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Non per metterci ..un bicchiere in mezzo ma Istat e Ice basano le loro proiezioni sui dati effettivi che vengono comunicati loro dalle singole realtà. C'è qualcuno che è gonfio (come il Bove di esopica memoria) e chi ci prova, come una Rana. Secondo il momento.
Quindi in agricoltura, nel settore vitivinicolo come in molti altri non avremo mai dati seriamente attendibili. Per questo il Mondo ci guarda un po' così. Almeno loro ci provano e chi non ci sa fare viene smascherato.
Un ricordo: nel vecchio CVT le quote dovevano essere pagate per il numero di bottiglie prodotte e quindi – ipoteticamente – commercializzate.
Ma era proprio così ?
Angelo potresti correggermi o ricordare meglio di me ?????
Questo perché possono esserci aziende con sede legale nel nordest che però producono e commercializzano vini siciliani, pugliesi, eccetera? Cioè titolari di appezzamenti nel meridione d'Italia?
anche si…questo, ma il problema è soprattutto quello del sistema di rilevamento dei dati, che istat fa sui movimenti doganali. E le piattaforme logistiche di sdoganamento piu efficenti stanno soprattutto al nord (livorno, genova, milano, per il vino Verona…ma anche Trento..volendo. per questo i produttori del sud, che si vedono sempre penalizzati da queste classifiche, chiedono l'introduzione di un sistema di nomenclatura della merce che rilevi l'effettivo luogo di produzione non quello di sdoganamento.
http://www.gamberorosso.it/it/vini/1024935-export…
No vabbè, questa è una delle cose più assurde che abbia sentito. Ma veramente incredibile! Ma chi l'ha pensata questa cosa? Neanche un bambino di 6 anni. Ma mi sembra logico che sia tutto quanto falsato, perché come si fa a computare all'interno della Regione Toscana, come giustamente dice l'articolo, un vino meridionale che deve magari però passare necessariamente dal porto di Livorno? Ma come sì e anche solo lontanamente potuto pensare di architettare un simile sistema così vergognosamente semplicistico? Forse perché il concetto di tracciabilità è emerso solo negli ultimi anni? O forse perché effettivamente prima non c'era l'urgenza di tracciabilità e, quindi, si è pensato di attenersi soltanto ai dati delle Dogane?
Quando si dice il mondo parallelo…di una burocrazia immodificabile…che ragiona a modo suo….secondo una propria grammatica autoreferenziale che non ha niente a ch e fare con il mondo reale…
Stavo pensando esattamente la stessa cosa. Guarda che è qualcosa di allucinante. Se uno ci pensa, davvero rimane basito.
Si appunto, ma nonostante questa stortura sia stata segnalata, anche ai massimi livelli – Rallo -, mi pare che istat ragioni sempre allo stesso modo. E del mondo reale…chissenefotte…..
Questa cosa è talmente smaccatamente assurda da far profondamente riflettere.
che poi non so se vale anche per altri settori merceologici, perché se è così continuiamo a ragionare sulla base di fotografie adulterate che ci impediscono di capire la geoeconomia del nostro Paese.
Proprio adesso mi stavo ponendo questa stessa domanda. Naturalmente il discorso ha un particolare valore nell'agroalimentare e nell' enogastronomico, dato che sono probabilmente i settori industriali e commerciali dove la afferenza geografica di un prodotto, perlomeno per l'Italia, assume un particolare ruolo.
Mamma Istat…pensaci tu …va là…
…si infatti il settore merceologico che è cresciuto di più (10 %) è quello degli spumanti (Prosecco appunto). Anche se in realtà questi dati sono almeno in parte falsati almeno per quanto riguarda il vino, perché fanno riferimento – credo – alle dogane.. infatti c'è una questione aperta fra i produttori meridionali, soprattutto pugliesi e siciliani, che da tempo chiedono all'ICE di cambiare metodo per misurare la provenienza reale della merce in partenza per l'estero, ora rilevata al momento del doganamento
Italia nord-orientale in testa… Sento odor di bollicine.