Non è una novità che io sia un amante dello Chardonnay. Tuttavia, da quel che capisco, e dai numeri in circolazione, temo di essere uno dei pochi. Comunque, quando ne trovo uno come questo, diciamo che mi viene da dire: grazie Signore e, se puoi, rovesciamene addosso una secchiata.
E poi c’è la sorpresa di incontrare un vino così, che mi ricorda suggestioni di Francia e di Borgogna e per magia (del vino) i pensieri corrono a Brassens, nel Trentino meridionale, un pezzo di terra votata e vocata d’ufficio alla monocultura e alla monocoltura del Pinot Grigio. E allora mi vien da dire: grazie Vallagarina e grazie Vallarom. L’areale è quello che, se l’ottusità istituzionale qualche anno fa non avesse messo i bastoni fra le ruote, era lì lì per diventare la sottozona dei Campi Sarni. Quasi un’isola irripetibile, sul versante sinistro dell’Adige, che galleggia verso il Veneto a ridosso di una montagna a precipizio, dove insieme a Vallarom, coltivano la terra anche Maso Roveri e la famiglia Guerrieri Gonzaga (Tenuta San Leonardo).
Dunque, Chardonnay 2015 VALLAROM – IGT Valagarina – Certificazione BIO VEGAN Icea (Masi d’Avio – TN)
L’affinamento avviene in barrique e il tenore legnoso di questo vino dal colore dorato vivace è inizialmente invadente: zaffate vanigliate e speziate invadono subito il naso e l’aria tutt’intorno, quasi a frastornare di liquirizia vanigliata. Bastano, però, pochi istanti, il tempo di riempire il bicchiere un’altra volta, perché questi sentori lascino il passo e si trasformino in una succosa spremuta di polpa gialla, pesche e mela e poi banana matura e lievi sentori di camomilla e di erba medica e di salvia sullo sfondo, ben integrati con la colonna sonora delle speziature del legno.
Queste sensazioni si ripetono in bocca, ma questa volta sono sostenute da una carica minerale e acida che le vivacizza e le spinge verso un orizzonte caraibico abitato da distese di ananasso maturo. L’allungo assume tratti verticali, spezzati ancora dalle note del legno finalmente ben amalgamate. E il bicchiere è di nuovo pieno. E’ uno Chardonnay grasso e opulento e generoso, questo. Come piace a me.
Grazie Signore, grazie Vallagarina (IGT) e grazie Vallarom, azienda agricola a conduzione matrimoniale: Filippo e Barbara, insieme al figlio Riccardo, propongono, insieme alla loro produzione interamente bio di cui sono stati pionieri fin dagli anni Novanta del secolo scorso, anche un’accoglienza agrituristica elegante e famigliare. Matrimoniale, appunto. La suggestione pacifica e vivifica dei Campi Sarni. Che, purtroppo, non saranno mai una denominazione, ma forse sono un categoria dello spirito. E della vita. Quella buona e giusta.
È lo pseudonimo collettivo con cui fin dall’inizio sono stati firmati la maggior parte dei post più trucidi e succulenti di Territoriocheresiste. Il nome è un omaggio al protagonista del Barone rampante, il grande capolavoro di Italo Calvino. Cosimo Piovasco, passa tutta la sua vita su un albero per ribellione contro il padre. Da lì, però, guadagna la giusta distanza per osservare e capire la vita e il mondo che scorrono sotto di lui.