Nei giorni scorsi, abbiamo scritto molto dei vignaioli del Trentino. Di quelli che sono rimasti all’interno di Consorzio Vini (pochi) e di quelli che hanno scelta la strada dell’autonomia e dell’adesione alla Fivi nazionale. Oggi parliamo di loro.
Intanto chi sono: per saperlo basterà scorrere l’elenco e i volti sul loro sito. Sono circa sessanta aziende ben distribuite nei numerosi distretti Vinicoli del Trentino: Vallagarina meridionale, Vallagarina settentrionale, Colline di Trento, Colline Avisane, Valle di Cembra , Valle dei Laghi, Rotaliana, e persino Valle di Non. Un paio di anni fa uscirono clamorosamente da Consorzio Vini del Trentino e da lì cominciò un percorso che li ha portati a costituire un Consorzio autonomo (presidente Lorenzo Cesconi, vicepresidente Nicola Zanotelli e consiglieri Clementina Balter, Devis Cobelli ed Enzo Poli) e ad aprire un punto vendita ad Aldeno, dove, oltre a commercializzare i loro vini, spesso organizzano incontri di approfondimento e degustazioni tematiche. Il catalogo dei loro prodotti è reperibile a questo indirizzo.
I vignaioli del Trentino hanno un loro Manifesto che si sono impegnati a rispettare e da cui si deduce il profilo di un impegno concreto per una nuova vitivinicoltura di territorio, per molti aspetti alternativa – sul versante delle rese in campagna e in cantina, su quello spinoso degli esuberi e su quello dell’utilizzo delle denominazioni, per l’attenzione alle pratiche sostenibili e biologiche – a quella praticata in prevalenza nell’ambito cooperativo e industriale. In particolare mi pare che il manifesto riveli i maggiori elementi di interesse al Punto 3 – Linee Guida Operative, che pubblico qui di seguito:
3) Linee guida operative
3.1 Gestione del vigneto e vendemmia
La gestione del vigneto si fonda sulla conoscenza che ogni Vignaiolo ha del proprio contesto territoriale.
I Vignaioli del Trentino si impegnano a tutelare le produzioni nelle zone maggiormente vocate, anche con specifico riferimento alle aree di versante e terrazzate.
La qualità delle produzioni viticole si fonda sull’analisi delle potenzialità di ogni vitigno rispetto a contesti differenti. E’ compito del Vignaiolo individuare i territori adatti ad una viticoltura sostenibile senza pratiche di forzatura. Il Vignaiolo deve considerare tutti gli aspetti ambientali, climatici, morfologici e pedologici al fine di individuare i territori di elezione per ogni vitigno allevato.
Per i nuovi insediamenti, anche alla luce delle evoluzioni climatiche globali, devono essere preferite le sistemazioni di montagna, collinari e pedemontane, oltre alle zone di pianura storicamente vocate.
Nella realizzazione di nuovi insediamenti, generalmente la densità minima di impianto dovrà essere di almeno 4.000 ceppi/ha. La forma di allevamento è libera.
Nella sistemazione dei vigneti i Vignaioli si impegnano a conservare i caratteri originali del paesaggio locale.
I Vignaioli del Trentino adottano approcci gestionali sostenibili, impegnandosi a perseguire la transizione dalla gestione integrata alla gestione biologica; si impegnano a perseguire l’abolizione dei concimi chimici di sintesi, promuovendo l’utilizzo di fertilizzanti organici naturali; si impegnano a perseguire l’abolizione del diserbo chimico, promuovendo tecniche agronomiche di tipo meccanico o fisico; si impegnano a tutelare la coltivazione di varietà autoctone e storiche e promuovono – soprattutto nelle zone più antropizzate – la coltivazione di varietà resistenti.
La vendemmia è effettuata a mano, in cassette o cassoni.
3.2 Rese in vigneto
La sostenibilità e la qualità delle produzioni dipende in maniera determinante dalla riduzione delle rese/ha. I Vignaioli del Trentino producono a valori di resa/ha di almeno il 20% inferiori rispetto ai valori di produzione delle DOP in vigore nella Provincia Autonoma di Trento. Non è mai ammesso il “supero di campagna”, anche se previsto dal disciplinare di produzione.
Le basi spumante per la produzione di Metodo Classico DOP Trento devono essere prodotte preferibilmente con uve provenienti da vigneti di montagna, collinari o pedemontani.
3.3 Gestione delle operazioni di cantina
I Vignaioli del Trentino adottano tecniche enologiche rispettose dell’integrità dei mosti e dei vini, limitando al minimo l’intervento di additivi, coadiuvanti enologici e l’impronta carbonica. Vengono promosse fermentazioni naturali.
Nella produzione di vini fermi la resa uva/vino non può superare il 70%. Non è mai ammesso il “supero di cantina”, anche se previsto dal disciplinare di produzione.
Per le basi spumante atte a diventare Metodo Classico DOP Trento la resa uva/mosto deve essere inferiore al 60%, così da favorire la produzione di basi con mosto fiore di prima scelta.
I Vignaioli si impegnano a ridurre al minimo il contenuto di solfiti nei vini, limitandone l’utilizzo alle sole fasi cruciali delle lavorazioni e adottando tutte le tecniche di protezione naturale dei mosti e dei vini.
L’affinamento delle basi rifermentate per spumanti a Metodo Classico DOP Trento deve durare almeno 24 mesi.
3.4 Rivendicazione e designazione dei vini
Il Vignaiolo è il primo garante del suo prodotto, al di sopra delle Denominazioni. Per questo ogni Socio del Consorzio Vignaioli del Trentino appone il logo della FIVI sulle proprie bottiglie, ad identificare un vino prodotto in maniera artigianale da un Vignaiolo che ha seguito personalmente tutta la filiera produttiva nel rispetto del presente Manifesto.
I Vignaioli rivendicano la DOP Trentino e Sottozone, soprattutto nella categoria Superiore, o in alternativa le IGP Vallagarina e Vigneti delle Dolomiti. Non è ammessa la rivendicazione della IGP Delle Venezie, salvo per le varietà escluse dalla DOP Trentino e dalle IGP Vallagarina e Vigneti delle Dolomiti. Non è mai ammessa la rivendicazione della DOP interregionale Delle Venezie.
Sito dei vignaioli del Trentino
Giornalista e blogger con uno sguardo curioso, e a volte provocatorio, verso la politiche agricole; appassionato di vino, animatore di degustazioni fra amici e di iniziative a sfondo enologico, è tra i fondatori di Skywine – Quaderni di Viticultura e di Trentino Wine. Territorialista, autoctonista e anche un po’ comunista. Insomma contiene moltitudini e non se ne dispiace!
…quanti sono i vignaioli rimasti nel consorzio vini?
occhio croce…perchè non ho un numero esatto direi una quindicina
…a me oggi hanno dato un numero diverso. dai un occhio per favore? grazie e scusa
questo numero…riguarda i vignaioli che sono soci esclusviamnte di cvt. poi ce ne sono credo altrettanti, forse anche qualcuno in piu, che pur essendo cancora soci di cvt hanno aderito al consorzio dei vignaioli; rimanendo, non so ancora per quanto, in cvt, probabilmente per continuare ad avere in cambio servizi di tipo tecnico. ma, avendo aderito alconsorizio fivi, non riconoscendo rappresentanza al cvt. Cosi ci avviciniamo al numero che hai tu?
..no ma domani verifico (scusa ancora per la mia ignoranza).
l..ah.. no no…è ignoranza anche mia…. in realtà.. perchè da cvt… io non ho mai avuto notizie certe…ci sono arrivato per induzione….magari tu riesci ad arrivare direttamente alla fonte…e cosi…dai una info certa anche a me…
ok
Ad oggi, mi pare che i vignaioli che hanno optato per tenere i piedi in entrambi i consorzi siano 23. ma resto in attesa delle tue….info.. senz'altro piu esaurienti.
…quanti sono i vignaioli rimasti nel consorzio vini?