava di essere invitata a spiegarci la sua filosofia in merito? E la Confederazione Italiana Agricoltori che sempre qui a Trento nel novembre scorso ha organizzato un convegno interessante dal titolo guarda caso: “Sostenibilità e produzione integrata: prospettive per la viticoltura di montagna“, perchè non è stata invitata?
Poi chi, invece, c’è. E allora compare il nome di un noto giornalista esperto in agrofarmaci e in comunicazione delle magnifiche virtù della chimica di sintesi. E poi i nomi di un paio di pezzi da novanta della comunicazione televisiva. Ma cosa avrà mai APOT di così importante da comunicarci? Certo, è vero, uno di loro ha scritto, fra l’altro, un pregevole manuale dal titolo esemplare: “OCCHIO, TI MANIPOLO!”
E poi c’è anche il presidente di Cavit e di Cantina Toblino. E francamente mi sfugge la ragione per la quale è stato invitato Lutterotti, visto che APOT non contempla fra i suoi consorziati il colosso di Ravina.
Niente da dire invece sulla presenza del Presidente della Fondazione Mach, ma mi sarebbe piaciuto, invece, se a questo convegno fosse stata invitata a parlare anche qualche azienda agricola impeganta concretamente sul terreno della sostenibilità; o per esempio un agonomo trentino di gran vaglia come Mauro Varner, non solo per capire quali strategie vengono messe in campo in materia di sostenibilità dai rotaliani, ma anche per sapere se nel frattempo qualcuno, magari in FEM, abbia mai risposto alla sua domanda di una ricerca indipendente dalle multinazionali della chimica (Convegno sul Biologico 2016). Così per sapere…
Buon convegno (in)sostenibile a tutti!
Pseudonimo collettivo, con cui sono firmati alcuni dei posti più spinosi di Territoriocheresiste. Il nome si ispira ad un personaggio “alcolico” dei fumetti. Superciuk, creatao da Max Bunker per l’albo Alan Ford, è l’alter ego di Ezechiele Bluff. Nella vita quotidiana è uno spazzino squattrinato, irascibile e dedito all’alcol. In seguito all’esplosione di una distilleria, però, ha acquistato un temibile superpotere: una fiatata alcolica dall’odore nauseante che gli consente di mettere fuori combattimento qualsiasi avversario.
Sfruttando questa caratteristica, che alimenta con le continue bevute di cattivo barbera e vini meno nobili, Superciuk indossa un costume (composto di maschera, mantpregiulianoellina, fiasco, palloncino per volare e un corsetto che rende irriconoscibile la sua altrimenti pingue figura) e imbocca la via del crimine. Nel n. 143 riacquista i superpoteri grazie a un diverso ingrediente, i pomodori alla cipolla agliata.
Il personaggio di Superciuk è un antieroe concepito come il negativo di Robin Hood: egli ruba ai poveri per dare ai ricchi. Persegue in realtà un vero e proprio ideale: nel suo lavoro di netturbino si imbatte infatti sovente in un’umanità miserevole, poco attenta all’igiene, laddove i ricchi sono a suo dire educati e rispettosi della pulizia delle strade. Questo quadro è lo spunto di feroci attacchi satirici alla società italiana dei primi anni 1970, ma ha conservato la sua attualità.
Superciuk è coniugato con l’energica banditessa Beppa Giosef, di cui subisce le continue angherie. È inoltre protagonista dell’unico cortometraggio animato di Alan Ford, intitolato Alan Ford e il gruppo TNT contro Superciuk.
A me piacerebbe sapere quanto spenderà Apot per questi illustri ospiti.
E poi c'è anche questa questione….. sollevata da Donatella Conzatti, prima su FB poi su Il Dolomiti http://www.ildolomiti.it/cronaca/soli-uomini-al-t…