Si dice spesso che “oggi si beve meno, ma si beve meglio”. In realtà, non so se si beva meglio di qualche anno fa; la crescita del cosiddetto vino di qualità (DOC e IGT) sembrerebbe confermarlo. Ma a questo punto dovremmo anche chiederci se la qualità oggi sia assicurata dalle denominazioni. E qui si aprirebbe un mare magnum di opinioni spesso controverse.
Ma torniamo al bere meno. E’ proprio vero che in Italia si beve meno alcool (di cui il vino rappresenta ancora la parte preponderante) di un tempo? Di sicuro si beve meno di 30 anni fa. Prendendo come unità di misura il litro di alcool puro, nel 1970 il consumo pro capire di vino era di 16,6 litri (totale alcool: 19,7), nel 2010 il consumo di vino si era ridotto a 4,5 litri pro capire (totale: 7 litri). Negli anni successivi, tuttavia, questa parabola sembra aver cambiato marcia: nel 2014 il consumo pro capite di alcol puro totale è stato di 7,6 litri, di cui 5 pertinenti alla quota vino. L’analisi è contenuta nella Relazione 2016 sui consumi di alcool e patologie correlate presentata al Parlamento dal Ministero della Salute (ringrazio l’amico Alessandro Sbarbada che mi ha fornito la documentazione). Lo studio tuttavia sembra cozzare con le rilevazioni dell’OIV che, al contrario, confermano una traiettoria discendente dei consumi fino al 2015. Chi avrà ragione? Ciascuno scelga la sua fonte (di vinoo acqua, a scelta) e passi un buon fine settimana…
Si consuma più alcol al Nord e al Centro Italia
Il consumo di alcol nell’anno è più forte nel Centro-nord, soprattutto nel Nord-est (69,1%), in particolare tra i maschi (79,4%). In modo analogo si distribuiscono i consumatori giornalieri, con una quota nel Nord del 24,1%.
Rispetto al 2014, si osserva al Nord e al Centro un aumento nel consumo di alcol di 2,4 punti percentuali. Considerando l’ampiezza demografica dei Comuni, la quota di consumatori nell’anno è più elevata nei Comuni centro dell’area metropolitana e nei Comuni con più di 50.000 abitanti, mentre nei Comuni fino a duemila abitanti è più alta la percentuale dei consumatori giornalieri. Rispetto al 2014 aumenta in maniera significativa la quota di consumatori nell’anno nei Comuni
con più di 50.000 abitanti (da 63,6% a 66,2%).
Il consumo di alcol aumenta al crescere del titolo di studio
Tra le persone di 25 anni e più, la quota di consumatori di bevande alcoliche aumenta al crescere del titolo di studio conseguito. Ciò avviene soprattutto per le donne: tra quelle con licenza elementare consuma alcol almeno una volta all’anno il 40,1%, quota che sale al 68,6% fra le laureate. Le differenze di genere, pur permanendo, diminuiscono all’aumentare del titolo di studio, anche a parità di età. Andamento inverso ha, invece, il consumo quotidiano, che risulta crescente al diminuire del titolo di studio, sia per gli uomini che per le donne
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.
Sono certo di leggere qui in diretta le sensazioni di quanti ora lavorano, espongono o visitano il Vinitaly.
Per me è sempre stato un alcolico Calvario (perchè quasi sempre in clima Pasquale!) ma anche una Maratona, ma non quella di New York !
Dai, pirata Morgan fatti sentire sennò qui qualcuno pensa che tu sei io e io sono te.
Sai che bell'affare faremmo e farebbe il Canagliadue !!
…io non potrò esserti di aiuto…Giuliano…perché non ci vado, per tante ragioni non ci vado.
Cosimo, questo lo so da tempo.
E' bello che qualcuno dei nostri amici/bloggisti dica però cosa pensa e vede.
In real time : sia gli espositori che i visitatori trentini frequentatori di TrentinoWine.
In dono la soluzione di questo simpatico cruciverba enologico.
Che è sempre meglio del silenzio ….
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magari lo hai gia letto, ma sul Dolomiti c'è la cronaca della prima giornata firmata da Nereo Pederzolli. Che non mi pare un ritratto entusiasmate, a parte le solite tiritere sul trentodoc. http://www.ildolomiti.it/societa/il-vino-trentino…
Nereo non è Davide Paolini e neppure Ziliani. Fa però come loro l'onesto mestiere di cronista enologico – come il giovane Casagrande.
Però la musica è cambiata per tutti.
La Cina è vicina e nessuno di loro ricorda che negli anni '80 (circa) Ferrari andò a Pechino su suggerimento di quello che allora era il suo forte collaboratore – veneto. "Panorama" dedicò a questa trasferta due ampie pagine con foto.
Ma è possibile che nessuno dia la soluzione delle nostre eno-parole crociate mentre sull'Adige leggo una quasi stessa idea quiz, declinata molto ma molto simpaticamente da un professore. Un lettore ha subito capito, risolto il matematico busillis e risposto :
"..la nonna ha sbagliato !!"
per completezza allego anche il report ISMEA… aggiornatissimo, da cui qualcosa in più si deduce
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A volte si ha l'impressione – i ho l'impressione che Lei, il signor Usai e il sinor Golfarelli, siate la stessa persona: quello che scrivete lo capite solo voi! Io, almeno, non riesco mai a segurivi. Sarà colpa mia, forse.
Una chiave di lettura di questa discrasia fra oiv e istat potrebbe tranquillamente essere questa: si beve meno vino, ma si beve vino con maggior concentrazione alcolica. cosi i potrebbe spiegare o no?
Ho letto il documento integrale e mi sembra molto interessante. non ho capito invece cosa non convince lei.