Abbiamo privato una liana degli alberi su cui cresce in natura e li abbiamo sostituiti con pali e fili di ferro; da secoli manteniamo la purezza del vitigno impedendo che la vite si riproduca per seme; la innestiamo su una vite americana, una specie di un altro continente; la sottoponiamo per mesi a una terapia intensiva di farmaci (di sintesi o meno, sempre farmaci sono); infine ne convogliano il succo in enormi contenitori sottoponendolo a una serie di processi che, seppure di natura biologica, normalmente in natura non accadono. Diciamo la verità, di naturale in tutto questo non c’è molto. Il vino è un prodotto culturale, un invenzione dell’uomo. Ed è una grande invenzione.
(MAURIZIO GILY – MERUM 1/17 febbrraio/marzo)