Francesco Antoniolli – Presidente della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino

Dunque, la notizia è questa ed è anche buona: domani mattina a  Trento in via Oss Mazzurana, sotto lo sguardo benedicente dell’assessore all’Agricoltura e al Turismo Michele Dallapiccola, il presidente della Strada del Vino e dei Sapori Francesco Antoniolli e il presidente della Federazione delle Pro Loco Enrico Faes firmeranno un protocollo di intesa. Nella nota stampa che annuncia questa firma si legge: “Il mondo del volontariato turistico e quello delle produzioni enogastronomiche trentine, realtà per vocazione accomunate da un’idea di turismo basata sulla valorizzazione delle specificità del territorio, iniziano così una nuova pagina di collaborazione che si concretizzerà in azioni formative dedicate alla conoscenza delle produzioni locali”.
Bene, quindi la notizia c’è: Pro Loco e Strada del Vino e dei Sapori, da qui in avanti collaboreranno – come direbbe un politico: faranno rete – per promuovere il vino e il latte – e qualcosa d’altro, tipo grappa, marroni, castagne e via di seguito – del Trentino. Bello, ripeto, mi sembra una buona notizia: collaborare, costruire intese, relazioni, sinergie (sempre come direbbe il solito politico) fa sempre bene, anche più che bene.
Però mi chiedo: se questo è lo strumento, i contenuti quali sono? O meglio, chi deciderà d’ora in avanti quali dovranno essere i contenuti, fra loro coerenti, da affidare alla gestione di questo nuovo strumento sinergico. Insomma, quale è il punto di pensiero che c’è dietro? Quale la strategia? Saranno, d’ora in poi, Strada e Pro Loco, a scegliere se promuove – e dove e quando e verso chi – il Teroldego o il Rotaliano? Il Mueller o il Cembra? Il Merlot o il Vino Santo? Il TRENTO o lo Charmat? Insomma dove è la cabina di regia, di questa operazione e di quelle che verranno? Presso l’assessorato all’Agricoltura? Presso Trentino Marketing? Dalle parti di Palazzo Trautmannsdorf? O saranno i Comitati degli uomini di buona volontà e le Pro Loco, a seconda dei gusti e delle passioni di ciascuno, a fare regia? A decidere cosa fare, dove fare, verso chi fare? Perché è qui, proprio qui, che si misura il grande e scandaloso equivoco di una competenza, quella sulla promozione territoriale, declassata ad “animazione territoriale”. Con tutto quello che ne consegue, anche da un punto di vista concettuale. Oltre che pratico.