La nuova legge fondamentale del settore – Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino – è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, lo scorso 28 dicembre. In giro c’è già il vademecum dell’Informatore Agrario che aiuta a comprenderla fino in fondo. Se qualcuno è interessato, comunque, può scaricare il testo completo a questo link.
Mi permetto solo una nota di attualità. La repentina apertura di Consorzio Vini ai vignaioli, di cui abbiamo dato notizia ieri, potrebbe trovare una spiegazione ex lege nell’articolo 41, comma 3, punto b della norma, che fa obbligo ai consorzi di dotarsi di uno statuto che garantisca una equilibrata rappresentanza negli organi sociali a tutte le componenti della filiera. Se così fosse, ma per ora questa è solo una mia interpretazione, la decisione di provare ad imbarcare sulla nave, seppure in una posizione ininfluente, un paio di vignaioli fra quei pochi che ancora sono rimasti all’interno di Consorzio, avrebbe il sapore di un’operazione politica sbracata, dagli esiti prevedibili e scontati: la definitiva frattura fra Consorzio e i vignaioli di area Fivi. Con un cadavere, ormai non più eccellente, a fare brutta mostra di sé: il Trentino del vino.
TESTO UNICO DELLA VITE E DEL VINO
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.