Consorzio Vini del Trentino ha coinvolto 2361 viticoltori trentini
GRANDE SUCCESSO PER LA VITICOLTURA TRENTINA:UFFICIALIZZATA LA CERTIFICAZIONE S.Q.N.P.I. PER LA PRODUZIONE 2016
Grande successo per la viticoltura trentina.
Dopo un percorso durato tutto il 2016 che ha visto il Consorzio Vini del Trentino quale capofila e coordinatore di una complessa filiera organizzativa che a coinvolto in totale 2361 viticoltori trentini, è stato ottenuto il formale riconoscimento della Certificazione S.Q.N.P.I. (Sistema di Qualità Nazionale Produzione Integrata) per l’uva da vino prodotta nella vendemmia 2016.
Hanno ottenuto la certificazione gli agricoltori delle seguenti cantine sociali:
Cantina Ala
Cantina di Aldeno
Cantina LA VIS
Cantina Mezzacorona
Inoltre alcuni privati:
Cantine Ferrari
Endrizzi srl
Fedrizzi Cipriano
Maso Poli
Moser Francesco
Maso ai Dossi
Zanini Luigi
Il percorso certificativo, primo e ad oggi unico in Italia a veder certificato un così alto numero di agricoltori coordinati da un’unica entità consortile, ha richiesto un grande sforzo organizzativo da parte della struttura, che è stata impegnata a fondo nelle attività di autocontrollo, analisi e coordinamento.
Oltre al necessario ed imprescindibile supporto istituzionale nazionale fornito dal MIPAAF, fondamentali sono risultati i partner di percorso che hanno consentito la realizzazione di quest’impresa. Trentino GreenNetwork quale consulente tecnico, MPA Solutions per il supporto informatico e CSQA certificazioni srl quale ente leader in Italia per la certificazione nel Food, che ha certificato aziende e uva a fronte del SQNPI.
Consorzio Vini esprime grande soddisfazione per il risultato ottenuto e vuole ringraziare di cuore tutti coloro che hanno condiviso il percorso, ogni singolo agricoltore socio in primis, le cantine sociali, e di seguito tutti gli altri partners. Questo non è che il primo passo di un percorso che il Consorzio Vini intende implementare negli anni futuri, nell’ottica di sviluppare un’agricoltura attenta alla salubrità – in prima istanza per gli agricoltori e poi per tutta la collettività – ed alla sostenibilità complessiva della produzione vitivinicola trentina. Per il 2017 la certificazione SQNPI vedrà un numero di aderenti ancora maggiore, qualificando il territorio trentino in maniera unica. Dopo la certificazione dell’uva da vino, le cantine potranno proseguire la certificazione anche per il prodotto vino, ottenendo così un potenziale vantaggio promozionale nel competitivo mercato del vino nazionale ed internazionale.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Mi pare che i commenti si stiano indirizzando su una china sbagliata, almeno secondo me.
Intanto va detto che questa fase della certificazione riguarda le uve e non il vino. A questo si riferisce il comunicato stampa; la seconda fase della certificazione riguarderà il vino, ma ciascuna cantina sarà libera di farlo o non farlo e soprattutto sarà sottoposta ad nuovi controlli che riguarderanno la certificazione del vino e non delle uve.
Poi, altra cosa che mi preme sottolineare: un conto è contestare la certificazione un conto è denunciarne le eventuali, dico eventuali perché io non lo so, patologie. Io penso che questa sia una certificazione inutile e anzi dannosa rispetto ad un'idea di vino territoriale. E le ragioni le ho spiegate in mille post precedenti. E questo al di là delle eventuali patologie o storture che possano avvenire in corso di certificazione. Aspetti, questi, del tutto accessori e poco rilevanti, rispetto all'impianto del marchio. Credo sia utile fare questa distinzione, altrimenti si piomba dentro una lunga notte in cui tutte le vacche sono nere..come diceva il filosofo.
Eh bravo Cosimo… chissà cosa ti hanno promesso quelli di Consorzio Vini per comperare il nostro silenzio.
Speriamo ne valga la pena…
Insomma, alludere a mie frequentazioni interessate con il Palazzo delle maschere e dei mascheroni – palazzo in cui sono entrato due dico due volte in tutta la vita – mi pare avventuroso: con quelli lì non ci ho mai mangiato. E nemmeno bevuto. E ti sfido a dimostrare il contrario.
Con il direttore Graziano Molon ho rapporti civili (ci accomuna una comune passione per le lingue latine): ci scambiamo email e telefonate, ogni tanto, e ho maturata l'impressione che sia una persona seria, che fa quel che può in una situazione disastrata e disastrosa come quella in cui è ridotto Consorzio Vini del Trentino. Per dire: non ci ho mai nemmeno bevuto un caffè insieme. Ma prima o poi lo farò: e glielo offrirò io.
Non so chi sei tu, ma penso, mi pare di capire, che tu sia un cooperatore, un socio, di qualche sociale. Ecco, il tuo interlocutore, se sei un socio cooperatore come mi pare di capire, è la tua cantina.Non il direttore, ma il presidente della tua cantina. A lui devi chiedere – non tu, ma tutti i soci -, a cosa diavolo serve questa stramaledetta certificazione. A lui, al tuo capo, devi chiedere conto del nuovo protocollo di lotta integrata – quello che dieci giorni fa è stato presentato ai distributori -. Chiedi al tuo Presidente queste cose, ne ricaverai, forse, qualche indicazione utile per renderti consapevole del tuo inutile ruolo di socio coop: mezzadro Cosa che mi sembra più interessante del numero di caffè che io (non) ho bevuto con Graziano Molon o con il suo presidente (che non c'è).
Non puó funzionare così, perchè vorrei sapere proprio che fine hanno fatto il vino e quei soci che non hanno rispettato il protocollo?Li avete conteggiati comunque?
Il nostro vino forse è certificato, ma quello che non abbiamo prodotto a causa del bel protocollo lo hanno comperato fuori regione a buon prezzo per pianificare i bilanci delle cantine, uva trattata con un protocollo molto diverso e più permissivo! Anche le cantine XXXXXXX hanno racimolato lo Chardonnay mancante dove lo trovavano, diserbo con glifosate compreso. Dove sta la morale?Per il Dio soldo va tutto bene!! Vedrete che per il bollino verde il bravo Presidente Cavit farà rientrare il consorzio nell'Ape Maia!!
Immagino che a quei viticoltori verranno riconosciuti prezzi stellari delle loro uve con tutto quello che han speso in più per la difesa per ottenere questa certificazione.
Si può bere anche acqua!
Ah, se non ha su l'ape Maia io il vino non lo bevo. Poco, ma sicuro.