INNOVAZIONE E RICERCA PER L’OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA
DELL’ALTO GARDA TRENTINO

Il cibo come ossessione mediatica, ostentato, presentato con immagini ammiccanti nelle vetrine dei negozi più disparati, librerie monotematiche, mentre appare ad ogni ora su schermi tv, nelle foto che schiere di golosi scattano con il telefonino appena si siedono a tavola, ancor prima di annusare, assaggiare le pietanze. Una sorta di schizofrenia che spesso relega in secondo piano i valori degli ingredienti e raramente omaggiano i veri fattori   alimentari. Specialmente quando il cibo è caratterizzato dal sapiente uso dell’olio extravergine d’oliva.
L’EVO, schietto artefice della tipicità alimentare. Sicuramente l’EVO è il risultato di costante ricerca scientifica, abbinata alle consuetudini agronomiche della comunità d’origine. Ecco perché l’EVO della Riviera trentina del lago di Garda è pronto a giocare una partita decisiva sul concetto della ricerca scientifica legata al futuro di questo ingrediente fondamentale per gran parte dell’alimentazione umana.
Innovazione e ricerca quanto mai decisiva per superare macroscopiche interpretazione di ingredienti gastronomici tra realtà fattuale (calo dei consumi agroalimentari, scarsa educazione sensoriale, drastica riduzione dei locali deputati al consumo qualitativo) e realtà virtuale, con una ‘cibaria’ sovraesposizione mediatica di web, blog, magazine, canali satellitari e altro ancora.
Così i ricercatori della Fondazione Edmund Mach scendono in campo per coadiuvare gli olivicoltori trentini – coinvolti da un Progetto dell’Agraria Riva del Garda e della Provincia Autonoma di Trento – per definire il ruolo della coltivazione dell’ulivo, in particolare della varietà principe del Garda: la Casaliva. Tutto questo per combattere ogni sorta di sofisticazione. Come dire, la genetica a garanzia dell’origine. In quanto i marcatori genetici, isotopi compresi, sono strettamente legati a precise, ben delimitate, zone di coltivazione. E quindi opportunamente certificati. Il particolare microclima di questa zona lacustre conferisce un’impronta isotopica che rende unico l’EVO DOP Alto Garda.
E la sponda trentina del ‘grande lago’ riesce a infondere all’EVO da Casaliva non solo caratteri organolettici, ma pure – e questo è forse il riscontro più interessante – inconfondibili elementi di bellezza. Proprio così.EVO da piante che rendono unico il paesaggio, habitat splendidamente curato proprio da quanti coltivando l’olivo riescono ad armonizzare il panorama, scandendo il ritmo stesso del paesaggio gardesano.
Agricoltori che mirano a valorizzare il prodotto oleario, senza nulla concedere a quanti ostentano continui ‘cooking show’ appariscenti, ma piuttosto sono pronti ad essere ‘making show’, vale a dire autentici protagonisti del ‘saper fare’, produttori in grado di trasmettere saperi, insegnando quindi una vera, semplice quanto fondamentale cultura del cibo.
A Riva del Garda alcuni tra i più autorevoli ricercatori scientifici da tempo impegnati nelle indagini sull’evoluzione dell’ulivo e dell’EVO in particolare, si confronteranno con gli olivicoltori gardesani per spronarli all’innovazione. Stimolando nuove pratiche agronomiche, moderne procedure colturali.
Un convegno per combattere anche un certo ‘analfabetismo alimentare’, ignoranza che impedisce di capire il valore dell’EVO trentino. Olio speciale, che non teme alcun confronto assoluto nella sfida qualitativa, ma purtroppo penalizzato da scriteriate produzioni olearie impostate solo alla speculazione.
Così discutere di ‘genotipi di olivo gardesano’, di tecniche per combattere parassiti delle piante o protocollo di conduzione dell’olivaia, diventa il modo più concreto per recuperare la consuetudine investendo sull’innovazione.
Tecnici, ricercatori agronomici e olivicoltori che puntano sul carattere del territorio gardesano. Recuperano la capacità di promuovere l’armonia complessiva del Garda. Territorio con legami identitari alle sue produzioni, non solo olearie. Tra colture e culture, abbinate pure alla bontà dell’EVO trentino.
EVO, materia prima da portare alla ribalta. Perché ingrediente decisivo per nobilitare una pietanza, schietto interprete della biodiversità vegetale. EVO da tutelare. Studiandolo scientificamente. Proprio come si propone l’imminente convegno al Centro Congressi di Riva del Garda, nella mattinata di venerdì 31 marzo prossimo.
L’olio extravergine d’oliva della Riviera trentina del Garda come ingrediente decisivo per impostare innovative strategie di ricerca agroalimentari. Vale a dire: investire sulla ricerca olearia per coinvolgere i produttori nella sfida a tutela della qualità. Del resto fin dai tempi remoti si è instaurata una sincera relazione tra Uomo e Olivo tramite le sapienti pratiche di coltura, tecniche agricole capaci di esaltare – per entrambi – v igore e bellezza. Stabilendo una sinergia ‘bioenergetica’: la pianta riconosce il legame con il ‘suo’ curatore e ne ricambia le attenzioni con i frutti che danno origine all’EVO.
Olivocoltori dell’Alto Garda che avvertono l’esigenza di una nuova e più complessa etica della produzione agroalimentare, aggiornando strategie in grado di coniugare economia locale con ecologia globale. Produzione mirata per aumentare il valore anche commerciale, impostando pure innovative strategie di marketing. Per un consumo che sappia andare oltre le mode, scegliendo produzioni alimentari – EVO su tutti – garantite dalla ricerca e innovazione e quindi più vicini all’emozionalità sensoriale, alla sensibilità dei consumatori, spronandoli pure ad essere dei consapevoli ‘consum-attori’.